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Altre Economie

Mentre i grandi parlano di povertà i piccoli muoiono – Ae 18

Numero 18, giugno 2001!!subpageslist!!Ormai ci siamo: mancano poche settimane al vertice del G7-G8 che dal 20 al 22 luglio, in piena estate, monopolizzerà l'interesse internazionale. A poche settimane le certezze sono ancora poche: da una parte infatti c'è tutto il…

Tratto da Altreconomia 18 — Maggio 2001

Numero 18, giugno 2001

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rmai ci siamo: mancano poche settimane al vertice del G7-G8 che dal 20 al 22 luglio, in piena estate, monopolizzerà l'interesse internazionale. A poche settimane le certezze sono ancora poche: da una parte infatti c'è tutto il movimento antiglobalizzazione che si è dato appuntamento a Genova a partire dal 16 luglio, dall'altro si aspetta che il nuovo governo (che non ha tardato neanche un giorno, giustamente, ad affiancare allo sherpa di Amato, uno sherpa di fiducia di Berlusconi) faccia chiarezza sulla concessione degli spazi per manifestare a Genova.
In forse non ci sono solo le due grandi manifestazioni del 19 luglio (quella dei migranti) e del sabato 21. C'è anche la concessione dell'aerea dello stadio di Marassi per lo svolgimento del controvertice organizzato con la collaborazione di decine e decine di gruppi italiani e internazionali, “Attac” e “Drop the dept” in primis, tutte fin qui riunite nel Genoa Social Forum.
Qualcuno azzarda anche che quello di Genova potrebbe essere uno degli ultimi vertici del G7-G8. In effetti gli incontri di questo tipo, che riuniscono capi di Stato e di governo, sono solo il punto d'arrivo (quello forse più rituale e inutile) di un lavoro più sotterraneo di concertazione delle politiche economiche dei grandi della terra. E questo è uno dei punti della contestazione: pochi grandi (che, tra l'altro, controllano la maggioranza dei voti all'interno di Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, cioé di due istituzioni cruciali per l'economia internazionale) decidono per tutti.

Il “sistema G7” è, del resto, di abbastanza recente invenzione. Il primo vertice è del 1975. A Rambouillet in Francia s'incontrano i capi di Stato e di governo di Stati Uniti, Germania (allora era ancora Repubblica Federale Tedesca), Gran Bretagna, Francia, Giappone e Italia.
Sono gli anni che seguono la prima crisi petrolifera: l'economia dei Paesi più industrializzati è messa a dura prova dall'instabilità dei mercati e dall'inflazione. E i Grandi s'incontrano per parare il colpo e per coordinare le loro politiche economiche e monetarie. Si incomincia a progettare una nuova “architettura finanziaria internazionale”.
L'anno dopo si aggiunge il Canada e il gruppo diventa ufficialmente G7. La Russia (allora Urss) viene invitata per la prima volta al vertice di Londra del 1991 (partecipa Gorbaciov). Poi nel '92 e '93 è la volta di Eltsin. E s'incomincia a parlare di G7-G8.
In realtà la Russia è coinvolta solo nel vertice politico . Le decisioni a livello di concertazione delle politiche finanziarie (ma non solo) continuano ad essere prese negli incontri del G7.

Come si è largamente dimostrato anche in questo anno di presidenza italiana.

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L'attenzione di tutti è concentrata sul vertice dei capi di governo e di stato. In realtà il “sistema G7” funziona dietro le quinte: obiettivo soprattutto coordinare le politiche economiche e finanziarie (insieme ai governatori delle banche centrali). Il vertice è soltanto il momento finale più visibile. le decisioni si prendono altrove

