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Ambiente

Lo sconto fiscale per l’autostrada tra Campogalliano e Sassuolo

Costerà oltre mezzo miliardo di euro costruire una "bretella" di 15 chilometri tra l’A22, l’A1 e la città delle piastrelle. A inizio maggio 2016 il governo ha deciso che il concessionario -Autobrennero, Pizzarotti, Coopsette- godrà di una defiscalizzazione per quasi 40 milioni di euro, in virtù di una norma introdotta con la Legge di Stabilità del 2012. Il bando di gara per la costruzione e gestione dell’opera, però, è del dicembre 2010 

Il progetto di un’autostrada tra Campogalliano e Sassuolo, nel modenese, è vecchio di almeno quindici anni: era il 2001, infatti, quando il collegamento tra l’A1, l’A22 e la “capitale delle piastrelle” venne inserito per la prima volta in una delibera governativa del CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica), con una costo stimato di 175,6 milioni di euro. 

Nel 2016, il 1° maggio, il CIPE è tornato a parlare di Campogalliano-Sassuolo, e in particolare -riportiamo il comunicato diffuso dal governo- “sull’applicazione delle misure di defiscalizzazione, ai sensi dell’art. 18 della legge n. 183/2011”. 
Nel frattempo, l’autostrada è arrivata a costare oltre mezzo miliardo di euro.
 
Chi realizzerà l’opera, cioè la Società di progetto AutoCS, una associazione di imprese cui partecipano Autostrada del Brennero S.p.A., Impresa Pizzarotti & C. S.p.A., Coopsette Soc. Coop e alcune aziende e consorzi del modenese, potrà quindi usufruire di uno sconto sull’IVA, sull’IRAP e sulle imposte sul reddito, secondo quanto disposto dalla Legge di Stabilità del 2012 (la l. 183/2011), quella varata dal governo Monti, quando Corrado Passera e Mario Ciaccia, entrambi ex Intesa Sanpaolo, occupavano come ministro e viceministro il dicastero delle Infrastrutture. 
 
Dall’ufficio stampa del ministero ci hanno spiegato -con una e-mail del 2 maggio scorso- che “il contributo della defiscalizzazione attualizzato ammonta a 38,98 milioni di euro”. Se abbiamo atteso quasi un mese prima di pubblicare questo articolo, è perché abbiamo atteso fino ad oggi (1° giugno) che il ministero delle Infrastrutture chiarisse quanto riportato nella risposta a una delle nostre domande. Questa: “Il comma 2 dell’articolo 18 della l. 183/2011 spiega come ‘l’importo del contributo pubblico a fondo perduto nonché le modalità e i termini delle misure previste al comma 1 (la defiscalizzazione), utilizzabili anche cumulativamente, sono posti a base di gara per l’individuazione del concessionario, e successivamente riportate nel contratto di concessione’. Questo significa che la decisione della defiscalizzazione debba essere precedente alla gara per l’individuazione del concessionario?”.  
 
“La misura della defiscalizzazione è stata prevista nella procedura di gara” hanno replicato dal ministero. Ciò, però, non era possibile: il bando di gara, infatti, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 3 dicembre 2010, quando la misura in questione non era nemmeno presente nell’ordinamento nazionale.
“È stata introdotto in un secondo momento? Se sì, quando?”, abbiamo chiesto. E, finalmente, dopo quasi un mese d’attesa, dal ministero delle Infrastrutture hanno risposto che “essa è stata prevista nella lettera di invito trasmessa a tutti i partecipanti alla procedura di gara”.
Alla mail non era però allegata la relativa documentazione, da noi richiesta.    
 
A livello locale, la realizzazione dell’opera (che gode di un ulteriore contributo pubblico a fondo perduto, di oltre 200 milioni di euro) è osteggiata, in particolare da associazioni ambientaliste come Legambiente: “L’autostrada correrà per circa 16 chilometri sopra la conoide del Secchia, a una distanza media di 200 metri dal fiume, in un contesto che, nonostante sia stato provato da anni di attività  estrattive, mantiene comunque un importantissimo valore paesaggistico ed ambientale. La bretella infatti andrà ad intercettare i corsi d’acqua del reticolo idrografico secondario e vanificherà diversi interventi di riqualificazione ambientale (Oasi del Colombarone, percorso Natura, reti Ecologiche, il potenziale Parco Regionale del Secchia, percorsi ciclabili e pedonali) -spiega Alessandra Filippi, presidente di Legambiente Modena-. Il Secchia, come tutti i fiumi, è un patrimonio ambientale delicatissimo e di primaria importanza, da tutelare, da valorizzare e da riqualificare. Sarebbe un grave errore alterarlo irreversibilmente con una inutile autostrada”. Aggiunge Filippi che “l’infrastruttura attraverserà le zone di rispetto dei campi pozzi di Marzaglia, di Magreta, del campo Tomaselli e Campo San Gaetano interessando circa una ventina di pozzi a servizio di 420mila abitanti”. 
 
Vale la pena leggere la risposta alle critiche di Emilio Sabattini (PD), per dieci anni presidente della Provincia di Modena (dal 2004 al 2014), e oggi membro del Cda di Autostrada del Brennero Spa: “Giro sempre in mountain bike e il territorio dove andrà la nuova Campogalliano-Sassuolo è già rovinato dalle escavazioni”.
 
C’è un altro elemento che vale la pena sottolineare: la progettazione è stata eseguita all’esterno e ceduta ad ANAS dall’Associazione industriali del comparto modenese. In circa quindici chilometri di tracciato trovano posto 2 gallerie artificiali, 8 viadotti e 5 svincoli. Prima dell’avvio dei cantieri, manca solo il visto buono della Corte dei Conti in merito alla “defiscalizzazione”: una delibera che dovrà chiarire, insomma, se il ministero delle Infrastrutture ha agito in maniera legittima applicando a una gara bandita nel dicembre 2010 (e chiusa, per quanto riguarda la possibilità di partecipare, a gennaio 2011) una misura introdotta nell’ordinamento solo dodici mesi più tardi. 

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