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Rifiuti, mai più cellulari e tv – Ae 78

Discarica addio: da gennaio i rifiuti hi-tech dovranno essere smaltiti in maniera differenziata. Un bene per l’ambiente e uno stop all’invio clandestino di rottami nel Sud del mondo Cellulari e tivù, frigoriferi e computer, macchine fotografiche e iPod, frullatori e…

Tratto da Altreconomia 78 — Dicembre 2006

Discarica addio: da gennaio i rifiuti hi-tech dovranno essere smaltiti in maniera differenziata. Un bene per l’ambiente e uno stop all’invio clandestino di rottami nel Sud del mondo


Cellulari e tivù, frigoriferi e computer, macchine fotografiche e iPod, frullatori e radioline, elettrodomestici piccini o enormi, apparecchi informatici e giochini. Beni in sé durevoli -benché spesso superflui- che però diventano presto immondizia. In sigla Raee: rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici. A gennaio entrerà in vigore un decreto legge (ribattezzata legge Raee) che obbliga a separare, raccogliere e conferire i rifiuti elettronici in maniera differenziata.

Finora, invece, la fantasia è stata al potere. A partire dal gesto individuale di disfarsene. C’era chi seppelliva il “vecchio” cellulare in un cassetto; chi lo restituiva al rivenditore comprando quello nuovo; chi lo gettava nel cassonetto per estrema ignoranza o estrema inciviltà; chi lo buttava in buona fede con la plastica o i metalli. C’era chi abbandonava il “vecchio” e grosso frigo nottetempo in un fosso e chi lo portava all’isola ecologica comunale.

Per il computer, magari si telefonava al negozio: “Che me ne faccio di questo portatile vecchio comprato da voi due anni fa?”. Risposta ottimale: “Vabbè, ce lo porti, lo diamo a un’associazione che li mette a posto e li manda in Africa”. Risposta improbabile: “Ce lo porti; un laboratorio li riassembla e li rivende qui in Italia”. Recuperi di trashware (vedi box) non tanto comuni. Risposta più frequente: “È meglio se va direttamente lei alla piattaforma comunale degli ingombranti”. E dopo la piattaforma? Al consorzio veneto Priula, che raggruppa 23 Comuni pluripremiati per la gestione dei rifiuti, spiegano: “Ogni Comune ha un centro di raccolta che ritira gratis i Raee, così buttarli nel fosso di notte diventa più scomodo per i cittadini! Il Consorzio li affida poi a impianti autorizzati e già esistenti nella nostra zona -niente esportazioni- che impiegano decine di persone nello smontaggio e nel recupero, creando così occupazione e risparmio di materie prime”. L’ingegner Roberta Lanfranco lavora a Gaia, società interamente pubblica (di proprietà dei Comuni della provincia di Asti: il capoluogo quest’anno ha vinto il premio Comune riciclone), che si occupa dello smaltimento dei rifiuti: “Noi da tempo separiamo i Raee dagli altri ingombranti che ci arrivano e li affidiamo alla cooperativa Arcobaleno di Torino che li smonta, recuperando il 90 per cento delle materie prime”.

Però a livello italiano, ma anche europeo, il recupero e trattamento dei Raee è rimasto finora al palo. In Europa, su una produzione di 14-20 chilogrammi di Raee pro capite all’anno -pari al 4 per cento dei rifiuti urbani continentali, in crescita del 3-5 per cento ogni anno (e ogni Natale)- solo il 10 per cento è recuperato e trattato.

In linea l’Italia: secondo i dati Apat, la raccolta differenziata -e il successivo recupero- è arrivata intorno alle 80 mila tonnellate all’anno; ma ciò è presumibilmente pari a un decimo del totale dei Raee prodotti. Il resto è finito in discarica, negli inceneritori,

o comunque è stato smaltito senza trattamento.

Molti e-waste vengono inviati clandestinamente nei Paesi in via di sviluppo, dove lo smantellamento avviene manualmente e senza precauzioni. Situazioni pericolosissime, come evidenzia anche Greenpeace in un rapporto sull’elettronica “tossica” (ma vedi anche Ae n. 50): i Raee infatti contengono cadmio, cromo esavalente, mercurio, piombo, ritardanti di fiamma bromurati, gas climalteranti. Per non dire dei preziosi materiali recuperabili.

Finora i produttori stavano tranquilli e non dovevano pagare per la fine vita delle apparecchiature. A pagare per il servizio autonomamente -ed eventualmente- organizzato erano i Comuni. Ma il 31 dicembre si cambia: novità per tutti, produttori, distributori, servizi di raccolta, consumatori. Entra infatti in vigore il decreto 151/05 che recepisce, dopo diversi rinvii, due direttive comunitarie del 2003.

