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Ambiente

Lusso e cemento

Bergamo sogna un nuovo modello di “sviluppo per ricchi”, tra terme, nuovi centri commerciali e hotel a sette stelle. Progetti firmati Antonio Percassi Atterrando all’aeroporto di Orio al Serio (Bg), faranno shopping nel vicino polo del lusso di Azzano San…

Tratto da Altreconomia 111 — Dicembre 2009

Bergamo sogna un nuovo modello di “sviluppo per ricchi”, tra terme, nuovi centri commerciali e hotel a sette stelle. Progetti firmati Antonio Percassi

Atterrando all’aeroporto di Orio al Serio (Bg), faranno shopping nel vicino polo del lusso di Azzano San Paolo (a cinque chilometri da Bergamo) dove compreranno vestiti e accessori très chic. Poi, se non saranno troppo stanchi, saliranno su elicotteri in attesa o lucide limousine e andranno a rilassarsi a San Pellegrino Terme, in valle Brembana. Qui, tra abluzioni nelle acque termali, trattamenti di bellezza, acquisti nelle boutique appena inaugurate e puntatine al casinò trascorreranno la giornata, riposando nel Grand hotel a sette stelle. Si fermeranno nella cittadina delle Prealpi orobiche una notte, forse due, e poi ripartiranno, colmi di pacchi griffati.
Funzionerà a grandi linee così il nuovo modello di “sviluppo per ricchi” del territorio bergamasco, firmato Antonio Percassi, quando diventeranno realtà il polo del lusso di Azzano (un ipermercato d’élite) e la ristrutturazione di San Pellegrino (che tornerà ad essere un centro termale esclusivo, come nei primi anni del Novecento).
Considerato da molti un benefattore per l’impegno nella “rivalutazione” della terra orobica -un tempo florida e ora minacciata dalla grande recessione globale- l’imprenditore Percassi lo scorso settembre ha ricevuto la laurea honoris causa in Ingegneria edile dall’Università di Bergamo (nella foto in alto a destra). Nella sua lectio magistralis, dal titolo “La bellezza è un obbligo” e incentrata sul progetto di ristrutturazione di San Pellegrino, il maestro dei centri commerciali ha citato Paolo VI: “La bellezza, come la verità, è ciò che mette la gioia nel cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste all’usura del tempo, che unisce le generazioni” ha detto, ricordando poi (forse a se stesso) di tenerne conto “nel costruire, perché chi si preoccupa solo dei metri cubi non renderà un grande servizio ai suoi figli, anche se dovesse riempirli di denaro”. Percassi ha quindi sottolineato l’importanza della natura e dell’ambiente e ha aggiunto che per riportare la cittadina termale ai fasti della Belle époque utilizzerà materiali ecocompatibili ed ecosostenibili. Peccato, però, che nel suo discorso il self-made man del mattone abbia dimenticato un aspetto fondamentale per la tutela del territorio: la creazione di un sistema di mobilità sostenibile (magari attraverso il recupero della vecchia ferrovia, chiusa nel 1966, che da Bergamo arrivava alla cittadina termale) per percorrere la trentina di chilometri che separano San Pellegrino da Orio al Serio e da Azzano. Attualmente, infatti, esiste un’unica strada dove si viaggia solo con l’auto o con il pullman (in alternativa c’è l’“ecologico” elicottero). Non è difficile, quindi, immaginare quale sarà l’inquinamento provocato dal via vai dei turisti. Inoltre, se Percassi fosse veramente preoccupato per le generazioni future, dovrebbe chiedersi quanto c’è di sostenibile in un progetto come quello del polo del lusso: una colata di cemento di 150mila metri quadri in una zona già satura di capannoni e congestionata a causa della vicinanza dell’autostrada, dell’aeroporto e dell’Orio center (il centro commerciale più grande d’Italia, da lui costruito). I lavori per la realizzazione della struttura, soprannominata, per le sue forme avveniristiche, “l’astronave”, cominceranno in primavera. Disegnato da Hany Rashid e Lise Anne Couture (docenti alla Columbia University e fondatori dello studio newyorkese Asymptote), in collaborazione con gli architetti del gruppo De 8, il centro commerciale d’élite costerà circa 200 milioni di euro (qui sotto i rendering del progetto).
