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Altre Economie

Sniarischiosa, quando la riqualificazione è un centro commerciale

A Torino, la ex Diatto-Snia, storica fabbrica di auto, rischia di lasciar posto ad un nuovo piccolo quartiere residenziale. Il Comune ha conferito l’immobile ad un fondo, con il compito di "valorizzarlo". Finché un gruppo di cittadini non l’ha occupato

C’era una volta -negli anni Venti del secolo scorso- la Diatto, fabbrica di automobili a Torino.
Lo stabilimento occupa un intero isolato, tra via Frejus e via Revello, ed è un’opera d’arte, Art Nouveau, per la precisione. Eppure, la storia rischia di finire così -come spiega il comitato di quartiere che si oppone all’intervento, il Comitato Sniarischiosa-: un centro commerciale; un parcheggio sotterraneo; un (micro)parco di 30×35 metri; 250 alloggi che il Comune di Torino definisce "di pregio" (e quindi non popolari). Capita, quando un Comune non ha più soldi ed è costretto a far cassa. Torino, per la precisione, ha deciso di conferire una ventia di immobili, tra cui la ex Diatto, al "Fondo città di Torino", definito "lo strumento finanziario con cui Torino, prima fra le grandi città italiane, ha scelto di valorizzare il proprio patrimonio immobiliare".
Pochi giorni prima di essere conferita al Fondo, la vecchia fabbrica d’auto -che in seguito ha ospitato anche la Snia, da cui prende il nome il Comitato, e oggi uffici del Comune- è stata "valorizzata" sulla carta, cioè garantendo alla proprietà la possibilità di edificare cubature da mettere sul mercato: la ex Diatto, cioè, è stata conferita nel Fondo come "zona urbana di trasformazione", e non come fabbrica dismessa. 
Siccome il Comune di Torino aveva bisogno di liquidità, ha -ovviamente- ceduto in parte il fondo ad altri soggetti. Partner dell’amministrazione sono Prelios SGR (gruppo Prelios), sottoscrittore del 36% del fondo e gestore dello stesso, ed Equiter (cioè il gruppo Intesa-Sanpaolo).

Il sogno pubblico-privato è evaporato il 6 gennaio scorso, quando il Comitato "Sniarischiosa" ha occupato alcuni locali dello stabile: "Nel periodo di Natale nel cortile della ex-Diatto erano stati portati tre macchinari per il movimento terra. Questo, assieme al fatto che l’inizio lavori fosse previsto per gennaio 2013 e ad un certo numero di ‘voci di corrodio’, ci aveva fatto pensare che l’inizio dei lavori stessi fosse imminente" spiegano sul loro blog.
La ex Diatto ha ripreso a vivere, ospitando dibattiti (è toccato anche a noi di Altreconomia animare un’iniziativa, per riflettere sul rapporto tra finanza e cemento), iniziative culturali (nella foto, uno dei murales realizzati) e il mercato Genuino clandestino (anche domenica 3 marzo). Così, il Comitato è diventato un interlocutore nei confronti dell’amministrazione comunale.

Con "la fine della tregua elettorale", però, il Comitato tema "un inizio dei lavori imminente". Per questo, il 27 febbraio ha inviato -insieme a Pro Natura Torino,Italia Nostra Piemonte e Valle d’Aosta,
Legambiente Ecopolis- "un appello alle segreterie degli assessori Passoni (Bilancio) e Curti (Urbanistica e periferie), alla circoscrizione 3 (nella quale si trova la ex Diatto), a tutti i gruppi consigliari presenti in consiglio comunale, e a tutti i contatti stampa a nostra disposizione". Nell’appello -spiega il Comitato- "chiediamo semplicemente che nessuna azione venga intrapresa finchè non si hanno le risposte ai quesiti che abbiamo sollevato, e che l’assessore Curti, tenendo fede a quanto promesso, programmi un incontro per discutere del problema".

Ecco il testo dell’appello, "NON DEMOLITE LA FABBRICA EX DIATTO-SNIA".

Il Comitato di cittadini di Cenisia-San Paolo e le sottoscritte Associazioni di tutela ambientale chiedono di non procedere con gli interventi di demolizione e bonifica dell’area denominata “Stabilimento ex Diatto”, sita tra le vie Frejus, Cesana, Moretta e Revello, fintanto che non avranno avuto seguito le ulteriori indagini di carattere storico, architettonico ed ambientale richieste.
Dette azioni sono state già sollecitate in due diversi momenti, una prima volta il 13 febbraio 2013, con una lettera inviata alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte ed al Soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Torino, ed una seconda volta il 20 febbraio 2013, durante l’incontro dal titolo “Restauro, Riuso e Memoria”, organizzato presso la sede dell’Urban Center di Torino.
In quell’occasione, a seguito della presentazione del progetto di riqualificazione previsto sull’area, è emersa la disponibilità dell’Assessore all’Urbanistica Ilda Curti a programmare un incontro di approfondimento cui dovrebbero partecipare l’Amministrazione comunale, nella persona dell’assessore stesso, il Presidente ed i Consiglieri della Circoscrizione 3, il Soprintendente ai Beni Architettonici Arch. Luca Rinaldi, il proponente Prelios SGR e i progettisti delle opere, Ing. Paolo
Cavaglià e Arch. Franco Cucchiarati. Nella stessa circostanza l’Arch. Carlo Olmo, Direttore dell’Urban Center, ha dato la disponibilità ad ospitare questo nuovo incontro.
Il Comitato di cittadini ha, inoltre, depositato il testo di una petizione popolare al Consiglio Comunale e sta procedendo alla raccolta delle firme.
Ricordiamo, infine, che il Comitato ha sollecitato una perizia tecnico-ambientale all’Arpa, ed è in attesa di un riscontro, a fronte di un’Interpellanza presentata in Circoscrizione 3 e in Comune lo scorso dicembre 2012.
Alla luce di quanto detto, chiediamo di non procedere alle demolizioni e di fissare un incontro al più presto, entro il mese di marzo.
Il contatto diretto del Comitato è sniarischiosa@anche.no

Torino, 27 febbraio 2013

All’appello si può aderire dal blog del Comitato.
Presso la ex Diatto, invece, i cittadini di Torino possono firmare la petizione popolare al consiglio comunale del capoluogo piemontese. Per scongiurare l’ennesima "valorizzazione" che creando (ipotetico) profitto per gli azionisti pubblici e privati depaupera il territorio.

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