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“Pomovero”: la passata bio della Puglia solidale e libera dal caporalato

Nei campi di Pietra di Scarto. Foto di Pietro Fragasso

Il pomodoro del progetto è pagato 0,35 euro al chilo, contro gli 8 centesimi della grande distribuzione. Unsolomondo di Bari, Pietra di Scarto di Cerignola (FG), Semi di Vita di Bari e Terra d’Incontro di Casamassima (BA), con Avanzi Popolo 2.0, stanno promuovendo il terzo anno di progetto. Dalle 1.500 bottiglie di salsa del 2016, quest’anno si arriverà a 15mila. Le prenotazioni entro fine luglio

“Inizia la stagione dei pomodori, la stagione dello sfruttamento”. È lapidario Pietro Fragasso della cooperativa sociale Pietra di Scarto di Cerignola (FG), ma non smette di sognare perché “ciascuno cresce solo se sognato”, come ricordano le parole di Danilo Dolci. E, grazie al progetto “Pomovero”, anche quest’anno il sogno di Pietro e dei suoi compagni si sta concretizzando. Il progetto per la produzione di passate di pomodoro solidali, biologiche e libere dal caporalato è alla sua terza edizione e dalle 1.500 bottiglie di salsa del 2016, quest’anno ne produrrà 15mila (erano 7.500 nel 2018).
Un’idea nata nell’ambito del progetto “Kilometro vero”, promosso dalle rete pugliese delle botteghe del commercio equo e solidale grazie a un finanziamento della legge regionale sul commercio equo e solidale (la 32 del 2014, un caso finora unico nel Sud Italia). Capofila è la cooperativa sociale Unsolomondo di Bari, che segue la promozione e la distribuzione del prodotto. “Più del chilometro zero, riteniamo che la verità sia l’unità di misura migliore per valutare la bontà di un progetto e anche per comunicare il nostro lavoro nelle botteghe del commercio equo”, spiega Piero Schepisi, presidente di Unsolomondo. “Il nostro ruolo è sempre stato quello di accompagnare i produttori al mercato: una storia che stiamo replicando anche nei nostri territori”.

Il pomodoro è coltivato biologicamente su 3 ettari di terra dai partner del progetto: oltre a Pietra di Scarto -che dal 2014 produce pomodoro su un bene confiscato alla mafia a Cerignola (FG)-, ci sono la cooperativa sociale Semi di Vita di Bari e la masseria didattica e sociale Terra d’Incontro di Casamassima (BA).
Tutto il pomodoro raccolto sarà poi trasformato dalla piccola realtà Sapori di Herdonia, di Ordona (FG). Dalla prossima stagione, invece, sarà attivo il laboratorio di trasformazione di Pietra di Scarto, come racconta Pietro Fragasso, presidente della cooperativa sociale: “Stiamo finendo la ristrutturazione dell’immobile che presto allestiremo a laboratorio. Dall’anno prossimo potremo produrre 3mila bottiglie al giorno, trasformando quotidianamente fino a 50 quintali di pomodoro fresco”.
Inoltre, il progetto prevede una sinergia con l’associazione Avanzi Popolo 2.0, “foodsharing made in Puglia” che contrasta la povertà attraverso il recupero delle eccedenze alimentari. “Una delle motivazioni della prenotazione in anticipo da parte dei consumatori è proprio evitare inutili eccedenze nella produzione”, spiega Pietro Fragasso.

Ma sensibilizzare i consumatori a un acquisto responsabile non è l’unico tema del progetto. Secondo Pietro, uno degli aspetti più interessanti di Pomovero è che aiuta a rafforzare una filiera etica del pomodoro pugliese, basata sulla dignità dei lavoratori. In questo senso, uno dei pilastri fondamentali del progetto è la lotta al caporalato. “Il pomodoro è ipersvalutato, agli stessi prezzi dell’anno scorso: quello tondo vale 8 centesimi di euro al chilo, lungo 9 centesimi -spiega-. E anche se il Governo sta provando a mettere in campo delle politiche di lotta al caporalato attraverso dei tavoli tecnici, questo sistema si adatta e trova nuove forme dello sfruttamento. Così, il pomodoro non è più un’eccellenza del nostro territorio, ma un prodotto a bassa marginalità e con un’altissima speculazione sul lavoro”.
Pietra di Scarto paga il pomodoro 35 centesimi al chilo, lo stesso prezzo che viene riconosciuto dal progetto Tomato Revolution di Altromercato. Il prezzo delle salse di pomodoro è trasparente: per ogni bottiglia da 710 ml servono da 1,5 a 2 chili di pomodoro, per un costo di 0,55 euro che, insieme alla trasformazione (1,10 euro, tappo e bottiglia compresi), è il principale nella costruzione del prezzo finale. Altri 0,55 euro sono reinvestiti nei progetti sociali delle realtà partner del progetto; l’etichetta costa 15 centesimi così come il trasporto e l’imballo. Aggiungendo l’Iva, del 4%, il prezzo di una bottiglia di passata bio da 710 ml è di 2,60 euro.
L’altro caposaldo del progetto è “l’inserimento lavorativo di persone che vengono da situazioni di fragilità, sfruttamento o marginalità sociale”, aggiunge Pietro. Per questo, l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (U.E.P.E.) di Foggia ha messo a disposizione 7 borse lavoro, di cui 4 sono già attive. In tutto, Pomovero coinvolge una quindicina di lavoratori in campo. E altri incentivi saranno offerti a 6 donne nell’apprendimento della gestione dei macchinari per la trasformazione del pomodoro nel nuovo laboratorio di Pietra di Scarto, in collaborazione con il Centro antiviolenza “Titina Cioffi” di Cerignola.

Fino a fine luglio è possibile prenotare (da tutta Italia) nelle sedi dei partner del progetto le salse di Pomovero, versando un acconto del 40% sul prezzo finale, a sostegno della filiera del progetto. “Sulla base degli ordini ricevuti possiamo fare una previsione rispetto a quante piante mettere a dimora”, spiega Piero Schepisi. E il 15 settembre è già in programma un appuntamento per chi ha sostenuto il progetto: ci si troverà con i “coproduttori” per la consegna delle passate e, con l’occasione, si farà una visita collettiva nei campi della cooperativa Pietra di Scarto, dove sarà anche allestita una mostra che racconta questa filiera solidale.

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