Lo scorso settembre il progetto ha avuto il via libera dalla conferenza dei servizi che si è svolta in Regione Lombardia. Il governatore Formigoni ha accolto fin da subito con favore lo “straordinario progetto” di Percassi, “un intervento estremamente fecondo da molti punti di vista: dell’economia, del commercio, del turismo, dell’arte e della cultura, della vivibilità e dell’ambiente”, anche in vista dell’Expo 2015. Stesso entusiasmo da parte del sindaco di Azzano, Simona Pergreffi, che all’inizio di ottobre ha dato il placet alla struttura che, ufficialmente, si chiamerà “Polo del lusso e della cultura”. Oltre alle maison internazionali, infatti, avrà un hotel a cinque stelle, un cinema multisala, un centro medico, un planetario e la riproduzione in miniatura di una città dove giocheranno i bambini.
A far gioire l’amministrazione comunale non dev’essere stata soltanto la prospettiva di duemila nuovi posti di lavoro, il 20 per cento dei quali riservati agli abitanti di Azzano, ma anche la liquidità che arriverà dagli oneri di urbanizzazione e di costruzione. Soltanto per i primi si prevede che la Finser di Percassi dovrà sborsare 30 milioni di euro. Soldi che serviranno per costruire e sistemare strade e rotonde, “per contenere l’inquinamento dell’aria” e per adottare “misure di compensazione e mitigazione ambientale”. La Finser si impegna, infatti, a piantare oltre 44mila metri quadri di alberi, a incentivare l’uso di sistemi ciclabili e ad attuare convenzioni per favorire l’utilizzo di mezzi pubblici e “forme di trasporto sostenibile”. Non resterà che vedere se questi accorgimenti saranno sufficienti a ridurre l’impatto dell’inquinamento causato dal traffico che si formerà intorno all’area. Il progetto di un parcheggio per 3mila auto lascia intuire che il movimento sarà sostenuto. E d’altra parte è sempre stato il traffico la principale preoccupazione dei politici locali, anche di opposizione, che non hanno mai veramente cercato di bloccare l’opera. “Se avessimo ostacolato il progetto -spiega Pietro Foresti, ex consigliere comunale- la struttura sarebbe stata costruita lo stesso 500 metri fuori dall’area di Azzano. In questo modo avremmo dovuto subirne soltanto le conseguenze negative”. E invece così ci saranno anche i “benefici”, come ha spesso sottolineato l’ex sindaco Leonio Callioni (ora assessore alle Politiche sociali del Comune di Bergamo), che lo scorso anno aveva anche proposto di cambiare il nome del progetto di Percassi in “Polo della cultura e del lusso”, data la presenza di “numerosi spazi destinati a gallerie d’arte permanenti” e di  “un bellissimo planetario”.
Le uniche voci fuori dal coro sono state quelle di tre parroci che vivono nei paesi di Stezzano, Azzano e Zanica, vicini alla futura “astronave”, che hanno scritto una lettera aperta alla comunità. “ Il lusso è così capace di creare sviluppo?” si sono chiesti i preti. “E, se lo sa fare, si tratta di uno sviluppo rispettoso di tutte le categorie sociali, soprattutto delle più povere? Non rischia di aprire maggiormente la forbice tra chi è più ricco e chi è più povero, di favorire attese e sogni distanti dalla vita reale e incapaci di favorire solidarietà e condivisione?”. Interrogativi che, dopo essere stati pubblicati sui giornali locali, sono stati lasciati cadere. Eppure i dubbi dei tre parrochi non sono infondati. “L’astronave” di Azzano, infatti, è il primo esempio di polo del lusso concepito in questo modo in Italia. Come spiega  Romano Cappellari, docente all’Università di Padova e autore del saggio Marketing della moda e del lusso, edito da Carocci, nel nostro Paese “i poli del lusso sono sempre stati i centri storici delle grandi città e da questo punto di vista l’iniziativa di Percassi è innovativa”. E potrebbe fare scuola. Cappellari sottolinea poi che “il mercato del lusso è fatto in buona parte da persone che non hanno un reddito particolarmente elevato”. Nonostante questo, però, “acquistare prodotti di lusso con facilità è qualcosa che possono permettersi di fare sempre meno persone in questa fase congiunturale”. Per accedere al lusso con facilità, infatti, bisogna avere molti soldi. Ma, nonostante siano una minoranza, in Italia, come nel resto del mondo, i grandi ricchi non mancano. Nel nostro Paese sono più di 590mila le famiglie con un patrimonio superiore ai 500mila euro (immobili esclusi). Il mercato complessivo dei milionari, nel 2008, è stato di 779 miliardi di euro, un quarto dei quali spesi in Lombardia. Senza contare che non si conosce il giro di affari e il numero reale dei ricchi sommersi (evasori fiscali con capitali all’estero). Il polo del lusso di Azzano, insomma, non resterà senza clienti.

