Economia / Opinioni
“ReArm Leonardo” e quel disastro aereo sul Monte Legnone

La Commissione europea punta tutto sul piano “ReArm Europe”, promettendo pubblicamente fondi ad hoc per i produttori di armi, anche quotati in Borsa, come la multinazionale italiana. Spot che stridono con una recente notizia poco discussa che riguarda una delicata indagine su un disastro aereo avvenuto tre anni fa in Lombardia. L’editoriale del direttore, Duccio Facchini
“L’Italia ha un’industria della Difesa e spaziale molto forte. E Leonardo è la più forte azienda europea del settore. Le persone potrebbero capire che per l’industria della Difesa sta arrivando un momento molto importante per espandersi e per creare nuovi posti di lavoro. E sarebbe strano se l’Italia non esaminasse una tale possibilità”. Il lettone Andrius Kubilius è il “nuovo” Commissario europeo per la Difesa e lo spazio.
Il 20 marzo di quest’anno, presentando alla stampa il “Libro bianco della Difesa” e il piano “ReArm Europe”, ha fatto un generoso spot al titolo di Leonardo Spa, preannunciando forti investimenti pubblici nel comparto dove opera la multinazionale quotata in Borsa e guidata dall’amministratore delegato Roberto Cingolani, già ministro della Transizione ecologica del Governo Draghi. Kubilius è in buona compagnia.
Pochi giorni dopo le sue parole, infatti, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervistata dal Corriere della Sera, ha rincarato la dose, dicendo che “ReArm Europe”, ribattezzato “Readiness 2030” nel goffo tentativo di farlo digerire all’opinione pubblica, sarebbe “un programma di investimenti che aumenterà la prosperità”, “a vantaggio dell’economia e della società italiana, ma anche delle infrastrutture al servizio delle persone”, “come gli ospedali” (lo ha detto davvero). Poi è tornata sincera: il piano è concepito per fare il bene dei nostri “giganti dell’aerospazio come Leonardo e imprese navali innovative come Fincantieri”. “Si tratta di investimenti in queste industrie, che creeranno buoni posti di lavoro. È una grande opportunità per l’industria italiana”.
L’intervento a piedi uniti della Commissione europea è giunto a poche ore da una notizia di cui si è scritto e discusso troppo poco nel nostro Paese e che riguarda un disastro aereo avvenuto a metà marzo 2022 sul Monte Legnone, tra le province di Lecco e Sondrio. La Russia ha invaso l’Ucraina da neanche un mese quando un caccia M346 prodotto dalla Alenia Aermacchi, società di Varese del Gruppo Leonardo, si schianta sul versante Nord del Legnone dopo essere decollato dall’aeroporto di Venegono (VA) per un volo di addestramento.
Il pilota collaudatore Giampaolo Goattin si salva eiettandosi con il paracadute e rimanendo fortunosamente impigliato alla roccia mentre quello in formazione, l’inglese David Alexander Ashley, 49 anni e due figli, muore precipitando in un crepaccio. Il 18 marzo di quest’anno, dopo oltre mille giorni di inchiesta, la Procura di Lecco ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a otto dipendenti di Leonardo e alla stessa società in quanto persona giuridica. Le accuse sono pesantissime: disastro aviatorio colposo e omicidio colposo per violazione della normativa anti-infortunistica. Ma ancor più pesante è il quadro -tutto da dimostrare al processo, sia chiaro- delineato dalla Procura.
Come ha riportato la testata locale leccoonline.com due giorni prima dell’uscita di von der Leyen, infatti, “quell’aereo non sarebbe stato ancora idoneo alla formazione del pilota […]. Pur alzatosi in volo, non sarebbe stato completo dal punto di vista dell’assemblaggio e dell’attività di verifica e di collaudo, trovandosi ancora in fase di realizzazione”. Non si sarebbe trattato di un errore “gratuito”. L’accusa è di aver agito provocando un “presunto vantaggio derivante a Leonardo Spa, per quel che riguarda il rispetto dei termini del contratto stipulato con la committenza, cioè l’Aeronautica del Turkmenistan”. Gli indagati avrebbero così “accelerato le procedure di allestimento del jet per non incorrere in eventuali sanzioni”.
Quell’M346 non sarebbe stato pronto e il presunto mix simultaneo tra l’attività di collaudo e quella di addestramento sarebbe costato la vita ad Ashley. Il tutto per consegnare senza penali i caccia al Turkmenistan, ex Repubblica sovietica indipendente dal 1991, Paese ricchissimo di gas e presieduto proprio dal marzo 2022 da Serdar Berdimuhamedow, figlio del suo predecessore, papà Gurbanguly, e membro di quel Partito democratico che governa senza interruzioni la “patria della neutralità” da 34 anni. I totalitarismi ci fanno inorridire i giorni pari ma fatturare quelli dispari. Rendendoci indifendibili.
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