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Le previsioni di domani: soffia un vento nuovo sull’Italia del meteo

Fino al 2017, a occuparsi della materia e a fornire dati ufficiali a livello nazionale è stata l’Aeronautica militare. Ora nasce l’agenzia pubblica e civile “ItaliaMeteo”, che punta a fare ricerca in un settore che influenza numerosi settori dell’economia

Tratto da Altreconomia 201 — Febbraio 2018

Che tempo farà? Quando a dircelo era il colonnello Edmondo Bernacca, illustrando le correnti con un gessetto su una lavagna, crederci sembrava molto più facile. La sicurezza che ci dava il barometro della sigla della sua trasmissione l’abbiamo perduta e oggi ci abbandoniamo nella speranza di trovare una previsione meteo affidabile sui nostri smartphone. Ma il nuovo anno porta con sé una rivoluzione: la nascita di “ItaliaMeteo”, la prima agenzia civile italiana dedicata alla meteorologia. Fino al 2017 (dal 1925 con l’“Ufficio presagi”), infatti, la meteorologia nazionale era di competenza dell’Aeronautica militare, che fornisce i dati ufficiali sul tempo osservato e le previsioni. Con l’obiettivo di “rafforzare e razionalizzare l’azione nazionale, potenziando la competitività italiana e la strategia nazionale in materia”, l’ultima legge di Bilancio (la 205 del 2017) prevede la costituzione di un “Comitato d’indirizzo per la meteorologia e la climatologia”, composto da “tredici esperti del settore”: uno designato dal Capo del dipartimento della Protezione civile, Angelo Borrelli, sei dai ministeri della Difesa, dell’Istruzione (Miur), dell’Ambiente, delle Politiche agricole alimentari e forestali, dello Sviluppo economico, dei Beni e delle attività culturali e altrettanti in rappresentanza delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano.

Il Comitato dovrà dare forma alla prima “Agenzia nazionale per la meteorologia e climatologia”, che avrà sede a Bologna e sarà composta da 52 persone, con un investimento tecnologico di 8 milioni di euro tra il 2019 e il 2021; un altro milione di euro nel 2018 e 12 milioni tra il 2019 e il 2020 saranno investiti nel suo funzionamento e per il personale. L’Agenzia avrà lo scopo di sviluppare “prodotti e servizi per la previsione, la valutazione, il monitoraggio” meteo, promuovere “attività di ricerca e sviluppo” nel campo delle previsioni globali, costruire reti e piattaforme per la raccolta dati e lo scambio di informazioni a livello nazionale e internazionale, ma soprattutto, omogeneizzare linguaggi e contenuti verso un’“efficace informazione alla popolazione”. Le previsioni meteo, infatti, “influenzano numerosi settori dell’economia di un Paese, dai trasporti all’idrologia, dall’agricoltura al turismo”, come sottolinea Carlo Cacciamani, responsabile del Centro funzionale centrale della Protezione civile. Secondo una ricerca svolta nel 2017 da Allianz Global Assistance, sei italiani su 10 scelgono la meta turistica in base alle previsioni meteo e per il 16% il meteo è il principale fattore da considerare prima di partire. “Anche per questo importante risvolto economico delle previsioni è necessaria una struttura italiana che metta ordine alla materia”, dice Cacciamani.

Oggi esiste una pluralità di soggetti coinvolti nelle previsioni e questo genera molta confusione, come spiega Tiziana Paccagnella, direttrice del Servizio IdroMeteoClima di Arpae, l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia Romagna. “L’Aeronautica militare ha coperto un vuoto, svolgendo un ottimo lavoro di manutenzione della rete nazionale sinottica (che analizza le diverse variabili meteorologiche, ndr) e curando i rapporti internazionali. Ma proprio per la sua natura militare, che individua delle priorità diverse da quelle di un’agenzia civile, non ha potuto assolvere in maniera piena i compiti che spettano a un servizio civile dedicato al meteo”. Per colmare queste mancanze, sono nati tra gli anni 80 e 90 i servizi meteo regionali: il primo, nel 1985, fu proprio quello dell’Emilia-Romagna.