Gli sherpa che contano
Il vertice di luglio a Genova è solo l'ultima e più ufficiale parte di un lavoro diplomatico di mesi. L'elaborazione dei documenti che vengono discussi durante il vertice avviene in numerosi incontri e contatti tra i rappresentanti dei diversi governi. In cima a questa struttura diplomatica c'è uno “sherpa”, fiduciario del primo ministro che assieme ai suoi omologhi stranieri prepara l'agenda del summit e scrive i relativi dossier per le discussioni dei leader. Di norma gli sherpa dei G8 si incontrano 4/5 volte l'anno prima e dopo ogni summit. In occasione della presidenza italiana il governo ha istituito l'Unità di coordinamento G8, con sede a palazzo Chigi e col compito di affiancare lo sherpa nel suo lavoro diplomatico.
Francesco Olivieri è lo sherpa italiano. È stato designato all'inizio del 1999 da Massimo D'Alema e in seguito è divenuto l'uomo di fiducia di Giuliano Amato. È nato a Roma 61 anni fa e ha iniziato la carriera diplomatica nel 1967. Da allora ha lavorato a Washington, Caracas, Pechino, Praga. A Bruxelles ha rappresentato l'Italia alla Cee. Ministro plenipotenziario dal marzo 2000, lo scorso aprile è stato nominato ambasciatore.

Con un decreto del Presidente della Repubblica all'indomani delle elezioni, Giovanni Castellaneta, 58 anni, ministro plenipotenziario e uomo di fiducia di Silvio Berlusconi, è stato “comandato” presso la Presidenza del Consiglio per affiancare (non sostituire) Olivieri nella preparazione del G8. Prima di allora Castellaneta era ambasciatore in Australia.

Ad affiancare il lavoro di Francesco Olivieri ci sono due vice-sherpa: uno per il ministero degli Affari esteri e l'altro per il ministero del Tesoro. Sono Valerio Astraldi, diplomatico col titolo di ministro plenipotenziario, e Lorenzo Bini Smaghi, della direzione per le relazioni finanziarie internazionali del dipartimento del Tesoro. Sono loro che, nei mesi scorsi, hanno preparato con le delegazioni estere i dossier per il vertice.
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40 miliardi tanto per cominciare
L'organizzazione del vertice è stata affidata a una speciale struttura di missione della Presidenza del consiglio dei ministri, prevista dalla legge 149/2000. La missione non si occupa di “contenuti”, ma di aspetti puramente logistici per la preparazione dell'evento: alloggi, sedi, trasporti, cerimoniali, rapporti con le ambasciate, comunicazione, materiali. Vi lavorano 40 persone divise tra Roma e Genova: 40 miliardi lo stanziamento.

Saranno famosi. Il responsabile della struttura di missione, sempre più spesso citato, è il ministro plenipotenziario agli Affari esteri Achille Vinci Giacchi, in carica dallo scorso ottobre. La sua collaboratrice più stretta è Emanuela D'Alessandro. Sotto di lui uno staff dirigenziale di una decina di responsabili.

I temi del vertice: povertà, ambiente e conflitti
Tre sono i temi principali sui quali si concentrerà il summit finale di Genova. Il primo argomento all'ordine del giorno è la riduzione della povertà. Si discuterà di cancellazione del debito e di azioni in favore dello sviluppo (a partire dal vituperato documento “Beyond Debt Relief” elaborato proprio dalla presidenza italiana, quello in cui si chiede alla multinazionali di partecipare a un fondo di solidarietà contro Aids e malattie nei Paesi poveri), ma anche di riforma dell'architettura finanziaria internazionale, liberalizzazione dei mercati e riforma delle banche di sviluppo, oltre che della Banca mondiale. Secondo tema sarà l'ambiente, con i problemi connessi al cambiamento climatico e al consumo energetico. Con tutta probabilità si ridiscuterà del Protocollo di Kyoto boicottato dagli Usa (e forse abbandonato anche dall'Italia). Da ultimo si parlerà di prevenzione dei conflitti: traffico di armi leggere, codici di condotta per i produttori di armi, ruolo delle imprese private e contributo delle donne. Ci sarà spazio anche per parlare di riciclaggio del denaro sporco e paradisi fiscali, di crimine tecnologico (pirateria informatica, pedofilia in rete), di opportunità legate alle tecnologie di comunicazione e di digital divide, cioè del divario tecnologico tra Nord e Sud del mondo.

