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Se il rimedio è peggiore del male

America first, prima gli italiani, prima gli ungheresi, prima i turchi, prima i russi e così via. Un mondo nel quale ogni popolo pretende di arrivare prima degli altri, se non fosse tragico, sarebbe semplicemente ridicolo. Le “idee eretiche” di Roberto Mancini

Tratto da Altreconomia 207 — Settembre 2018

Se il rimedio è peggiore del male. Populismo, sovranismo, leghismo, grillismo e democrazia digitale si presentano come risposta alla crisi della politica. In realtà sono tendenze propizie al prossimo fascismo. Esso sorge da una mentalità che si presenta in forme mutevoli, ben oltre il 1945, e genera regimi che, in vario modo, sono sempre espressione della stessa sindrome: angoscia collettiva; ottusità etica; inversione del significato delle cose; pretesa di imporre una propria verità su qualsiasi tema; potere concentrato, incarnato nell’“uomo forte”; masse imbevute di conformismo; paranoia persecutoria verso chi è più debole; occupazione e alterazione genetica delle istituzioni democratiche; legittimazione e uso della violenza. L’immagine dei bambini in lacrime, chiusi nelle gabbie alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, rende l’idea.

Ora il metodo di coltura del virus del fascismo è la campagna contro i migranti, i rom, i poveri. Ci si racconta che l’Italia è invasa dai migranti per colpa dei buonisti della sinistra, di papa Francesco e della Caritas, mentre Salvini rimette le cose a posto. La verità è un’altra: 1. le migrazioni coattive sono causate dal mix tra capitalismo globale e neocolonialismo; 2. i migranti sono ostaggio del gioco di convenienze tra i dittatori dei Paesi di provenienza, le mafie, i politicanti europei e chi li sfrutta come schiavi; 3. fu il governo Berlusconi, con la Lega in prima fila, a sottoscrivere nel 2003 il trattato di Dublino (la cui prima versione risale al 1990, sottoscritta dal governo Andreotti) che scarica la gestione dei migranti su Italia e Grecia; 4. paghiamo quelle milizie libiche che decidono di volta in volta se guadagnano di più a bloccare i migranti nei campi di concentramento o a farli partire; 5. il governo della Lega a 5 stelle è solidale proprio con i governi di Ungheria, Polonia, Slovacchia, Repubblica Ceca e Austria che impediscono la ripartizione dei migranti negli stati europei e sono tra i primi responsabili dei problemi che si creano in Italia; 6. senza la propaganda contro i migranti Salvini sarebbe politicamente irrilevante.

I populismi gridano lo slogan della precedenza: America First, prima gli italiani, prima gli ungheresi, prima i turchi, prima i russi e così via. Ma guardatelo un mondo nel quale ogni popolo pretende di arrivare prima degli altri: se non fosse tragico, sarebbe semplicemente ridicolo. Il populismo prepara il fascismo come il fumo predispone al cancro ai polmoni. L’elemento più nocivo è l’assuefazione alla violazione dei diritti delle persone. Ci si abitua a non considerare più il male come male, anzi lo si trova giusto. Si criminalizzano le vittime e chi è solidale con loro: i rifugiati fanno la pacchia, quelli delle Ong sono scafisti e le loro navi taxi del mare. Il fatto che molti tra i ceti popolari votino per partiti populisti non deve confondere: il populismo non porta alcuna giustizia. Perseguitare qualcuno non serve a liberare qualcun altro. Il populismo usa il consenso ottenuto per accrescere i vantaggi di chi è già potente (si veda la flat tax). All’Italia serve un grande percorso di ricittadinanza, cioè di riqualificazione della cittadinanza per tutti, da svolgere assumendo la Costituzione della Repubblica come testo generativo che dà le indicazioni di fondo per trovare la soluzione a problemi quali disoccupazione, degrado dei servizi, devastazione della natura, negazione dei diritti, mancato apporto alla costruzione di un vero ordine mondiale. Solo allora la risposta alle migrazioni sarà equa e umana. Chi immagina che il populismo sia una sana reazione allo strapotere della finanza globale non ha capito nulla né dei movimenti populisti né del capitalismo. Chi lavora per superare la finanziarizzazione del mondo deve capire che l’altreconomia non ha nulla a che fare con il populismo o con il sovranismo, poiché essa è un cammino che punta alla democrazia accogliente in tutti i rapporti, alla giustizia tra i popoli e alla pace con la natura.

Roberto Mancini insegna Filosofia teoretica all’Università di Macerata. Nel 2016 ha pubblicato “La rivolta delle risorse umane. Appunti di viaggio verso un’altra società” (Pazzini editore)

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