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Opinioni

Resistere alla manipolazione, una speranza per l’Europa

I poteri dominanti sono sempre più concentrati e ostili verso i cittadini. Al tempo stesso i popoli si frantumano in spezzoni, ognuno illuso di trovare scampo se si isola dal resto del mondo. Le idee eretiche di Roberto Mancini dal numero di settembre 2016 di Altreconomia

Tratto da Altreconomia 185 — Settembre 2016

Poteri arroganti e popoli alla deriva. Questa, in sintesi, è la situazione attuale. Oggi i cittadini di uno stato e quelli di una comunità sovranazionale come l’Unione europea faticano a ritrovare le ragioni del vivere insieme. Soprattutto quando intervengono minacce che spingono a chiudersi nel proprio frammento. Basta ricordare il dato che da solo spazza via le dichiarazione trionfalistiche dei nostri governanti: in Italia 5 milioni di persone sopravvivono in condizioni di miseria. Stiamo subendo l’aggressione dei poteri finanziari, il tracollo della nostra struttura produttiva, la precarizzazione crescente, i tagli al welfare. Aggiungiamo il modo in cui sono presentate le conseguenze dell’arrivo dei migranti e ci ritroviamo tra le spire di un’angoscia collettiva che non ispira alcuna buona politica. Come nella metafora del romanzo “Cecità” di José Saramago, tanti non vedono più il valore del bene comune e del futuro costruito insieme. I poteri dominanti sono sempre più concentrati e ostili verso i cittadini. Al tempo stesso i popoli si frantumano in spezzoni, ognuno illuso di trovare scampo se si isola dal resto del mondo. La cosiddetta “Brexit”, salutata come uno scrollone salutare per l’Unione europea dei burocrati, in realtà è un sintomo esemplare di questa patologia. Il referendum era incentrato sulla domanda sbagliata, visto che l’alternativa vera resta quella tra un’Europa obbediente ai Mercati o un’Europa che scelga di diventare più unita e democratica. L’esito del referendum ha spaccato a metà quello che, per ironia, si chiama Regno Unito (17 milioni contro 16), ha diviso gli anziani dai giovani, ha acuito la tensione con la Scozia e con l’Irlanda del Nord. Il motivo di tutto ciò? Non certo l’orgoglio di rilanciare una vera democrazia britannica, ma la fretta di chiudere le porte ai migranti.

Se ogni popolo europeo, nelle sue forze più vive, saprà respingere sia le manipolazioni dei potenti sia le tentazioni di ripiegamento egoistico, l’Europa ritroverà la sua dignità

Nel contesto globale del processo di ridefinizione del rapporto tra poteri e popoli, lo stravolgimento della Costituzione della Repubblica Italiana da parte del governo Renzi è un atto tipico della tendenza alla verticalizzazione del potere. Riassumo qui i difetti peggiori del progetto governativo: 1. contrappone senza alcun motivo valido la governabilità alla rappresentatività, cioè alla partecipazione dei cittadini e delle forze politiche alla vita pubblica (ma per svelare l’inganno basta chiedersi: in questi decenni, chi è che ha impedito una vera azione di governo? L’eccesso di partecipazione e di pluralismo politico-culturale, o non piuttosto le mafie, i poteri occulti, i servizi segreti deviati, le superpotenze straniere, la grande finanza e le multinazionali?); 2. riduce le prerogative del Parlamento (e, in esso, delle opposizioni), complicandone il funzionamento con almeno sette tipi diversi di votazione delle leggi; 3. nega l’elettività diretta del Senato, ma nel contempo attribuisce a esso funzioni legislative decisive, tra cui quella di un’eventuale revisione costituzionale; 4. i futuri senatori saranno nominati tra i consiglieri regionali o i sindaci, evidentemente soggetti ritenuti capaci di fare tutto simultaneamente e bene; 5. riduce le competenze e l’autonomia delle regioni; 6. scaturisce da un colpo di mano della maggioranza, cosicché si vuole riformare la Costituzione con un metodo antidemocratico, senza costruire un necessario consenso più ampio ed espresso da diverse parti politiche; 7. si combina con una legge elettorale che di fatto dà tutto il potere a chi, anche per un solo voto, vince il ballottaggio. Siamo in una fase difficile e rischiosa. Ma è pur sempre un compito realizzabile e doveroso, intanto, quello di votare “NO” al referendum di autunno per fermare questa aggressione alla Costituzione.

Se ogni popolo europeo, nelle sue forze più vive, saprà respingere sia le manipolazioni dei potenti sia le tentazioni di ripiegamento egoistico, l’Europa ritroverà la sua dignità. Così riuscirà a dare il suo apporto insostituibile per la gestazione di un ordine mondiale dove tutte le nazioni possano convivere con giustizia.

Roberto Mancini insegna Filosofia teoretica all’Università di Macerata

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