Armi, un affare di stato

Soldi, interessi, scenari di un business miliardario

Soldi, interessi, scenari di un business miliardario

C’è un business internazionale che continua a macinare miliardi. La Grecia sull’orlo del default è il paese in Europa che spende di più per la difesa. L’Italia è il quinto produttore mondiale di armi, che esporta in tutto il mondo. Simboli del made in Italy, anche in questo settore, sono la corruzione e gli scandali, soprattutto quelli legati a Finmeccanica. Soldi, soldi, soldi. È fondamentale provare a guardare il mondo attraverso questo business che arricchisce una lobby internazionale potentissima. Un mercato cresciuto del 50 per cento negli ultimi dieci anni. Questo libro percorre per la prima volta la filiera delle armi raccontandone affari, interessi e ritorni economici. Con nomi e cognomi di banche, politici, manager e imprenditori.

Edito da Chiarelettere IN COLLABORAZIONE CON “ALTRECONOMIA”

Duccio Facchini scrive per il mensile “Altreconomia” ed è attivo nel movimento d’impegno civile “Qui Lecco libera”.

Michele Sasso, giornalista free-lance, si occupa di inchieste per il settimanale “l’Espresso”.

Francesco Vignarca è coordinatore nazionale della Rete italiana per il disarmo, cura per “Altreconomia” il blog “I signori delle guerre” ed è autore di MERCENARI SPA (Bur 2004), IL CARO ARMATO (Altreconomia 2009) ed ECONOMIA ARMATA (Altreconomia 2011).

 

Edizioni Chiarelettere

 

PRETESTI

“Il business legale delle armi è una macchina capace di divorare a livello mondiale oltre 1700 miliardi di dollari all’anno.”

“L’Italia, che nella sua Costituzione dichiara di ripudiare la guerra, ha venduto armi per 3,2 miliardi di dollari in cinque anni (2007-2011).”

“Possiamo discutere sugli investimenti, qualche aereo in meno, qualche fregata in meno, ma trovando un equilibrio tra riduzioni possibili e la necessità di non recare danni all’industria militare italiana.”
Ignazio La Russa, ministro della Difesa, agosto 2011

“Nel 2012 l’Italia destinerà al comparto della difesa oltre 23 miliardi di euro.”

“In Medio Oriente è la Siria che ha visto crescere maggiormente il proprio volume di importazioni di armi: 580 per cento in più nel periodo 2007-2011… Un numero dietro il quale c’è la tragedia di un intero popolo.”

“Le armi impiegate contro i manifestanti [della primavera araba] sono state vendute per buona parte dai paesi europei, dalla Russia e dagli Stati Uniti.”
Da un rapporto di Amnesty International, 2011

“Il cittadino deve avere il diritto di difendersi se lo Stato non riesce a proteggerlo. Poi, certo, le armi bisogna saperle usare. Ma è un problema di istruzione. Credo che non si farebbe male a mandare i ragazzini al poligono di tiro.”
Ugo Gussalli Beretta, patron della Beretta, la principale industria italiana di armi leggere.
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PARLANO DEL LIBRO

Segnalazione con estratto sul sito dell’Espresso (4 ottobre 2012)

Recensione di VareseNews con intervista a Michele Sasso (4 ottobre 2012)

Intervista a Francesco Vignarca, con rilancio del libro, su Virgilio Notizie (5 ottobre 2012)

Recensione pubblicata su Repubblica.it/ Mondo Solidale

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GUARDA IL BOOKTRAILER DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO

 

Gli autori

Duccio Facchini

Duccio Facchini è giornalista, scrittore e direttore della rivista mensile Altreconomia. È autore di numerosi libri tra cui “Armi, un affare di Stato” (Chiarelettere, 2012), “Mi cercarono l’anima. Storia di Stefano Cucchi” (2013), “L’economia in classe” (con Luca Martinelli e Pietro Raitano, 2017) e “Alla deriva. I migranti, le rotte del Mar Mediterraneo, le Ong: il naufragio della politica, che nega i diritti per fabbricare il consenso” (2018), e "Respinti. Le "sporche frontiere" d'Europa, dai Balcani al Mediterraneo" (2022) con Luca Rondi, tutti pubblicati da Altreconomia. L'ultimo saggio che ha contribuito a realizzare è "Chiusi dentro. I campi di confinamento nell'Europa del XXI secolo" (Altreconomia, 2024).

Francesco Vignarca

Francesco Vignarca è il Coordinatore Campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo, partner della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (Premio Nobel per la Pace 2017) e promotrice insieme a Senzatomica della mobilitazione “Italia, ripensaci” per l’adesione del nostro Paese al Trattato di proibizione delle armi nucleari TPNW. L’autore - che si occupa da oltre 15 anni di produzione e commercio di armi, di spese militari e di acquisizione di sistemi d’arma (tra cui i famigerati F-35, che possono trasportare e sganciare le testate nucleari presenti nella base italiana di Ghedi - ha seguito fin dai primordi (da coordinatore della Rete Italiana Disarmo poi confluita in RIPD) la campagna ICAN e la sua Iniziativa Umanitaria, partecipando anche ai negoziati per il TPNW e il 7 luglio 2017 al Palazzo di Vetro ONU di New York alla storica sessione che lo ha votato e adottato.