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Mutui, immobili e costruzioni: il monito di Bankitalia

Il "Rapporto sullo stabilità finanziaria" è l’occasione per fare il punto sul rapporto tra sistema bancario e mercato della casa a fine 2012. Si scopre, così, che le sofferenze non riguardano le famiglie ma le imprese del settore, che lo scoppio della "bolla" è dietro l’angolo, e che a questo corrisponde un rischio deterioramento per la ricchezza delle famiglie

Il 29 aprile, mentre il governo guidato da Enrico Letta si preparava alla fiducia della Camera, la Banca d’Italia ha pubblicato il "Rapporto sulla stabilità finanziaria". All’interno del documento, che analizza i rischi per la tenuta del sistema, i temi della casa, del mercato immobiliare e dell’industria delle costruzioni tornano in più occasioni. Sono i passaggi che ricopiamo.

"Il settore immobiliare registra un calo dei prezzi e delle compravendite. Sulle prospettive di breve periodo gravano la difficile fase congiunturale e le tensioni nell’offerta di mutui" spiega Bankitalia, che aggiunge però: "I rischi per il sistema bancario sono riconducibili prevalentemente alle esposizioni verso le imprese di costruzione".

"In Italia il settore immobiliare sta risentendo del deterioramento del quadro macroeconomico, più intenso del previsto. Pesa[…] l’aumento del carico fiscale sugli immobili. Nel 2012 gli investimenti in costruzioni hanno subito una nuova flessione. Nel quarto trimestre i prezzi delle case sono diminuiti del 4,6 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2011; nella media dell’anno il calo è stato del 2,7 per cento. Il numero delle compravendite ha registrato un’ulteriore, forte contrazione" che abbiamo già visto quantificato in un meno 25,8% dall’Agenzia del territorio.

"Con riferimento ai mutui concessi alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, in Italia i rischi per i bilanci bancari sono limitati dalla prudenza delle politiche di finanziamento adottate dagli intermediari. Il rapporto medio tra il valore del mutuo e quello dell’immobile è contenuto, in assoluto e nel confronto internazionale. Sono invece più elevati i rischi connessi con le esposizioni verso le imprese di costruzione e quelle di intermediazione immobiliare". Non sono, quindi, le famiglie a non onorare i prestiti richiesti per l’acquisto delle abitazioni, ma le aziende che costruiscono (piccole, medie e grandi) che non riescono a rientrare.

Il comportamento delle famiglie italiane viene sottolineato più avanti: "Nel comparto dei mutui per l’acquisto di abitazioni la crescita delle sofferenze rimane contenuta. Negli altri comparti (credito al consumo, prestiti personali, altri mutui) l’incidenza dei prestiti in temporanea difficoltà, i cosiddetti incagli, è salita al 4,1 per cento alla fine del 2012, contro il 3,4 di un anno prima".

Infine, una nota di preoccupazione: "La ricchezza complessiva lorda delle famiglie è in diminuzione. Sulla componente reale pesa il calo dei prezzi degli immobili, parzialmente compensato dagli investimenti in nuove costruzioni. La ricchezza finanziaria lorda è diminuita di circa 17 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2012". Gli italiani detengono ricchezza sotto forma di immobili ("l’Italia è una Repubblica sempre più fondata sulle abitazioni, che valgono ben l’84% della ricchezza reale, e quindi circa la metà di quella complessiva", che è pari a poco meno di 10mila mliardi di euro, come scrive Giulio Sensi in questo articolo per Ae). Quando scoppierà la bolla saremo tutti più poveri.

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