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Quel ponte manifesto del peggio del Paese

Lo Stretto di Messina © Nasa - pubblico dominio

La ciclopica opera sullo Stretto a rischio sismico e in una Sicilia dalla “viabilità medievale” è simbolo di una classe dirigente irresponsabile. La rubrica di Tomaso Montanari

Tratto da Altreconomia 278 — Febbraio 2025

In un Paese senza memoria (così senza memoria da dedicare piazze e strade a un razzista, fascista, filonazista come Giorgio Almirante) ogni tanto non fa male ricordare pubblicamente.

Nel 2025, con il sistema ferroviario nel caos non solo per quanto riguarda i pendolari (di quelli ai media non importava molto), ma anche per la costosissima Alta velocità, l’ineffabile ministro Matteo Salvini dedica tempo, energia e montagne di denaro pubblico al ponte sullo Stretto: la grande opera che è diventata la più eloquente immagine della cialtronaggine di questo ceto di governo. Giusto. Ma chi ha resuscitato il ponte?

Nell’estate del 2021, l’allora presidente della Sicilia Nello Musumeci (di provenienza missina e di fede indubbia, come dimostra il titolo del suo indimenticabile best seller “L’ambasciatore Anfuso: Duce, con voi fino alla morte”) annuncia con queste parole l’audizione dell’allora ministro per le Infrastrutture sostenibili (quale ironia!) Enrico Giovannini alla commis

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