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Ambiente

Siracusa, costa salva dall’assedio

In un momento delicato per chi difende il proprio territorio dall’“onda grigia” del cemento, una buona notizia giunge dal profondo Sud, da Siracusa. Dopo mesi di durissima battaglia, due provvedimenti attesi da tempo hanno decretato lo stop alla cementificazione dell’area…

In un momento delicato per chi difende il proprio territorio dall’“onda grigia” del cemento, una buona notizia giunge dal profondo Sud, da Siracusa. Dopo mesi di durissima battaglia, due provvedimenti attesi da tempo hanno decretato lo stop alla cementificazione dell’area costiera siracusana (vedi Ae 123). Il primo è un decreto approvato il 29 luglio scorso, con cui la Regione Siciliana ha sancito l’istituzione di una Riserva naturale orientata che copre il perimetro che da Capo Murro di Porco si estende fino alla penisola della Maddalena, un’area corrispondente esattamente alla Riserva marina del Plemmirio, proprio quella su cui incombeva la minaccia di un mega-villaggio turistico (con tanto di piscina poggiata su una palafitta galleggiante), sopra le falesie e la spiaggia della Pillirina, due dei posti più belli della zona.
Ci sono 2 anni di tempo (rinnovabili di altri 2) per istituire la riserva, la cui perimetrazione esatta non è ancora stata completamente definita. Il Wwf, una delle tante associazioni (circa 50) che hanno preso parte alla battaglia contro il resort turistico sotto la sigla unitaria di “S.O.S. Siracusa”, ha già assicurato che farà diventare la nascente riserva un’Oasi Wwf. E anche la volontà espressa dalla Regione appare chiara: niente più insediamenti edilizi sulle coste.
A ciò si aggiunge il sì unanime del consiglio comunale di Siracusa (dopo mesi di tentennamenti), alla variante del Prg (Piano regolatore generale), oltre alla contestuale votazione di un’ulteriore variante “di salvaguardia” che, riguardo alla Pillirina, cambia la classificazione della zona da area T1-T2 (“a costruzione turistica”), in area destinata a parco naturale o a verde agricolo. A breve si attende anche l’approvazione del piano paesaggistico della Regione, che sancirebbe una volta per tutte la tutela di uno dei pochi tratti di costa ancora vergini. Tutto ciò, oltre a fermare il megavillaggio della Pillirina, fermerebbe anche quello “Acquamarine Club 2”, inizialmente previsto dentro l’area della nuova riserva e attualmente oggetto di contenzioso.
Il risultato è frutto di una mobilitazione esemplare, partita da un nucleo di ragazzi e di associazioni, capaci di coinvolgere altre realtà e di creare coscienza e consapevolezza nella cittadinanza, di solito distratta e abulica. Volantinaggi, denunce, interventi durante le sedute del consiglio comunale, discussioni pubbliche nelle piazze del centro, eventi che hanno saputo coinvolgere un numero impressionante di persone, creando un dibattito, suscitando l’interesse dei più giovani. E sono stati proprio i giovani il motore che, a ritmo incessante, ha guidato questa lunga battaglia: “È un’esperienza rivoluzionaria per Siracusa -racconta Fabio Guarnaccia, uno dei promotori del movimento–. Siamo riusciti, per la prima volta nella storia di questa città, a fare rete, a coinvolgere, rinunciando a protagonismi e condividendo un unico obiettivo. Il sostegno poi di soggetti noti come Enzo Maiorca ci ha dato ancora più coraggio e forza. Ora tantissimi ragazzi, convinti dalla trasversalità del movimento, ci chiedono di farne parte”. Maiorca, Salvatore Settis, Valerio Massimo Manfredi, Franco Battiato, Wim Wenders, sono solo alcune delle personalità che hanno sostenuto questa battaglia, durante la quale persino il confine tra maggioranza ed opposizione si è liquefatto. La politica ha dovuto fare i conti con un dissenso sempre più eloquente verso scelte di “svendita” dell’ambiente e del futuro della città.
Un dissenso che ha costretto tanti “scettici” e “incerti” a cambiare idea per assecondare la volontà popolare che spingeva dal basso. “La politica -prosegue Guarnaccia- non ha potuto non ascoltarci. Specialmente dopo aver visto che gli abitanti di Siracusa erano con noi”. Secondo il giovane attivista, il “risveglio” di Siracusa si deve a un movimento che è “riuscito a far capire ai cittadini cosa rischiavano di perdere. Li abbiamo fisicamente portati nei luoghi a rischio scempio, abbiamo aperto i loro occhi. Hanno capito e si sono arrabbiati. Siracusa, con questa esperienza di unità eterogenea può essere un esempio da imitare”.
Una battaglia a 360° che ha tanti fronti su cui vigilare: le coste, ma anche l’area archeologica. Rispetto a quest’ultima, la variante di salvaguardia appena votata sancisce il divieto di rilasciare concessioni edilizie fino al completamento dell’iter con l’approvazione definitiva della variante al Prg. La battaglia di “S.O.S. Siracusa” adesso si sposta sul versante del porto turistico, mentre si continueranno a monitorare tutti i passaggi che dovranno portare alla definitiva tutela dell’area destinata a riserva, poiché si sa che chi ha certe brame non si arrenderà facilmente.

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