Non solo vetri rotti
Quanto vale un vertice del G8 per chi lo ospita?
Circa 200 miliardi. Questi i soldi che sono arrivati a Genova per il vertice di luglio (interventi urbanistici): 60 provengono dalla legge 149/2000 e 30 dalla Finanziaria 2001, i restanti sono sia risorse pubbliche che private. Tra gli sponsor la Fondazione Ca.Ri.Ge. ha messo a disposizione circa 11 miliardi. Una speciale Commissione, prevista dalla legge 149, si occupa dei lavori. È composta tra gli altri da prefetto, questore, sindaco, presidenti della Regione e della Provincia, provveditore alle Opere pubbliche della Regione. Alla fine di aprile sono stati chiusi i primi cantieri, entro giugno saranno completate le opere edili: poi sarà la volta di arredi e impianti per la sicurezza.
Anche il Comune (cui si devono circa 15 miliardi di finanziamento) ha predisposto un gruppo di lavoro ad hoc per il G8: si occupa di comunicazione (con un apposito ufficio stampa) e di eventi culturali collaterali. Previsto anche un “gruppo di dialogo” coi manifestanti. Il vertice è anche l'occasione per promuovere l'immagine della città. La spesa dovrebbe aggirarsi attorno ai 10 miliardi, che il Comune spera siano messi a disposizione per la maggior parte dagli sponsor.

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Prove di equilibrio e di visibilità per la galassia dei contestatori

L'italia inventa l'elemosina
Il Paese che ospita il vertice G7-G8 ha la responsabilità di preparare l'agenda dei lavori. L'Italia ha puntato quest'anno sui temi della povertà e della lotta all'Aids e alle malattie nei Paesi in via di sviluppo. In particolare propone (ed è una novità, anche se di “fondi globali” si parla da tempo) di costituire un fondo finanziato per metà dai governi e per metà dalle mille più grandi multinazionali (che dovrebbero “donare” 500 mila dollari, cioé un miliardo di lire, ognuna). Il che significa chiedere la carità invece che la giustizia e proprio a coloro -le multinazioni- che dell'ingiustizia sono causa.
Contro questo tipo di proposte (e un'evoluzione successiva del documento propone addirittura di cooptare le multinazionali nel consiglio di amministrazione del fondo!) si sono pronunciati in molti, tra i primi Alex Zanotelli (nella foto) e Francesco Gesualdi in un editoriale su AltrEconomia

Debito: gomma al rallentatore
Ma il G7 di Genova si occuperà anche della cancellazione del debito estero dei Paesi poveri (così come peraltro era già avvenuto a Colonia e a Okinawa negli ultimi due vertici: ma l'iniziativa Hipc, partorita a Colonia, per ridurre il peso del debito di 41 Paesi poverissimi va scandalosamente a rilento: solo una manciata di Paesi tra i più poveri stanno beneficiando della riduzione del debito promessa dai Paesi debitori).
Anche l'Italia, pur avendo approvato un anno fa la legge per la cancellazione di 12 mila miliardi di lire di debito stenta a fare i passi successivi. Il regolamento di attuazione è appena stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, tra un governo e l'altro, nulla è stato ancora cancellato.

Capitali globali, Tobin si è perso
Altro tema del vertice sarà la gestione dei movimenti globali di capitale, per i quali si chiede di aumentare il grado di liberalizzazione: nessuno spazio quindi a provvedimenti quali la Tobin tax proposta da centinaia di associazioni e cittadini in tutto il mondo (una minuscola tassazione sulle transazioni finanziarie per “ridurre” la speculazione ma soprattutto per costituire un “fondo globale” per lo sviluppo).

Controvertice: io dissento
È alle strette finali anche tutto il lavoro del movimento di contestazione del G7-G8. Posto che il vertice è soprattutto un evento mediatico si cercherà di contrapporre un evento di uguale portata capace di “narrare” al resto del mondo l'esistenza di un popolo che dissente. Dissente dalla globalizzazione liberista che mette al primo posto i diritti dell'economia rispetto a quelli dell'uomo e dell'ambiente.
Importante il lavoro fin qui compiuto dal Genoa Social Forum, nonostante il vuoto pneumatico di responsabilità politica che si è venuto a creare nel periodo elettorale. Non violenti radicali, tute bianche e persino una parte del “gruppo nero” si sono confrontati pacificamente. Ora questa esperienza non va dilapidata.

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Il popolo di Seattle qui è il popolo del Genoa Social Forum: 450 realtà, molte internazionali. s'incontrano da quasi un anno per preparare il controvertice. E discutere di contenuti e di forme di lotta. Un percorso prezioso. Hanno chiesto libertà di manifestazione ma per ora governo e prefetto non hanno concesso nessuna autorizzazione. E la tensione sale.

