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Romeo Capalla e gli altri (908)

Il 15 aprile, a un mese dall’omicidio nelle Filippine del presidente di PFTC, partner di Altromercato, la ong Global Witness ha pubblicato un rapporto e un database censendo tutti gli assassini ai danni di attivisti ambientali dal 2002. In tutto, oltre novecento persone sono morte in 35 Paesi. Solo 6 gli autori condannati

Il 15 aprile 2014 le botteghe del commercio equo e solidale gestite da cooperativa e associazioni che fanno parte di Ctm Altromercato hanno allestito le proprie vetrine "a lutto”.
Un mese prima, il 15 marzo 2014, nelle Filippine era stato assassinato Romeo Capalla, presidente di PFTC, un’organizzazione partner di Altromercato, quella che produce lo zucchero Mascobado. “È il 180° omicidio dal luglio 2010 di una persona impegnata nella difesa dei diritti umani e nella società civile filippina -spiega Altromercato nella pagina dedicata alla campagna “Zucchero amaro”, promossa per far pressione sulle autorità filippine e chiedere giustizia-. In questa situazione, nella totale assenza di informazione, anche i produttori di commercio equo sono sistematicamente attaccati e perseguitati da anni: subito dopo l’assassinio di Romeo, è stato incendiato il mulino di Kamada dove si lavora lo zucchero Mascobado che trovate nelle botteghe Altromercato”.

Il 15 aprile è anche il giorno in cui la ong Global Witness ha reso pubblico il proprio rapporto “Deadly Environment”, un database che raccoglie -Paese per Paese- i casi di omicidio nei confronti di attivisti impegnati nella difesa dell’ambiente e per promuovere l’accesso alla terra tra il 2002 e il 2013. Secondo il rapporto sarebbero ben 908 le persone assassinate, la maggior parte delle quali in America Latina e nella Regione Asia-Pacifico. In particolare, il Paese in cui sono stati registrato il maggior numero dei casi è il Brasile con 448, seguito dall’Honduras (con 109) e dalle Filippine -il paese dove a inizio 2014 è stato assassinato Romeo Capalla- con 67. In tutto sono 35 i Paesi “censiti” da Global Witness. Il 2012 è stato l’anno peggiore, con 147 omicidi (il triplo rispetto al 2002).
L’analisi di Global Witness evidenzia come solo 6 assassini siano stati ricercati, sottoposti a processo e quindi puniti e incarcerati. Sono invece ben 656, oltre il 72 per cento, i casi in cui gli inquirenti non hanno alcuna informazione circa il o i nomi dei sospetti assassini. Il rapporto di Global Witness evidenzia inoltre come gli omicidi siano solo “il più acuto e misurabile di un insieme di attacchi che includono intimidazioni, violenza, stigmatizzazione e criminalizzazione”. In questo contesto, “il numero dei morti evidenzia un livello ancor più elevato di violenza non letale e intimidazioni, che la ricerca non documenta ma che ha bisogno di azioni e risposte urgenti ed efficaci”. 

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