“Il Servizio IdroMeteoClima di Arpae aderisce, tramite un accordo con l’Aeronautica militare, al consorzio Cosmo (Consortium for small-scale modelling, ndr)”, spiega Tiziana Paccagnella, un modello di previsione numerica fondato nel 1998 nell’ambito di una collaborazione tra Italia, Germania, Grecia, Polonia, Romania, Russia e Svizzera. “Per gestire le catene numeriche previsionali su scala nazionale abbiamo stipulato l’accordo Lami (Limited area model Italia), in collaborazione con il Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare e Arpa Piemonte”, continua Paccagnella. Sulla base di questi modelli, due volte al giorno -a mezzanotte e mezzogiorno- nel centro di supercalcolo Cineca sono effettuate le previsioni. Il Cineca, che ha sedi a Bologna, Milano e Roma con oltre 700 dipendenti, è un consorzio di 70 Università italiane, 8 enti di ricerca e Miur senza scopo di lucro. Nato nel 1969, gestisce il maggiore centro di calcolo in Italia e uno dei più importanti al mondo. Il Cineca fornisce il servizio di previsioni alla Protezione civile e alle sue unità di crisi, in collaborazione con l’Arpae che rilascia dati e modelli numerici.

Un altro soggetto chiave nelle previsioni meteo è il dipartimento di Protezione civile nazionale che, in seguito all’alluvione di Sarno e Quindici del 1998, si è dotato di un’organizzazione meteorologica a supporto delle sue attività. Ne è nato un sistema nazionale coordinato dal Centro funzionale centrale di Roma, che elabora previsioni quotidiane “diverse dalle classiche e generiche previsioni del tempo diffuse attraverso i media”, sottolinea la Protezione civile. Diverse perché si concentrano “sulle situazioni che superano determinate soglie di attenzione o di allarme” e consentono “di avere informazioni più dettagliate rispetto agli eventi meteorologici in arrivo”.

Il nostro Paese è quindi attraversato da una rete di Centri funzionali decentrati (uno per Regione), che si relaziona con quello centrale avere una visione complessiva, pubblicata giornalmente nel “Bollettino di vigilanza meteorologica nazionale”. Il Centro funzionale della Valle d’Aosta è il promotore del progetto “MeteoRegioni.it, una piattaforma online che rimanda alle elaborazioni dei servizi meteorologici regionali, ovvero alle “previsioni meteo di chi conosce e vive il territorio”, come recita lo slogan del sito. A Bologna dovrebbe arrivare entro il 2019 anche il data center del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine -un’organizzazione indipendente con una storia di 40 anni e 34 Stati membri– che ha approvato la proposta del governo italiano e della Regione Emilia-Romagna di ospitare i supercomputer nella rinnovata struttura del Tecnopolo, ricavata dall’ex Manifattura Tabacchi. La sede centrale resterà invece nel Regno Unito, a Reading, a sottolineare la “natura intergovernativa dell’Ecmwf”, come ha detto il Consiglio. Armonizzare le attività di tutti questi soggetti istituzionali è uno degli obiettivi dell’Agenzia ItaliaMeteo, che dovrebbe accentrare alcune attività, mentre altre saranno coordinate con le Regioni. “Servirà molto tempo e non sarà un’operazione semplice -osserva Paccagnella-, perché le situazioni regionali sono molto diverse tra loro e c’è stato un grande investimento per sviluppare questo sistema complesso, sia in termini economici che di formazione del personale”.