Genoa Social Forum

Il Genoa Social Forum (Gsf), nasce nell'ottobre 2000 come tavolo comune delle organizzazioni antagoniste. Tra i fondatori: Rete contro G8 e Lilliput. Oggi conta oltre 450 organizzazioni: 1/4 straniere. Pacifista e non violento tenta di tenere insieme anime diversissime (centri sociali e anarchici compresi). 99 mila lire a fine maggio il saldo del suo conto corrente. www.genoa-g8.org

Rete contro G8, coordinamento per la globalizzazione dei diritti: ne fanno parte anche Rifondazione comunista e alcuni centri sociali. È l'anima pacifista del Gsf grazie anche al Centro ligure di documentazione per la Pace, organizzazione che affonda le sue origini nell'Arsenale della Pace, storica esperienza non violenta di Genova. Ha lanciato le “azioni dirette non violente”. www.controg8.org

La Rete di Lilliput è tra i promotori del Gsf e si è spesa molto -come è nei suoi obiettivi- per un “tavolo unitario” di confronto tra le forze antiglobalizzazione. Pone l'accento sulla critica al sistema neoliberista e ribadisce la sua opzione per sistemi di lotta radicalmente non violenti. Ha aderito all'idea delle azioni dirette non violente. www.retelilliput.org

Annoda la rete. I nodi locali di Lilliput hanno organizzato centinaia di incontri e iniziative in vista del G8 di Genova. Da ricordare in particolare: il grande lavoro del nodo di Genova, i seminari del nodo di Milano e “in bici al G8”, l'iniziativa di Lecco-Como. Non violenti ma fino a che punto? Il dibattito, anche nel Gsf, ha fatto maturare le posizioni. Il 2-3 giugno la Rete di Lilliput si è incontrata a Marina di Massa per decidere iniziative e strategie. Ribadita la scelta pacifista però a Genova bisognerà essere numerosi.

Estate 1996: decine di persone da tutto il mondo si danno appuntamento in Chiapas, nella Selva Lacandona, per sostenere la rivolta del movimento zapatista. È l'occasione per il primo Incontro intercontinentale per l'Umanità e contro il Neoliberismo. Un gruppo di persone della delegazione italiana, molti dei centri sociali, danno vita all'associazione “Ya Basta per la dignità dei popoli contro il neoliberismo”. Le tute bianche nascono qui e qui trovano consensi e “corpi da mettere in gioco”. www.yabasta.it

Tuta di similcarta bianca e posizione di prima linea nei cortei. Le tute bianche non fanno mistero di voler dare l'assalto alla “zona rossa” del vertice. La tecnica, fin qui, è stata quella di arrivare in manifestazione e forzare i blocchi della polizia. Disarmati. www.tutebianche.org

Dici centri sociali del Nord Est e dici Luca Casarini. 34 anni di Padova: è lui ad aver letto, vestito da tuta bianca, la “dichiarazione di guerra” al summit. La sua “dichiarazione” ha messo a dura prova la credibilità del Genoa Social Forum, facendo emergere le diverse posizioni e compromettendo il lavoro di convergenza su contenuti e mobilitazione. www.sherwood.it

Attac
Attac: Associazione per la tassazione delle transazioni finanziarie per l'aiuto ai cittadini, in pratica per l'adozione della Tobin tax. Nata in Francia oggi Attac è presente in 20 Paesi; all'interno del Gsf è tra i movimenti internazionali che hanno più grande capacità di mobilitazione, dimostrata anche durante il primo incontro internazionale del Gsf il 4 e 5 maggio.
Da poco costituita in Italia, sostenuta da sindacalisti, operai, disoccupati, esponenti di associazioni, è tra i critici più propositivi all'interno del blocco dei manifestanti. www.attac.org

