Il ritorno delle cose

La rivincita degli oggetti nell'era del digitale. Carta, vinile, pellicola e altri piaceri analogici. Prefazione di Alessandro Robecchi

112 pagine / 13 x 20 cm / novembre 2019


In una società sempre più immateriale, continuiamo a scrivere sulla carta, a far suonare un Lp, a scattare una foto con la Polaroid. Non per moda, ma per il segreto piacere che danno la materia e le relazioni.

Questo libro racconta larivincita delle cose”: il piacere di tenere in mano un libro, il graffio della puntina sull’Lp, il lampo del cubetto flash, ma senza voler contrapporre l’impero digitale alla ribellione analogica e nemmeno risvegliare nei lettori la nostalgia per i tempi andati.

Piuttosto è un invito a riflettere – attraverso storie di cose e persone – sull’intelligenza degli oggetti, sul loro valore relazionale e sul significato di attività umane che non possono essere cancellate con un semplice delete. La carta e la scrittura a mano, il vinile e i suoi solchi, la pellicola stampata e tanti altri “piaceri analogici”, che oggi non sono soltanto “tornati  di moda” ma rivestono ancora un profondo senso culturale, sociale e umano. Un libro che canta gli epici duelli tra pesanti volumi e agili reader, tra Google maps e Tuttocittà, tra Polaroid e iPhone 11, tra stampante 3D e tornio. Senza fare troppo il tifo, beninteso. Alzi la mano chi non prova un po’ di disagio quando vede ragazzi (e adulti) guardare un’opera d’arte o un concerto attraverso uno schermo o non sobbalza di fronte alle manifestazioni
di “analfabetismo funzionale”.

Con la brillante prefazione di Alessandro Robecchi e interviste a Paolo Cognetti, Filippo Del Corno e Massimo Temporelli.

Eppure non passa. Eppure mi chiamano forte, mi reclamano, a volte, certi piaceri tattili. Certe superfici ruvide e porose dove ti sembra di sentire il rumore di una penna che scrive. Il disco che gracchia un po’, la macchina che chiede vibrando la doppietta tra prima e seconda. Quei pomeriggi di devastante adolescenza in cui dicevi al tuo amico: ‘Ok, porto i dischi’, e non ‘Ti mando un file’.
Ma questo non risolve niente: bisogna sempre decidere se mi manca la carta o mi manca il me stesso sui banchi di scuola; se ho nostalgia del vinile o di me sedicenne. Questione complicata” (dalla prefazione di Alessandro Robecchi).

L’illustrazione di copertina è di Ale Giorgini, www.alegiorgini.com

Gli autori

Angelo Miotto

Milanese, giornalista dal 1992, documentarista radiofonico. Ha lavorato per Radio popolare network fino al 2007. È stato caporedattore a PeaceReporter, quindi a “E”, il mensile di Emergency. Fra i pionieri del webdocumentario con produzioni riconosciute a livello internazionale, è stato ospite di “Perpignan Visa pour l’image” e “Idfa Amsterdam”. È autore di installazioni sonore, coautore di documentari - Cronache basche, L’italia chiamò - coautore di testi teatrali, saggi sui Paesi baschi e uranio impoverito. Ha vinto i premi “Baldoni”, “Bizzarri”, “Anello Debole”. Librettista dell’opera contemporanea “Non guardate al domani”, per la musica di Filippo del Corno. Fondatore dell’ensemble di musica contemporanea Sentieri selvaggi. Nel 2018, insieme al fotografo Leonardo Brogioni, pubblica MetroMoebius, una storia crossmediale sulla metrò milanese. Oggi è direttore di Q Code Mag, cura la comunicazione di Avanzi, Sostenibilità per Azioni, del Festival dei Diritti Umani ed è consigliere di Amministrazione della cooperativa energetica “ènostra”. Per Altreconomia ha curato "Il ritorno delle cose" e "Milano siamo noi", "2001-2021 Genova per chi non c’era" con Massimo Acanfora

Massimo Acanfora

Giornalista, professionista, autore. Ha lavorato per Terre di Mezzo editore, ha creato e coordinato l'evento Fa' la cosa giusta! ed è stato per 13 anni responsabile editoriale di Altreconomia edizioni. Ha creato e sviluppato la collana di Guide di turismo responsabile di Altreconomia. È coautore di numerosi libri e guide tra cui "Il viaggiatore contadino" e "Il campeggio ecologico" nonché curatore di gran parte dei libri della collana.