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Ambiente

Se l’Abruzzo perde il Parco

In Regione la proposta di legge per ri-perimetrare il Sirente-Velino. Verrebbe stralciata l’area dei Comuni di Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo, nell’aquilano, al centro degli interventi di sviluppo del Protocollo Letta, firmato dopo il terremoto sotto l’egida di Gianni, e volto alla "valorizzazione dell’area aquilana del cratere colpita dal terremoto del 6 aprile 2009, ai fini ambientali e turistici". Nel novembre 2011 il reportage di Ae

I parchi sono una risorsa per l’Italia, a meno di non ragionare per sottrazione. Ciò che pare intenzionata a fare la Regione Abruzzo, dopo l’estate, con la discussione di una legge di ri-perimetrazione del Parco Regionale Sirente-Velino, che escluderebbe dall’area protetta il territori dei Comuni di "Rocca di Cambio (che ha appena approvato una variante al piano regolatore) e Rocca di Mezzo" come ci racconta Augusto De Sanctis del Wwf Abruzzo.
Proprio Augusto -nell’autunno del 2001- aveva fatto da guida ad Altreconomia nei due Comuni montani, per scoprire le aree -all’interno del confine del Parco- interessate dai progetti di espansione turistica, con un mega impianto di risalita, un campo da golf ed una galleria, tutti realizzati nell’ambito del "protocollo Letta", che prende il nome da Gianni, ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio e zio dell’attuale premier, e punta al “rilancio dello sviluppo e la valorizzazione dell’area aquilana del cratere colpita dal terremoto del 6 aprile 2009, ai fini ambientali e turistici”.
"Per quanto riguarda la tutela dicono che comunque l’area rimane una Zona di protezione speciale e Sito d’interesse comunitario, ma la regione ha subdelegato la Valutazione di incidenza ai Comuni" spiega De Sanctis.

Non si fidano, WWF e Legambiente, che "chiedono ai Consiglieri regionali di opporsi in tutti i modi a una proposta che, se accolta, soddisferebbe soltanto appetiti speculativi, in questa zona fortissimi, con ulteriore cementificazione e lottizzazione del territorio, costruzione di inutili infrastrutture scioviarie e riapertura della caccia in zone nelle quali i fucili vanno invece assolutamente banditi. Le associazioni hanno interessato della questione a nche il Ministero e la Commissione europea".
 
Prima di lasciare spazio al comunicato delle due organizzazione ambientaliste, riportiamo un passo relativo all’Abruzzo dall’articolo "Parchi, una risorse per l’Italia", cui dedicammo la copertina di Ae 144 (dicembre 2012):

"Il Centro regionale di studi e ricerche economico e sociali (Cresa) ha stimato in oltre 6 milioni le presenze turistiche annuali nel parco. A seconda della tipologia dell’utenza (stranieri, italiani, abruzzesi stessi), è stato calcolato un valore economico del turismo solo nel Parco della Majella per oltre 420milioni di euro. Il solo incremento della spesa turistica dovuta all’effetto-parco (ecoturismo) e l’occupazione diretta e indotta dal Parco, hanno generato un aumento della spesa complessiva soggetta a tassazione di oltre 130 milioni di euro.
Non solo: se consideriamo i servizi eco-sistemici, l’artigianato, la promozione del territorio, le attività di agricoltura biologica, abbiamo calcolato che i parchi d’Abruzzo contribuiscono alla produzione di un Pil ambientale che si attesta ad 1 miliardo e 100 milioni di euro. All’anno. Considerando poi i parchi e le aree protette regionali, si tocca quota 4 miliardi e mezzo di euro. Il Pil dell’Abruzzo è di 28 miliardi di euro. Significa che un settimo della cosiddetta ricchezza regionale dipende dalla tutela dell’ambiente. Sembra poco?”.

Il Parco regionale del Sirente-Velino è stato istituito nel 1998 con la legge regionale n. 34, ma da quel momento non ha avuto tregua: la legge regionale n. 226/1998 tagliò circa 9.000 ettari dell’area protetta e altri rilevanti tagli sono stati apportati dalla legge n. 126/2000 e da ultimo dalla legge n. 42/2011.

Dichiara Dante Caserta, Presidente del WWF Italia: "L’Abruzzo si dichiara Regione verde d’Europa, ma questa affermazione di principio rischia di restare un’etichetta vuota. Il Parco Regionale Sirente-Velino è un’area protetta importantissima perché in essa sono racchiusi e fusi ambienti naturali e paesaggistici molto vari che formano un’unità ecologica fondamentale. La Proposta di Legge Regionale mira assurdamente a strappare all’ambiente zone importantissime per la tutela della biodiversità appenninica, oggetto peraltro della Rete Natura 2000, del Piano di Tutela dell’Orso Marsicano, del Life Cornata".

Dichiara Luciano Di Tizio, presidente del WWF Abruzzo: "Si tratta dell’ennesimo segnale di un cambio di rotta in senso negativo nella politica di conservazione del territorio. L’ennesimo taglio viene proposto proprio quando emerge invece in modo evidente la necessità di estendere la protezione della Natura allargando i confini del Parco e attraverso la creazione delle cosiddette fasce contigue. Ricordiamo che il recente episodio di uccisione di un Orso sull’autostrada A24 è avvenuto nel Comune di Tornimparte, poco distante dalla zona che oggi qualcuno vorrebbe definitivamente ‘rubare’ al Parco. L’aspetto più assurdo della proposta Ricciuti è che essa vorrebbe escludere dall’area protetta proprio alcune tra le zone più note a livello nazionale e internazionale come gran parte dei Piani di Pezza, della Piana di Campo Felice e anche parte della Piana di Terranera che è parte integrante dell’Altipiano delle Rocche, cuore del parco, ponendo a rischio quegli spazi di continuità che sono fondamentali per la mobilità e la sopravvivenza delle specie presenti nel Parco, a partire dai grandi carnivori, e su tutti l’Orso marsicano".

Secondo Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, e Stefano Raimondi, dell’Ufficio Aree Protette di Legambiente, "particolarmente gravi sono le intenzioni della proposta in un momento storico cruciale nel quale, la sinergia tra i parchi dell’Appennino centrale, fra cui il Sirente Velino che è tra i partner del progetto Life Coornata, vede portare a casa importanti risultati nell’ambito della conservazione della natura come la fondazione, avvenuta pochi giorni fa, della quinta colonia di camoscio appenninico proprio nel Parco Regionale sta a dimostrare".

Per Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo, "è inquietante pensare che un Parco, oggi in prima fila nella gestione faunistica e protagonista di importanti risultati, debba essere oggetto di simili proposte avanzate senza tenere nel minimo conto le peculiarità di un territorio che fa della biodiversità in esso custodita un importante punto di forza, che rischierebbe invece di essere fortemente sminuito dalla riperimetrazione proposta".

(Aggiornato al primo agosto, 11:03)

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