Spiega Laura Baronchelli del consorzio Ecoqual’It, fondato nel 1994 dalle maggiori imprese produttrici di apparecchi elettronici: “Il decreto vieta il conferimento in discarica dei Raee, e impone il raggiungimento entro dicembre 2008 di una soglia di almeno 4 chilogrammi pro capite di Raee raccolto in maniera differenziata; inoltre introduce il principio del ‘vuoto a rendere’, ossia del ritiro del vecchio al momento dell’acquisto del nuovo; il prodotto dovrà recare il simbolo del cassonetto sbarrato. I produttori avranno l’obbligo di finanziare sistemi di trasporto, trattamento, recupero e smaltimento finale dei rifiuti hi-tech”. Sanzioni pesanti per gli inadempienti. Prevista anche la sostituzione di alcune sostanze pericolose come mercurio e piombo nelle apparecchiature.

Tutto a posto dal primo gennaio?

Non proprio; sono ancora da definire i registri dei soggetti, gli organi di coordinamento e controllo, gli obblighi dei distributori… e via di questo passo.

E poi: visto che i produttori dovranno pagare, in proporzione alla propria quota di mercato, anche per la raccolta, il recupero e il trattamento dei Raee storici provenienti dai nuclei domestici, sul prezzo di vendita inciderà una visibile fee, cioè una tassa visibile: in altre parole i consumatori pagheranno un sovrapprezzo -indicato in modo separato dal prezzo vero e proprio- per questo servizio reso alle loro cantine.

E il traffico rovinoso verso Cina e dintorni? Il flusso globale di Raee sarà verificato da un Comitato di vigilanza e controllo presso il ministero dell’Ambiente; ogni produttore dovrà occuparsi dei propri marchi ma, precisa Maria Letizia Nepi di Assoambiente, associazione che riunisce le imprese specializzate nello smaltimento, “bisognerà chiudere certe falle normative che permettono a categorie di Raee di viaggiare senza i registri e i controlli previsti. Abbiamo fatto presente il problema all’Ue”.



Decreto o non decreto, converrà avviare i Raee alla raccolta differenziata, attraverso le piattaforme pubbliche o i negozianti, ma, soprattutto, tenere gli apparecchi funzionanti il più possibile prima di sostituirli. Farli riparare e riassemblare. Non subire le mode. Nemmeno a Natale.



Viva il trashware, abbasso l’“e-consumo”

Sì al trashware: è il recupero delle componenti solide di un computer, mettendo anche insieme pezzi diversi, per il ripristino funzionale grazie all’utilizzo di software libero che richiede computer meno potenti. Ma è anche un modo per abbattere il divario digitale fra persone, settori sociali e Paesi (alcuni mandano a progetti nel Sud del mondo i computer rimessi in sesto). Indirizzi di laboratori e associazioni sul sito www.trashware.it e sul libro Tutto da rifare di Pietro Luppi, Terre di mezzo Editore (www.terre.it).

Aggiornare, non cambiare. Ovvero: evitare di cadere nella trappola dell’“e-consumo”;

non regalare né regalarsi l’ultimo modello di cellulare o computer (dove l’hardware e il software si inseguono continuamente a nostre spese). Semmai, far aggiornare il tutto creando lavoro anziché spreco.



Finanziaria, 200 euro a chi cambia il frigorifero

L’ultima Finanziaria ha introdotto detrazioni fiscali fino a un massimo di 200 euro per chi nel 2007 sostituirà frigorifero, congelatore o loro combinazioni, scegliendo quello nuovo fra i modelli di classe energetica non inferiore ad A+. Se i frigoriferi “ecologisti” raggiungeranno il 15% delle vendite si otterrà una riduzione dei consumi pari a 85 milioni di kilowattora.

Dare indietro il vecchio frigo significa però provocare un rifiuto Raee in più, anche se sarà riciclato. E non solo: ogni prodotto si porta con sé uno “zaino ecologico”, fatto dei materiali necessari a produrlo. Secondo gli insegnamenti dell‘Istituto Wupperthal, a meno che non sia un rottame conviene tenere il frigo ancora per qualche anno (lo zaino ecologico si “ammortizza” con un lungo uso) anche se magari consumerà qualche chilowattora in più. Comunque ormai si potrà sempre dare indietro il vecchio all‘atto dell‘acquisto. E su tutto, non solo i frigoriferi, attenti al simbolo: ci dev’essere un cassonetto barrato.



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