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Ambiente / Attualità

Nuovo cemento dopo il terremoto. E il Parco diventa un “intralcio”

A Castelluccio di Norcia un gruppo di cittadini raccoglie le firme per chiedere l’uscita del territorio comunale dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Motivo? Il “no” dell’ente alla realizzazione di un ennesimo parcheggio a servizio di un’area commerciale. Il WWF denuncia: “Qualcuno strumentalizza il sisma per promuovere progetti incompatibili con il patrimonio naturale”

La piana di Castelluccio di Norcia (Pg) © foto di Giorgio Rodano via Flickr

Non strumentalizzare il terremoto del 2016 e le sue gravi conseguenze sul territorio e sulla popolazione per proporre, in regime emergenziale, progetti e opere incompatibili con la tutela del patrimonio naturale e paesaggistico all’interno di un’area protetta. Wwf Italia interviene sulle polemiche che negli ultimi mesi hanno investito l’Ente parco nazionale dei Monti Sibillini “accusato da alcuni comitati locali di rallentare la ricostruzione, ostacolando il rilancio dell’economia dei territori colpiti dal terremoto”.

Sono due i progetti che hanno suscitato un ampio dibattito sui rispettivi territori. Il primo interessa il versante umbro del Parco, per la precisione il comune di Castelluccio di Norcia, dove è stato approvato il progetto per la realizzazione di uno spazio commerciale (denominato “Il Deltaplano”) destinato ad accogliere i ristoratori, gli artigiani e i piccoli produttori locali che, a seguito del sisma, hanno perso i propri spazi commerciali. L’Ente parco ha dato il via libera alla realizzazione dello spazio commerciale (chiedendo però una riduzione delle volumetrie). Ma si è opposto alla realizzazione di un parcheggio servizio della struttura che dovrebbe ospitare 70 auto e 35 camper e che avrebbe richiesto sbancamenti ad alto impatto ambientale. In alternativa alla realizzazione del parcheggio, l’Ente parco ha individuato come alternativa l’adeguamento delle strade che circondano Castelluccio.

“L’emergenza determinata dalla catastrofe non deve però far perdere di vista gli obiettivi di valorizzazione sostenibile per il medio e lungo periodo”, scrive l’Ente parco dei Monti Sibillini in un comunicato stampa del 15 gennaio. “Solo una visione condivisa e una pianificazione attenta potranno infatti garantire una vera rinascita di Castelluccio senza compromettere quei valori ambientali e paesaggistici così straordinari e fragili su cui si fondano la sua notorietà e le sue concrete potenzialità di sviluppo”. Di fronte a questa opposizione al parcheggio un gruppo di cittadini di Castelluccio ha avviato una raccolta firme per chiedere l’uscita dal territorio comunale dall’area del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. “La realizzazione del Deltaplano, con annesso parcheggio, richiesto oggi a gran voce da chi persegue i propri interessi particolari, cancellerebbe le previsioni del Parco per un’autentica mobilità sostenibile -commenta il Wwf- facendo prevalere un modello di sviluppo turistico ispirato alla logica dei centri commerciali”.

Il secondo contestato progetto riguarda invece la realizzazione di un lago artificiale sul monte Prata (nelle Marche) a 1.700 metri di altitudine della capienza di circa 12mila metri cubi d’acqua. Il progetto, dal costo stimato di circa 1 milione di euro, è stato realizzato e promosso dalla Confederazione agricoltori (Cia) Marche e da Copagri Marche. Il lago dovrebbe servire a risolvere il problema della mancanza di acqua per i pascoli, per lo spegnimento degli incendi e aiutare a prolungare la stagione invernale grazie alla realizzazione di un impianto di innevamento artificiale per le piste da sci di Monte Prata.

Un progetto contestato dall’Ente parco dei Sibillini e dal Wwf, sia per quanto riguarda l’impatto ambientale determinato dallo sbancamento e dagli interventi necessari per impermeabilizzare il terreno calcareo, sia per quanto riguarda la poca utilità di un progetto di innevamento artificiale “che non considera gli effetti del cambiamento climatico in atto e il conseguente innalzamento altitudinale dello zero termico, che non consente la permanenza della neve artificiale sul terreno”, si legge nel comunicato del Wwf. Per risolvere il problema dell’acqua nei pascoli, inoltre, Wwf ed Ente parco spingono per una diversa gestione dei pascoli stessi, oltre che per un miglioramento dei punti di abbeveramento esitenti. “Anche in questo caso è evidente la strumentalizzazione del terremoto per proporre un progetto che sottintende un modello di sviluppo non compatibile con la salvaguardia del patrimonio naturale del Parco”, denuncia il Wwf.

“Episodi come questi, purtroppo non sono rari -commenta Paolo Pileri, professore ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano e autore per Altreconomia dei due saggi ‘Il suolo sopra tutto’ (con Matilde Casa) e ‘Che cosa c’è sotto’– In generale mi sembra che in Italia manchi la percezione dei parchi come una possibile risorsa per offrire ai territori uno sviluppo sostenibile. Sia da parte dei cittadini, sia da parte degli amministratori”.

Uno scarso interesse che porta a percepire i parchi come “intralci” alla realizzazione di altre opere che vengono percepite come più utili o produttive “ma che in realtà si basano su modelli di sviluppo vecchi, che vengono riproposti senza nemmeno provare a immaginare alternative possibili -commenta Pileri-. Pensiamo, ad esempio, al cicloturismo nei Parchi: in Italia manca una mappa complessiva dei percorsi ciclo-turistici. Così come manca un coordinamento globale sulle iniziative, i progetti, le strutture turistiche leggere”. Sulla gestione, la tutela e la promozione dei Parchi nazionali bisogna poi fare i conti con la mancanza di risorse: nel 2017 lo stanziamento statale è stato di 64 milioni di euro. L’equivalente della spese per la realizzazione di 2-3 chilometri di autostrada.

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