Drop the Debt
“Drop the debt” l'equivalente della campagna italiana “Sdebitarsi”: dovrebbe coordinare la presenza delle campagne per la cancellazione del debito provenienti da tutto il mondo. Quello della cancellazione del debito è uno dei temi centrali sia per il G8 che per il contro G8. Una intera piazza tematica chiamata “Debt Free”, libera dal debito, sarà dedicata, tra quelle in programma, a questo tema e in particolare ad esempio al monitoraggio della cancellazione. www.unimondo.org/sdebitarsi
Jubilee South, gruppo di organizzazioni di Africa, America Latina, Caraibi, Asia e area del Pacifico. Presenti anche loro alla riunione Gsf internazionale di maggio porteranno a Genova le voci dei Paesi indebitati e in via di sviluppo. Testimoniano i danni prodotti dalle scelte della triade di Bretton Woods. www.jubileesouth.net

Chi è il blocco nero?
I giornali chiamano “anarchici” o “autonomi” il blocco nero dei manifestanti, quello che cerca lo scontro. Ma sono definizioni superficiali. In realtà nessuno sa bene da chi sia fatto il “gruppo nero”. Intanto la Federazione anarchica italiana ha ufficialmente convocato una manifestazione nazionale per il 9 giugno, uno sciopero dal lavoro per il 20 e cortei contro il vertice per il 20, 21 e 22 luglio. www.federazioneanarchica.org

Referendum Arci
Un milione di firme: tante ne vuole presentare l'Arci al G8 (assieme a Legambiente, Manitese, Uisp, Acli, Ics, Rete di Lilliput e Tavola della pace). E con le firme le risposte a un referendum su 8 quesiti riguardanti ambiente, debito, Wto, spese militari, Tobin tax e organismi geneticamente modificati. L'idea nasce a Porto Alegre, la raccolta è cominciata un mese fa. Le firme vanno spedite all'Arci entro la fine di giugno.
Tel. 06-41.60.95.01

Sindacati fuori dal Forum
Cgil, Cisl e Uil non manifesteranno con il Gsf. Difficile un coinvolgimento: i sindacati sono contrari ai metodi “sterili e fini a se stessi degli anti-G8”, che pur portano avanti “posizioni storiche del sindacalismo”. Un incontro è stato chiesto invece al capo del governo, per essere presenti al tavolo delle decisioni. Per il 18 luglio a Genova è in programma un seminario ristretto con rappresentanze sindacali da tutto il mondo, per il giorno successivo una manifestazione. Vedi la dichiarazione

Cattolici in piazza sul G8
“Cattolici, il G8 è affar nostro” titolava il 1 giugno l'”Avvenire” in un'intervista all'arcivescovo di Genova Dionigi Tettamanzi. Così adesso anche la Chiesa e i cattolici sono in campo. Per la verità c'erano già, su questi temi con Pax Christi (che fa parte anche della Rete di Lilliput), i missionari, le parrocchie. Però si aspettava un segnale dalla gerarchia. Tettamanzi dice: “I cristiani devono saltar fuori con chiarezza, prendere posizione da protagonisti sulla globalizzazione, sui grandi temi dello sviluppo mondiale. È un'opportunità storica”. In programma, nei giorni del vertice, veglie di preghiera e digiuni. Ma alcune parrocchie potrebbero aprire anche le porte per ospitare i manifestanti. Per il momento gli uffici della Conferenza episcopale invitano ad andare a Genova ma il 7 luglio, per una manifestazione pacifica. www.nigrizia.it www.avvenire.it

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La mappa del tesoro: i segni del potere sotto la Lanterna

I grandi a palazzo ducale, tutti gli altri per le strade. un grande corteo umano, creativo e colorato ma assolutamente pacifico per sabato 21. E tante azioni di disturbo. Essere in piazza in tanti perché l'anima pacifista del genoa social forum emerga e abbia visibilità.

Vip e meno vip: c'hai il pass?
Gli incontri del summit di Genova si terranno nella Sala del Maggior consiglio di palazzo Ducale, in piazza De Ferrari. Sono previsti più di 1.800 delegati (850 solo dagli Stati Uniti) più i vari staff. Oltre agli 8 grandi saranno presenti anche l'Unione Europea (rappresentata da Romano Prodi) e il Belgio, in qualità di presidente di turno dell'Unione. 10 mila, secondo quanto dichiarato dalla Prefettura e dal ministero dell'Interno, gli agenti delle forze dell'ordine (polizia, carabinieri e guardia di finanza) che verranno impiegati per la pubblica sicurezza. Nessun impiego dell'esercito per motivi di ordine pubblico, solo per problemi legati al terrorismo e alla difesa delle delegazioni. Nei giorni del vertice (vale a dire a partire da un paio di giorni prima, fino alla partenza di tutte le delegazioni) la zona intorno a palazzo Ducale, ai Magazzini del cotone (dove verrà predisposta la sala stampa per gli oltre 6 mila giornalisti attesi) e al Porto Antico verrà chiusa. Si accederà alla “zona rossa” solo attraverso un pass della Prefettura, diverso per delegati, giornalisti, operatori. I residenti avranno un permesso e potranno ospitare un numero di persone commisurato alla grandezza della propria casa.

