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Scuola Diaz, accendete la luce – Ae 51

Numero 51, giugno 2004Al via i processi per accertare le responsabilità delle forze dell'ordine a Genova, nel 2001. Ma attenti, avverte l'avvocato Alfredo Galasso: “Non si tratta di una disputa fra no global e polizia, ma di una battaglia di…

Tratto da Altreconomia 51 — Giugno 2004

Numero 51, giugno 2004

Al via i processi per accertare le responsabilità delle forze dell'ordine a Genova, nel 2001. Ma attenti, avverte l'avvocato Alfredo Galasso: “Non si tratta di una disputa fra no global e polizia, ma di una battaglia di civiltà”

Dai grandi processi di mafia a Genova.
Dagli omicidi Dalla Chiesa e La Torre alla “perquisizione” dentro la scuola Diaz; dalla strage di Ustica alle torture di Bolzaneto. Alfredo Galasso è stato avvocato di parte civile in alcuni dei più importanti processi della storia giudiziaria italiana; ora si occupa del G8. Il 26 giugno sarà in aula per l'avvio dell'udienza preliminare relativa al caso Diaz.

Avvocato, che cosa l'ha spinta a occuparsi dei processi di Genova?

Intanto c'è stata la conoscenza, diventata poi amicizia, con alcune delle vittime di quegli episodi. La ragione di fondo è che si tratta di azioni giudiziarie che hanno un grande significato dal punto di vista dei principi morali e costituzionali, che devono vivere nella coscienza collettiva, e in quella professionale di chi, come me, con l'associazione professionale che ho costituito, si occupa di tutelare e rivendicare i diritti e le libertà fondamentali. Aggiungo che le vicende tragiche, e per qualche verso incredibili, che le cronache dall'Iraq ci propinano ogni giorno, rendono ancora più significativa e importante la partecipazione alla vicenda processuale legata al G8 del 2001. È evidente che la tortura e le sevizie non sono scomparse dall'orizzonte della nostra civiltà occidentale, come invece pensavamo. Un giornale ha titolato: “Chi ha spento la luce?”. Ecco, credo che sia necessario accendere la luce. Non vedo altro antidoto che questo.

Nel caso della Diaz fra gli imputati figurano alti dirigenti di polizia. Come giudica il comportamento tenuto in questi tre anni dai vertici della polizia?

Diciamo subito che ciascuno, quando è imputato, ha tutto il diritto di difendersi sul piano individuale. Però vorrei evitare che si ripetesse quanto accaduto altre volte, ad esempio per il recente processo contro quattro generali accusati di attentato alla costituzione per la vicenda di Ustica, ossia che l'amministrazione coprisse o tentasse di coprire le responsabilità di uomini dello Stato.

Credo che l'onore e il prestigio di amministrazioni importanti come polizia, carabinieri, polizia penitenziaria si difendano individuando le responsabilità dei singoli, o -come sembra nel caso della Diaz- di un gruppo, e non coprendo o proteggendo chicchessia. Poi deciderà il giudice. Questo tipo di atteggiamento potrebbe sfociare nella costituzione di parte civile.

Al momento non sembra esserci alcun segnale del genere. Anzi.

Vorrei verificare all'udienza preliminare quello che succede. Certo, noto che al momento certi esponenti delle forze dell'ordine sono rimasti al loro posto di vertice. Si potrebbe osservare che forse c'è una netta convinzione della loro innocenza, ma questa valutazione spetterà al giudice.

Esiste un legame fra i processi di Genova e le vicende di cui si è occupato in passato, che hanno visto fra gli imputati uomini dello Stato?

Credo di no, però nelle vicende di Genova c'è qualcosa di sconvolgente. In Italia abbiamo vissuto vicende gravissime -dalle stragi cosiddette di Stato, al terrorismo rosso, alle stragi di mafia- ma nei fatti di Genova io vedo una sorta di buco nero. Ci sono stati episodi per certi versi incomprensibili, e quindi ancora più preoccupanti e bisognosi di un chiarimento vero. Perché c'è una differenza, non sul piano morale, ma su quello sociale e dei comportamenti collettivi, fra un singolo episodio di abusi contro i detenuti e quanto avvenuto durante il G8. Lì abbiamo avuto una sorta di azione collettiva, un'azione sistematica con tanti, troppi soggetti coinvolti”.

