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Ambiente

Romanzo autostradale

Si apre oggi a Monza il processo relativo alla Milano-Serravalle: in aula, anche l’imputato Filippo Penati, ex presidente della Provincia di Milano. Tra quindici giorni, invece, si chiude il bando di gara con cui Provincia e Comune di Milano hanno messo in vendita l’82% delle azioni della società. A un prezzo scontato del 50 per cento rispetto a quello pagato nel 2005 —

Tratto da Altreconomia 150 — Giugno 2013

C’erano una volta un banchiere, un imprenditore affamato di concessioni autostradali e un politico affermato. E c’era un cerchio intorno a Milano, la sua corona di tangenziali (Est, Ovest e Nord). Era il 2005, e il politico affermato (l’allora presidente della Provincia di Milano Filippo Penati), dopo essersi consultato col banchiere (Corrado Passera), decise di comprare dall’imprenditore (Marcellino Gavio) una parte delle azioni della società Milano Serravalle-Milano tangenziali che questi deteneva. Quei 27 milioni di azioni, pari al 15% del capitale sociale, le pagò 238.437.000 euro. Per realizzare l’operazione, Penati chieste un prestito di 250 milioni di euro, che ottenne (proprio) dalla banca presieduta da Passera, Intesa Sanpaolo.
Gavio incassò 8,831 euro per azione, realizzando una plusvalenza di 179 milioni di euro. 
Sono passati otto anni da quell’estate: il banchiere ha fatto in tempo a diventare ministro, il politico a decadere, mentre Gavio è deceduto e ha lasciato il suo impero ai figli. L’eredità di quella vicenda, però, è ancora cronaca, e da giugno 2013 alcuni nodi della vicenda si sciolgono.
A Monza, il 26 giugno, inizia il processo per presunta corruzione legata alla gestione della Milano-Serravalle, che vede imputati -tra gli altri- alcuni collaboratori di Filippo Penati e uno dei manager di punta del gruppo Gavio, Bruno Binasco; il 10 del mese di luglio, invece, è la data ultima per presentare a Palazzo Isimbardi, sede della Provincia di Milano, le buste contenenti offerte per l’acquisto di 148.328.775 azioni della società, pari all’82.045% del capitale. La quasi totalità delle azioni -complessivamente il 71,502% della società- sono messe in vendita da Provincia e Comune di Milano, che sono ad oggi i principali azionisti della società.
Il prezzo di vendita è fissato in circa 660 milioni di euro, o più precisamente in 4,45 euro ad azione. La metà, circa, degli 8,831 euro pagati nel 2005. Ciò significa che se tutto va bene la Provincia di Milano incasserà circa 424 milioni di euro, per il 52,9% delle azioni, quando ne ha spesi oltre 238 per il 15%. E per l’operazione del luglio 2005 non vale, almeno secondo la Corte dei Conti della Lombardia, la giustificazione addotta dalla Provincia di Milano, ovvero che in quel modo si affermava il controllo pubblico sulla società: esisteva un Patto di sindacato tra i due principali azionisti pubblici (appunto Provincia e Comune di Milano), che insieme già detenevano oltre il 50 per cento del capitale della società.         
Per questo il prezzo pagato a Gavio non sarebbe stato congruo, e a fine aprile la Corte dei Conti ha contestato a Penati, ai membri della giunta ed ai vertici di Asam (la holding della Provincia che detiene la partecipazione nella Serravalle) di aver provocato un danno erariale, le cui stime variano tra i 57.250.000 e i 119.350.000 euro. Nell’aprile 2012 Corrado Passera, allora ministro con deleghe allo Sviluppo economico, alle Infrastrutture e ai Trasporti, venne sentito dalla Procura di Monza, che indaga sulla vicenda: “Dissi [a Penati, ndr] che [l’acquisto del 15% di Serravalle da Gavio, ndr] mi sembrava una buona idea[,] anche perché funzionale al più ampio progetto delle Autostrade Lombarde”, che “consiste nel riunire in un unico gruppo societario le varie infrastrutture esistenti e da costruire”, ovvero BreBeMi, Tangenziale Est esterna di Milano, Pedemontana Lombarda e Serravalle.
Un disegno che oggi potrebbe riuscire al gruppo Gavio, probabile acquirente delle azioni di Serravalle messe sul mercato. Sul cartello c’è scritto: “Vendesi autostrada, col 50 per cento di sconto. Astenersi perditempo”. —

Expo è fuori strada
L’Expo 2015 dovrebbe lasciare in eredità a Milano e alla Lombardia tre nuove autostrade, BreBeMi, Pedemontana e Tangenziale Est esterna di Milano (Tem). Serravalle è il perno dell’operazione, perché azionista delle tre concessionarie. Ma non è una favola a lieto fine: i soldi necessari, 10 miliardi di euro, non ci sono. Per questo il neo ministro delle Infrastruttuture, il lombardo Maurizio Lupi, ha annunciato di voler procedere alla defiscalizzazione fino al 50 per cento delle tre autostrade, in pratica uno sconto di circa 7 miliardi di euro. Un estremo tentativo di correre ai ripari, anche se a maggio 2015 potrebbe arrivare in fondo, cioè nelle campagna di Melzo, a Est di Milano, la BreBeMi, che al 30 aprile 2013 è al 66%. Per quanto riguarda la Tem, al 31 marzo 2013, l’avanzamento è al 5,7%; il primo dei due lotti di Pedemontana, invece, alla stessa data era al 46,6%. L’altro è fermo.

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