G8: un anno di tre giorni
Tre giorni, dal 20 al 22 luglio: è la durata del vertice dei G8. In quelle giornate si discuterà e si concluderà un lavoro di mesi, cominciato all'indomani del summit del 2000 in Giappone. Da allora ci sono stati una ventina almeno di incontri ufficiali, più numerosi contatti tra le varie delegazioni. Tra i vertici più importanti vanno ricordati gli incontri dei ministri finanziari e dei governatori delle Banche centrali di Palermo (17 febbraio) e di Washington (28 aprile), la conferenza dei ministri della giustizia e degli interni di Milano (26-27 febbraio), la riunione dei ministri dell'ambiente di Trieste (2-4 marzo). Il 7 luglio (come consuetudine poco prima del G8) si incontreranno nuovamente i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali, a Roma, mentre il 18 e il 19 luglio a Portofino sarà la volta dei ministri degli Esteri.
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Programma a sorpresa
Al momento di andare in stampa ancora nessuna autorizzazione è stata concessa dalla Prefettura per le manifestazioni organizzate dal Genoa Social Forum, né per l'organizzazione dell'accoglienza dei manifestanti.

Questo l'ipotetico programma:

Cittadella (dal 16 al 22 luglio 2001): la sede del Public Forum, controcanto al G8, dovrebbe situarsi nell'area dello stadio Marassi, bassa Valbisagno. A partire da lunedì 16 sarà teatro di incontri, conferenze, assemblee plenarie. Il modello sarà quello del Forum di Porto Alegre dello scorso gennaio.

Manifestazione intenazionale dei migranti (19 luglio, ore 17): una manifestazione dedicata al tema della cittadinanza globale che sfiora la zona rossa, che probabilmente sarà già interdetta. Si parte da p.zza Principe con tappe in p.zza Corvetto, stazione Brignole, e scioglimento alla Cittadella con relativa assemblea plenaria.

Piazze Tematiche (il 20 di luglio): momenti di sensibilizzazione della cittadinanza sui temi discussi nel Public Forum. Queste le piazze per le quali è stata chiesta l'autorizzazione: Verdi, Colombo, Giusti, Acquaverde, della Nunziata, Manin, Di Negro, Rossetti, Boccadasse.

Corteo internazionale (21 luglio, ore 16): il cuore del contro vertice, una sfilata pacifica di 100 mila persone, lontana dai luoghi caldi. Partenza da corso Europa all'altezza di Quinto, poi una decina di chilometri attraverso via Isonzo, via Felice Cavallotti, corso Italia, corso Torino, corso Sardegna per approdare ancora una volta alla Cittadella di Marassi, con concerto finale.

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Gruppi di affinità: azione diretta
Trasparenti ma non ingenui. Ecco come vogliono essere quelli di “Azione diretta non violenta”. Qui di seguito i tempi e le strategie con cui si stanno mobiliando in tutta Italia: l'appuntamento centrale è per il 20 luglio a Genova.
In vista di questa data tutti possono organizzare un “gruppo di affinità”, un piccolo gruppo cioè che, secondo la terminologia di “Azione diretta non violenta”, coinvolge 15-20 persone che si raccolgono “per affinità” (gruppi che si conoscono da tempo, o che si aggregano per professionalità o anche per una circostanza momentanea).
E le notizie relative alle “azioni dirette non violente” saranno pubbliche.
Attenzione però: solo coloro che si iscriveranno in una mailing list (dichiarando nome e cognome, ed essendo presentati da altri “gruppi di affinità”) potranno conoscere i dettagli organizzativi.

Il sito di “Azione diretta non violenta per gruppi di affinità” è http://welcome.to/nog8

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