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Diritti / Opinioni

L’Organizzazione mondiale della sanità strangolata dagli Stati

L’agenzia dell’Onu opera in uno scenario poco disposto alla solidarietà. E i governi le fanno la guerra. Trump in testa. La rubrica di Nicoletta Dentico

Tratto da Altreconomia 226 — Maggio 2020
© U.S. Mission Geneva/ Eric Bridiers - Flickr

Il nuovo Coronavirus continua a tenere in scacco il mondo, nella quotidiana irrefrenabile conta globale dei morti. L’ondata virale continua a montare e a sommergere Paesi che fino a pochi giorni fa erano ancora indenni o poco coinvolti. Questa crisi planetaria segna lo spartiacque fra un prima e un dopo. Le decisioni che governi e società prenderanno nel prossimo futuro definiranno il mondo che verrà, con conseguenze di lunga gittata, non solo in ambito sanitario. E prendere decisioni non è uno scherzo, nell’altalenante transizione in cui scienza e politica navigano a vista alla scoperta del virus e delle sue traiettorie, delle sue mutazioni e degli impatti che produce. SARS-CoV-2 si innesta nelle cellule umane per vivere e moltiplicarsi ma interagisce anche con le peculiarità ambientali dei luoghi, le abitudini dei popoli, le organizzazioni sociali, le attitudini umane delle diverse comunità. Le pandemie cambiano la storia, insomma. Lo ricorda l’epidemiologo Frank Snowden nel suo libro “Epidemics and Society: From the Black Death to the Present”, illustrato in un recente articolo del New Yorker che mi dà la sponda per una domanda. Le Nazioni Unite riusciranno a sopravvivere alla pandemia?

Sopravviverà a Covid19 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), impegnata a domare la cinetica del Coronavirus, invocando una cooperazione tra gli Stati che non si riesce a scorgere? Contro l’agenzia dell’ONU, nata ufficialmente il 7 aprile del 1948, Donald Trump ha lanciato l’ennesimo strale, incolpandola di compiacenza verso Pechino e di aver assecondato i ritardi e la scarsa trasparenza cinese all’inizio dell’epidemia, ritardando la comprensione sulla gravità del contagio. Beffarda coincidenza: proprio il 7 aprile scorso Trump ha annunciato il taglio ai finanziamenti americani all’Oms (cosa che ha fatto una settimana dopo), la sola entità con mandato internazionale sulla salute e l’unico canale di sostegno tecnico ai Paesi impoveriti, perlopiù privi di sistemi sanitari. Gli USA sono uno dei maggiori finanziatori dell’Oms: secondo il Dipartimento di Stato, il contributo ha superato i 400 milioni di dollari nel 2019. I capi d’accusa sono affilati come lame e non potrebbero arrivare in un momento peggiore. Se anche le epidemie più recenti hanno variamente ammaccato la credibilità dell’Oms, la vicenda Covid19 è per l’agenzia un evento senza precedenti e di una complessità inaudita.

3,4 miliardi: secondo la Banca Mondiale, è l’investimento annuo in dollari che sarebbe sufficiente per adeguare i sistemi sanitari di salute pubblica umana e animale agli standard minimi dell’Oms così da migliorare la capacità di reazione e gestione delle crisi sanitarie

L’Oms si trova a operare in uno scenario internazionale poco disposto alla cooperazione e alla solidarietà. L’Oms stessa è malata. I governi, invece di promuoverne l’autorevolezza e indipendenza, fanno di tutto per contenerne l’autonomia strangolandola con scarsi finanziamenti. Hanno aperto le porte alla presenza dei privati -multinazionali e filantropi- che partecipano ormai come stakeholders nelle discussioni multilaterali. Anche all’Oms i negoziati sulla salute puntano sempre lo sguardo alle ragioni dell’economia e alla difesa di comparti industriali. Il diritto alla salute difficilmente è una priorità della politica. E si è visto. L’impreparazione globale all’arrivo di SARS-CoV2 è un dato che non ha escluso nessuno. L’agenzia non è perfetta e necessita di una messa a punto. Ma i governi giocano col fuoco quando fanno dell’Oms il capro espiatorio delle loro inefficienze nella gestione di Covid19. Una pandemia che ha rilanciato invece la centralità dell’agenzia. Quando la vicenda sarà conclusa, un’accurata analisi sulle cause del contagio di Covid19 e sugli errori che hanno portato a questa tragedia sarà indispensabile. L’Oms non potrà sfuggire alle proprie responsabilità. Ma neppure gli Stati, nessuno escluso.

Nicoletta Dentico è giornalista ed esperta di diritto alla salute. Già direttrice di Medici Senza Frontiere, dirige il programma di salute globale di Society for International Development.

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