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Opinioni

Se lo sconto offerto da BREBEMI lo paghiamo noi

La società che gestisce la nuova autostrada tra Brescia e Milano offre nei fine settimana fino al 1° novembre uno sconto del 45% sul pedaggio. Il concessionario (il cui primo azionista è Intesa Sanpaolo) spera così di attrarre traffico. Il costo dell’operazione, in termini di mancati introiti, non è quantificato. Ma sembrerebbe che a farsene carico siano lo Stato e Regione Lombardia, che hanno rivisto (ad agosto 2015) le condizioni contrattuali con BREBEMI spa

L’estate 2015 verrà ricordata per la Tessera (promozionale) Weekend di BREBEMI. La società che gestisce la nuova autostrada Brescia-Milano inaugurata nell’estate del 2014, il cui primo azionista è Intesa-Sanpaolo, ha voluto festeggiare il primo anno di attività dell’infrastruttura mettendo in vendita delle tessere prepagate, che consentono di viaggiare lungo la tratta Vizzolo Predabissi-Chiari Est (che include anche una parte della Tangenziale Est esterna di Milano, l’A58) con il 45% di sconto.

Sono appena 24 -tra edicole, tabaccherie e negozi Autogrill- i punti vendita della Tessera che permette di pagare un pedaggio di “soli” 7 euro invece di 12,70, per una sessantina di chilometri.
Ben venti rivenditori si trovano a Milano (in larga parte nel centro cittadino), e appena 4 fuori città (a Sesto San Giovanni, Cusano Milanino, Gorgonzola e -unico fuori provincia- a Saronno). La Tessera può essere però acquistata anche presso il Punto assistenza clienti di Treviglio.

Ciò indica che il pubblico intercettabile (a cui è rivolta l’offerta) è quasi essenzialmente milanese. Lo sconto, inoltre, è garantito solo a coloro che percorrono esclusivamente TEEM e BREBEMI: questo significa, cioè, che non vale per chi dovesse entrare sulle due arterie dalle interconnessioni lungo l’A1 (arrivando da Firenze, o Bologna) e l’A4 (provenendo da Torino, ad esempio). 
La Tessera Weekend, quindi, serve a chi vuole raggiungere il Lago di Garda o le località di villeggiatura del veronese e del bresciano partendo da Milano. Punto.

Dal punto di vista della società, forse, è un po’ limitato, dato che l’esigenza manifesta è quella di guadagnare “traffico”, per poter offrire dati confortanti al mercato: secondo quanto spiegato da BREBEMI spa a fine luglio 2015, il traffico medio (ma il comunicato non indica se su base quotidiana o mensile) lungo l’A35 sarebbe aumentato del 107% rispetto al periodo d’apertura, e quindi fino a quasi 27mila veicoli al giorno, quando però il piano economico e finanziario dell’investimento ne prevedeva almeno 40mila.  

La distribuzione dei punti vendita della Tessera Weekend invita anche ad un’altra constatazione elementare: quest’offerta non riguarda in alcun modo quei turisti che da Est (dal Veneto, dal Friuli, dal Trentino-Alto Adige, ma anche dall’Austria, dalla Germania o dalla Slovenia) potrebbero utilizzare l’autostrada per raggiungere l’Expo (vale la pena ricordare che la “direttissima” Brescia-Milano è un’opera inserita nel dossier di candidatura di Milano per ospitare l’Esposizione universale); la BREBEMI, cioè, non serviva per l’Esposizione universale

Sottolineamo altri aspetti critici di questa iniziativa promozionale: manca, o non è stata resa pubblica, un’analisi dell’effetto economico complessivo della promozione, che è destinata a durare fino al prossimo 1° novembre.
Un’analisi necessaria perché le autostrade, a differenza di imprese private, sono delle infrastrutture pubbliche, affidate in concessione per un determinato numero di anni, sulla base di un piano economico finanziario che -almeno nel caso di BREBEMI- non avrebbe dovuto prevedere alcun intervento pubblico, alcun costo per l’erario.

Per BREBEMI, poi, l’effetto della Tessera Weekend è cumulato allo sconto del 15% che viene garantito a tutti i pendolari (fino a dicembre 2015). Quando questa prima iniziativa promozione venne annunciato, nel gennaio del 2015, ponemmo alcune domande alla società (e che sono state riprese anche dal quotidiano la Repubblica) senza ottenere risposta. Restano valide, però:

– in che modo lo sconto andrà ad incidere sui ricavi attesi?
– Qual è la "riduzione" degli incassi attesa dagli utenti pendolari?
– Qual è invece l’aumento di incasso previsto dalla capacità di attrarre nuovi utenti (pendolari e non) lungo la tratta?
– Quali sarebbero le conseguenze -per l’equilibrio del piano economico e finanziario dell’azienda- qualora l’attrazione di nuovi utenti (pendolari e non) lungo la tratta non dovesse realizzarsi?

Solo a quest’ultima domanda ha parzialmente risposto il governo, a inizio agosto: paghiamo noi tutti, cittadini e contribuenti italiani. Infatti lo Stato e Regione Lombardia, come stigmatizzato da Legambiente (che ha anche presentato un ricorso all’Autorità anticorruzione, in merito), garantiranno un finanziamento pubblico a fondo perduto pari a 320 milioni di euro a BREBEMI.
Lo stabilisce una delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica, che prevede anche un allungamento della concessione in essere, di 6 anni (da 19 anni e mezzo a 25 anni e mezzo), mantenendo invariato il costo di subentro a scadenza della concessione.
Tradotto: il gestore privato dell’autostrada incamera un contributo pubblico che non avrebbe dovuto esserci, e ha la possibilità di gestire l’infrastruttura per un periodo di tempo del 30% più lungo rispetto a quanto stabilito inizialmente, garantendo così un maggiore ammortamento dei costi sostenuti per l’investimento (pari a complessivi 2,5 miliardi di euro). Nonostante questo, potrà pretendere da chi volesse subentrare nella gestione dell’infrastruttura quanto inizialmente stabilito, pari a 1,2 miliardi di euro.

La domanda principale però era e resta una: c’era davvero bisogno, tra Brescia e Milano, di un doppione costoso dell’autostrada A4?       

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