Sull'uccisione di Carlo Giuliani non ci sarà alcun processo. Come giudica l'archiviazione dell'inchiesta?

È stato un provvedimento giudiziario criticabile. È come se questo giudice avesse anticipato la riforma della legittima difesa, votata in commissione alla Camera, che io critico ampiamente e duramente. È come se il giudice avesse stabilito che chi svolge funzioni di ordine pubblico è autorizzato a qualunque tipo di reazione, perdendo il principio di proporzione rispetto all'eventuale offesa. Quell'archiviazione non è stata una bella pagina della nostra storia”. !!pagebreak!! 

Che ruolo può avere l'opinione pubblica nei processi di Genova?

Io mi auguro che sia molto attenta. Non è accaduto per molti dei processi recenti di cui sono stato parte civile, incluso quello su Ustica, da poco concluso. Dobbiamo sempre pensare che il primo controllo dell'azione giudiziaria è proprio quello dell'opinione pubblica.

Giovanni Falcone diceva che per lavorare al meglio aveva bisogno di sentire sul collo il fiato della gente. Pio La Torre a sua volta diceva: è vero, ma anche i magistrati devono fare in modo che l'opinione pubblica abbia gli elementi per essere presente. Mi pare che nel caso di Genova queste condizioni ci siano.

Però finora l'attenzione è stata quanto meno intermittente.

È vero, anche a me è capitato così, finché non ho conosciuto quelle persone che sono venute a informarmi e sollecitarmi. Il rischio è che questi temi vengano trattati in modo ideologico: questo allontana. Qui, per intenderci, non si tratta di una disputa fra no global e polizia, ma di una battaglia di civiltà rispetto ad atti gravissimi contro le libertà e i diritti fondamentali. Atti intollerabile in un ordinamento civile.

Preliminari in 30 udienze
Il 26 giugno alle 9 inizia l'udienza preliminare per il caso Diaz. I pm hanno chiesto il rinvio a giudizio per 29 funzionari e dirigenti di polizia. Le accuse: dal concorso in lesioni, alla calunnia, al falso. L'indagato di grado più alto è Francesco Gratteri, all'epoca dei fatti (21 luglio 2001) responsabile del Servizio centrale operativo, oggi capo dell'Antiterrorismo. Per decidere se accogliere, in tutto o in parte, le richieste dei pm e ordinare un processo, il gip di Genova avrà bisogno di numerose udienze. Il calendario, già fissato, ne prevede una trentina, fino ad ottobre. Probabilmente ne serviranno meno, ma si prevede che alcune saranno rinviate, sia per questioni procedurali, sia perché due degli avvocati difensori degli agenti sono parlamentari (Alfredo Biondi, di Forza Italia, e Ignazio La Russa, An). Le 93 persone, in gran parte straniere, che furono pestate e arrestate durante la “perquisizione”, si costituiranno parte civile contro agenti e amministrazione dello Stato. Mentre prosegue il processo iniziato il 2 marzo contro 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio, si avvia verso l'udienza preliminare anche l'inchiesta di Bolzaneto. Gli indagati, tra agenti e medici, sono 47.

Tutti i costi del processo: aiutate “Verità e Giustizia”
I processi costano. Si calcola che fra udienza preliminare e primo grado ci saranno almeno cento udienze. Applicando i minimi tabellari, l'onorario teorico per ciascun avvocato sarebbe di circa 35 mila euro. È la cifra che lo Stato pagherà ai legali delle parti lese ammesse al gratuito patrocinio, in quanto non abbienti.

Ma i processi costano anche se gli avvocati non chiedono onorari. Lo sa bene il Comitato Verità e Giustizia per Genova, che sta raccogliendo fondi per garantire un servizio di segreteria e documentazione ai legali impegnati nei processi legati al G8. La mole di documenti è enorme. Solo per la Diaz si parla di circa 60 faldoni ricolmi di carte, con diecimila fogli e decine di cd-rom e dvd da duplicare per ogni avvocato. In più ci sono l'affitto dei locali e il compenso per la persona che si occupa della segreteria e dell'archiviazione. Il Comitato ha raccolto finora 50 mila euro, ma il conto corrente avrà bisogno di essere alimentato costantemente, perché le spese cresceranno col procedere dei processi.
Info:
www.veritagiustizia.it

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