A Bologna arriverà entro il 2019 il data center del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, un’organizzazione indipendente con 34 Stati membri

A fare da contorno a questo patrimonio c’è inoltre una miriade di soggetti privati che hanno capito che la meteorologia è anche un affare. Non esiste, infatti, una regolamentazione dietro alla comunicazione delle previsione meteo, spiega Paccagnella: “Chiunque può aprire un sito e divulgare previsioni senza avere alcuna qualifica. Quindi è sempre più difficile capire dove trovare informazioni attendibili”. “Sappiamo dirvi che tempo farà” assicura la società Meteosolutions srl, che sta dietro a uno dei principali siti di informazione meteorologica cliccati in Italia, con 12 milioni di utenti mensili (dai cognomi dei tre fondatori: Bettinelli, Brivio e Badellino). Meteosolutions, fondata nel 2002 a Bergamo, ha 21 addetti e nel 2016 ha fatturato quasi 3.700.000 euro (1 milione in più rispetto all’anno precedente); collabora, tra gli altri, con Sky, Tiscali, il Giornale, la Repubblica e il gruppo Mondadori.

Il Corriere della Sera, Trenitalia, Raiuno e Pagine gialle sono invece clienti de IlMeteo srl, che gestisce il sito ilmeteo.itt -visitato ogni mese da 40 milioni di persone-, dove si afferma che “in campo scientifico la differenza è data dalla passione e dall’intelletto e non da una più o meno presunta istituzionalità”. Fondato nel 2003 dall’allora 27enne padovano Antonio Sanò che ne detiene il 100% della proprietà, IlMeteo -che “lavora in stretto contatto con il prof. Mesinger dell’Università di Belgrado” e “si avvale della preziosa collaborazione dei più illustri scienziati europei ed americani”, come si legge sul sito- ha 11 dipendenti, una sede a Padova e un’altra a Comacchio (FE) e un fatturato che sfiora i 13.800.000 euro. Il Centro Epson Meteo (Cem) ha invece una storia più lunga (è nato nel 1995) ed è legato a Mediaset, per le cui reti elabora le previsioni meteo. È strutturato in due unità operative, si legge sul sito, “costituite unicamente da laureati in fisica dell’atmosfera”: “Ricerca e sviluppo in fisica dell’atmosfera” e “Meteorologia”.

Florence Rabier, direttore generale del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, e Silvio Cau, del Servizio meteorologico nazionale, sottoscrivono l’accordo sul nuovo data center dell’ECMWF.
Florence Rabier, direttore generale del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, e Silvio Cau, del Servizio meteorologico nazionale, sottoscrivono l’accordo sul nuovo data center dell’ECMWF.

Dietro al Cem e al sito di riferimento  -seguito da 10 milioni di utenti giornalieri- c’è la Meteo Operations Italia srl: fondata nel 2000 a Cinisello Balsamo (MI), fattura 3.320.000 euro, ha 31 dipendenti in due sedi, è detenuta per il 51% da Associati in partecipazione srl ed è guidata dall’amministratore delegato Luigi Latini (con il 24,5% delle quote) e il direttore scientifico Raffaele Salerno (24,5%), vicepresidente dell’Aisam. L’Associazione italiana di scienze dell’atmosfera e meteorologia -che conta 150 soci ed è nata nel 2016 dall’Associazione geofisica italiana – ha trasferito da gennaio la sua sede legale da Roma al Polo Meccatronica di Rovereto (TN). L’obiettivo è “inserirsi in una cornice territoriale i cui attori, dai centri di ricerca alle imprese, passando per la pubblica amministrazione e l’università, sono già abituati a lavorare in rete per incentivare lo sviluppo di progetti di ricerca innovativi d’eccellenza e occasioni formative”, come ha detto il presidente Dino Zardi, del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università di Trento. Un’occasione è, per esempio, il Festivalmeteorologia di Rovereto, giunto nel 2017 alla terza edizione: qui si favorisce l’incontro tra i diversi soggetti attivi in materia e si divulga al grande pubblico la meteorologia attraverso conferenze, attività didattiche e mostre. In Italia non esiste oggi un corso di laurea interamente dedicato alla meteorologia, né una cattedra ordinaria di fisica dell’atmosfera e meteorologia, ma l’Università di Trento, in collaborazione con quella di Innsbruck, sembra decisa a far partire il primo corso di laurea magistrale. Finora, la mancanza di un servizio meteo civile nazionale non ha favorito lo sviluppo della disciplina, ma forse sta per cambiare il vento.

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