Il campione dei centri commerciali
Il primo amore di Antonio Percassi, classe 1953, fu il calcio: fino a 23 anni giocò nell’Atalanta. Poi venne la moda, con il sodalizio con Luciano Benetton (al 468esimo posto nella classifica mondiale dei miliardari, secondo la rivista Forbes). Un’amicizia che lo portò a diventare uno dei principali distributori in Italia e all’estero dei prodotti Benetton, attraverso L’Innominato spa. Seguirono altre marche: Swatch, Nike, Levi’s, Calvin Klein, Ferrari, Breil, Guess. Senza dimenticare Zara, che sbarcò in Italia proprio grazie a Percassi. In seguito arrivò il mattone. A metà degli anni Novanta l’imprenditore, nato a Clusone (Bg), divenne un costruttore a pieno titolo. Sue creature sono -solo per citarne alcune- l’Orio center di Orio al Serio, in provincia di Bergamo, il Franciacorta outlet village di Rodengo Saiano, in provincia di Brescia, il Valdichiana outlet village in provincia di Arezzo. Ma l’impero di Percassi passa anche dalla Sicilia (con la società Premium Retail, vedi Ae 106), dove sta realizzando il terzo outlet della Regione, e arriva fino agli Stati Uniti, dove ha in programma il Canyon forest village, un villaggio turistico di 3 milioni di metri quadri accanto al parco nazionale del Grand canyon. Un progetto faraonico che non ha nulla da invidiare a quello della Città del tempo libero di Segrate, alle porte di Milano. Un megacentro commerciale che si estenderà su una superficie di 600mila metri quadri, che costerà 700 milioni di euro e che, stando agli annunci, darà lavoro a 4mila persone. Complessivamente nel 2008, secondo Il Sole-24 Ore, le attività commerciali ed edilizie hanno garantito al Gruppo Percassi un fatturato di circa 600 milioni di euro (con un piano di investimenti per circa 500 milioni di euro).

Terme per ricchi
Il progetto di riqualificazione di San Pellegrino Terme (Bg) prevede la costruzione di un nuovo centro termale (quello vecchio è stato abbattuto), la ristrutturazione di casinò e Grand hotel, un nuovo complesso residenziale, case in zona Vetta e diverse opere infrastrutturali e viabilistiche. Il tutto verrà realizzato da Sviluppo San Pellegrino e San Pellegrino corporation (entrambe del Gruppo Percassi). L’investimento è di 140 milioni di euro, 30 dei quali stanziati da enti pubblici.

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