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Economia

Politica e scommesse: luci e ombre di un rapporto

“Un limite al gioco d’azzardo!”. L’appello arriva dalla campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”, ed è stato lanciato a partiti e candidati alle prossime elezioni politiche. La richiesta è quella di regolamentare la diffusione del gioco d’azzardo nel nostro Paese con otto proposte puntuali

La campagna ha presentato anche un dossier sul rapporto tra politica e gioco d’azzardo, che evidenzia la debolezza delle forze politiche nei confronti della lobby dell’azzardo e, a volte, la vera e propria connivenza. Ecco alcuni esempi di una lunga lista: l’onorevole Gianfranco Miccichè, ex vice ministro dell’Economia nel governo Berlusconi, nel luglio 2002 a Sisal Tv sostenne che “il gioco non è pericoloso se è legale”. Anche un altro ex vice ministro dell’Economia, Vincenzo Visco dell’Ulivo, nelle linee guida 2007-2009 della politica fiscale parlò chiaramente di “sviluppare e consolidare l’industria del gioco” attraverso alcune modalità fra cui: “ampliare le reti distributive per l’accesso al gioco remoto”.
Così come l’ex premier Silvio Berlusconi, che il 30 marzo 2011 a Lampedusa disse: “Condivido
l’idea che Lampedusa possa essere anche sede di un casinò”. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, allora in Alleanza nazionale, nel maggio 2008 durante la campagna elettorale per le elezioni municipali sostenne l’apertura di un casinò dicendo “non capisco perché Roma non dovrebbe averne uno”.
La sorella di Alemanno, Gabriella, era direttrice dei Monopoli di Stato e lui stesso -da ministro delle Politiche agricole e forestali, concesse un mutuo da 150 milioni di euro all’UNIRE, l’ente che
gestiva il business dell’ippica in Italia.
Secondo il Dossier di “Mettiamoci in gioco” Alemanno nel 2008 ricevette una donazione da 60mila euro dalla SNAI, il più grande concessionario di scommesse in Italia, per il sostegno al suo comitato elettorale a sindaco di Roma. E la stessa Snai fu generosa anche con altri partiti: nel 2006 finanziò con 150mila euro la Margherita, nel 2007 dette 30mila euro l’UDC, nel 2008 finanziò con 45mila euro i DS tramite Ugo Sposetti, nel 2009 finanziò con 45mila euro il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo.
“Sicuramente -ha affermato il curatore del dossier Matteo Iori, presidente di CONAGGA
(Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo)- certe cifre rischiano di influenzare notevolmente, ma penso che anche certi incarichi, dati a politici o ex politici molto influenti, possano rappresentare un rischio da non sottovalutare. E gli esempi nel nostro Paese non mancano.
Come nel caso di Augusto Fantozzi, ex ministro delle Finanze e poi del Commercio con l’estero con il governo Prodi, ora presidente della SISAL, una delle più importanti aziende del settore del gioco d’azzardo”.
E il dossier prosegue con numerosi altri “legami pericolosi” che toccano politici di tutti gli schieramenti.
Nel documento in otto punti “Un limite all’azzardo” la campagna chiede di dare ai sindaci un reale potere di controllo sul fenomeno nel loro territorio; ridurre l’alta variabilità attuale nella tassazione sui diversi giochi incrementando le entrate per lo Stato, rimaste stabili pur in presenza di un volume d’affari crescente; portare a termine le procedure per l’inserimento del gioco d’azzardo patologico nei Livelli essenziali di assistenza, che devono essere garantiti dal Servizio sanitario nazionale; vincolare l’1% del fatturato annuo dei giochi d’azzardo al finanziamento delle azioni di prevenzione, assistenza, cura e ricerca relative al gioco d’azzardo patologico; dare seguito a quanto stabilito nel decreto Balduzzi sulla regolamentazione della pubblicità che riguarda il gioco d’azzardo, vietando inoltre le pubblicità che indicano le possibilità di vincita senza contrapporle alle possibilità di perdita e quelle che promuovono illusorie probabilità di vincite facili; vincolare l’esercizio delle concessioni al rispetto del codice di autoregolamentazione pubblicitaria adottato dalla Federazione sistema gioco Italia, stabilendo al contempo una Authority di controllo esterna ad Aams; stabilire una moratoria sull’introduzione di nuovi giochi fino a quando non saranno noti i risultati delle ricerche promosse da enti terzi sui rischi e i benefici delle attuali politiche in materia; adottare un registro unico nazionale delle persone che chiedono l’auto-esclusione dai siti di gioco d’azzardo.

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