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Oxfam arriva in Italia. Un ufficio “campagne” in partnership con Ucodep

Sull’orizzonte italiano della cooperazione allo sviluppo s’affaccia un soggetto granitico, Oxfam International. Lo fa in punta dei piedi, aprendo un ufficio campagne in partnership con l’ong italiana Ucodep. La galassia di Oxfam, 638milioni di dollari spesi solo nel 2006 per progetti in oltre 100 Paesi del mondo, ha già 13 sedi-satellite e più di 3mila partner. Sono in fase di lancio le affiliate in Giappone, Messico e India.

In Italia invece, anche per una questione di risorse, finora si è scelta la strada dell’associazione. Il partner, Ucodep, è un’organizzazione già affermata ma con numeri microscopici rispetto a quelli del colosso con base a Oxford e sulla breccia da oltre 60 anni.

“Nonostante la tradizione colonialista inglese possa far pensare il contrario -scherza Jeremy Hobbs, direttore esecutivo di Oxfam International, a Roma per la presentazione del nuovo ufficio- noi di Oxfam non seguiamo una strategia imperialista. Quando ci affacciamo in un altro Paese, non è per fare competizione nella raccolta fondi, ma per stringere relazioni con le organizzazioni locali. Siamo entusiasti di lavorare al fianco di Ucodep per estendere le nostre campagne all’Italia, soprattutto in vista della riunione G8 che sarà ospitata qui il prossimo anno”.

Come conferma anche Francesco Petrelli, presidente di Ucodep, gli obiettivi del nuovo ufficio sono già piuttosto chiari: “Siamo convinti che l’Italia possa giocare un ruolo da protagonista nelle prossime strategie della cooperazione allo sviluppo. Lavoreremo perché nell’agenda internazionale venga data priorità all’Africa e perché il nostro Paese si presenti al G8 del 2009 con proposte originali su temi come beni pubblici e acqua. Chiaramente la presenza di Oxfam è garanzia che l’accento verrà posto anche sulle questioni commerciali”.

L’ufficio sarà attivo già nel 2008, ma gli uomini di Oxfam saranno in prima linea soltanto dal gennaio 2009, quando con l’avvicinarsi della riunione G8 la situazione si farà più calda. Quanto alle risorse finanziarie, Oxfam provvederà per 2 terzi, Ucodep per il terzo mancante. “Non è un franchising -precisa Petrelli- ma un rapporto politico mirato a far pressione sulle istituzioni italiane. Oxfam lavora da sempre su diritti civili, salute, ambiente, istruzione, commercio equo e solidale. Il suo bagaglio d’esperienze sarà utile non solo a noi di Ucodep ma a tutti gli attori della cooperazione italiana”.

Il mondo della cooperazione in Italia è stato al centro del dibattito “Finanziare lo sviluppo, il ruolo dell’Italia nel G8”, prima iniziativa promossa dal nuovo ufficio in occasione della sua presentazione ufficiale. Dall’incontro emerge il quadro, già conosciuto, di un Paese in ritardo sia in termini quantitativi (è l’unico dei G8 a non avere raggiunto l’obiettivo di destinare lo 0,33% del Pil all’aiuto allo sviluppo) che qualitativi, ancora troppo alta la quota di aiuto legato all’acquisto di beni prodotti nel nostro Paese o fornito sotto forma di assistenza tecnica. Secondo Andrea Cornia, professore di politica ed economia dello sviluppo all’Università di Firenze, “negli ultimi anni, in Italia, l’aiuto allo sviluppo ha stagnato non soltanto in termini reali. Siamo tra i Paesi più indietro nel campo dell’immigrazione, dell’ambiente, degli investimenti diretti all’estero. Il debito estero o il deficit di bilancio vengono spesso utilizzati come scusanti, ma per ottemperare agli impegni che l’Italia ha preso in sede internazionale sarebbero bastati i 3miliardi di euro spesi dal governo in sussidi all’Alitalia. Una condotta simile non può che indebolire tutta la nostra politica estera”. Insomma alla corazzata di Oxfam il lavoro non mancherà di certo.

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