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Ambiente / Opinioni

Lo Sblocca-Italia riabilita la Orte-Mestre

Il quarto comma dell’articolo 2 del decreto Sblocca-Italia permette al progetto autostradale tra Lazio e Veneto di accedere ai benefici della "defiscalizzazione". Un contributo pubblico indiretto pari a quasi 2 miliardi di euro, su un totale di dieci, cui -secondo la legge in vigore prima del decreto- l’opera non avrebbe avuto diritto

Lo “Sblocca Italia” libera la Orte-Mestre. Il gioco è tutto in un comma, il quarto dell’articolo 2, che modifica il “decreto del Fare” del 2013 aprendo le porte della “defiscalizzazione” per l’autostrada tra Lazio e Veneto, e garantendo così all’opera benefici per quasi 2 miliardi di euro.   
Era stata la Corte dei Conti, a metà luglio, a porre l’accento su un problema legale, “burocrazia” direbbe qualcuno: la norma in vigore fino alla settimana scorso in materia di defiscalizzazione prevedeva che le misure previste non fossero applicabili “agli interventi da realizzare mediante finanza di progetto le cui proposte sono state già dichiarate di pubblico interesse alla data di entrata in vigore del presente decreto”. È questo, appunto, il caso della Orte-Mestre, un’opera inserita in Legge Obiettivo (2001) e dichiarata di pubblica utilità nel lontano 2003.
Sabato, però, tutto è cambiato, grazie appunto all’articolo 2 comma 4 dello “Sblocca Italia” -pubblicato venerdì sera in Gazzetta Ufficiale e in vigore dal giorno dopo-, che ha soppresso la frase incriminata.
La defiscalizzazione è per tutti, anche per un vecchio progetto, pensato in un altro momento storico ed economico, come la Orte-Mestre.
  
Avevano ragione Maurizio Lupi e il ministero delle Infrastrutture, nelle settimana scorse, ad inserire l’autostrada Orte-Mestre tra le opere avviate grazie al decreto “Sblocca Italia”. Anche se il nome non figurava nell’elenco dello “Sblocca Cantieri”, c’era un comma nascosto capace di “riabilitare” il più grande progetto autostradale d’Italia, quasi 400 chilometri per oltre 10 miliardi di euro d’investimento.

La bocciatura dei magistrati contabili, che avevano bocciato il progetto preliminare della Orte-Mestre, lo stesso che era stato invece approvato dal CIPE nel novembre 2013, era dovuta al fatto che senza i benefici della “defiscalizzazione”, che il piano economico e finanziario allegato alla delibera quantificava in circa 1,8 miliardi di euro, quasi il 20 per cento dell’investimento complessivo, il progetto non stava in piedi.
Se la Orte-Mestre non avesse potuto accedere allo sconto IVA, IRES e IRAP, un meccanismo introdotto nell’ordinamento da una norma di fine 2012 dal governo Monti, e poi ripreso nel “decreto del fare” dell’estate 2013, i viadotti dell’autostrada traballavano, la sostenibilità dell’investimento veniva meno.

Per questo, la Corte dei Conti aveva imposto lo stop, superato -adesso- con il decreto “Sblocca Italia”, da un governo che ha una chiara trazione autostradale. Le “novità” dello “Sblocca Italia” saranno al centro delle azioni promosse dalla Rete Stop Orte-Mestre, che ha convocato per il 20 e 21 settembre due giornate di mobilitazione in contemporanea su tutti i territori attraversati dalla nuova autostrada, da Venezia all’Umbria. Chiedono una cosa sola: lo stralcio, definitivo, dell’opera.

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