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L’intervista con Ugo Biggeri. Un dibattito su Banca Etica

Il dibattito su finansol.it dopo l’intervista di Ae con il nuovo presidente della banca padovana

Paolo Trezzi, uno dei collaboratori di finansol propone alcune riflessioni su Banca Etica dopo aver letto l’intervista di Pietro Raitano, direttore di Ae, al nuovo presidente Ugo Biggeri, "La sobrietà in banca", pubblicata sul numero di luglio/agosto della nostra rivista.

Sembra, da questa intervista, che Banca Etica in questi ultimi anni abbia perso del tempo. Tanto tempo. Riconoscerlo è certamente un buon inizio anche perché non l’anno fatto in molti. Chissà però se sarà possibile.
Il Presidente Biggeri fa accuse pesanti.

1) Per la prima volta (come Cda?) abbiamo possibilità di fare squadra. Perché prima non era così? Che svantaggi, danni e irrimediabilità ha comportato?
2) Dobbiamo lavorare molto sulla macchina organizzativa: negli ultimi anni l’efficienza operativa non è stata presidiata. Perché prima non era così? Che svantaggi, danni e irrimediabilità ha comportato?
Come, quindi, cambiare rotta?
3) Vengono poi gli aspetti di efficienza interna: abbiamo trascurato il tema della soddisfazione del cliente nell’operatività quotidiana. Perché prima non era così? Ma non è quello che fanno le banche tradizionali?
Come, quindi, cambiare rotta?
4) Non avere un rapporto tra impieghi e raccolta elevato, e una liquidità che non rende niente, ha però inciso per qualche milione di euro. Riassestarsi è stata dura. Come lo si è fatto?  Come, quindi, cambiare rotta? Come sembra lasci intendere il Presidente nei fondi -“questo nel breve periodo può essere uno stimolo anche per Banca Etica”-  togliendoli dai Titoli di Stato? Cioè puntando su una corroborante speculazione sanaconti?
Fare soldi con i soldi. Per una buona causa però…
Il Presidente Biggeri dice cose condivisibili e reali. Per tre quarti dell’intervista. Un poco come quei maratoneti che stanno alla testa della corsa per oltre 40 Km e per strafare fanno l’ultimo scatto che invece li sfianca e sono costretti a fermarsi ai bordi della strada esausti. Non perdono il merito di essersi comportati bene, ovviamente, ma al fine del risultato è un disastro. Così la sua ultima risposta – spero che non sia lo specchio delle strategie del suo mandato e del Cda – evidenzia, a me, quel senso di non compiuto, di non completo, da lasciarsi cadere lungo il percorso della parola, rallentare e fermarsi sul ciglio della strada a osservare il maratoneta col fiato spezzato dalla propaganda come un signor Ennio Doris qualsiasi. Condivido, in toto, il secondo commento cioè quello della signora Gemma Romano. Affermazioni sconsiderate quelle del Presidente soprattutto sull’acqua. Sollecito, mi sia permesso, soprattutto i membri del Cda, anche singolarmente, pubblicamente, ad esprimere la loro opinione.  Io però mi permetto risoffermarmi sulla questione fondi perché anche qui c’è da discutere.
Il Presidente Biggeri risponde al direttore di Altreconomia: 5) "Non ero d’accordo sulla scelta di istituire dei fondi. Oggi, però, lo sono”. Si possono conoscere i motivi per cui era contrario e quelli per cui ha cambiato idea? Dall’intervista sembra, e per il momento sottolineo sembra, che siano cambiati per una questione di convenienza, ovviamente non personale ma della realtà che presiede. Se fosse così, e direi che dalla risposta ad una domanda precedente ci sono molte probabilità, non vedo cosa ci sia di diverso dalle scelte, per le stesse ragioni, fatte dalle altre banche tradizionali che non dovrebbero essere prese come modello, anche indiretto. La colpa è mia che non ho proprio capito l’esempio fatto, sul valore di Etica Sgr che ha il merito di svelare le ipocrisie. Forse perché investire in fondi, ho un preconcetto stando al presidente Biggeri, secondo me è un’ipocrisia per chi fa finanza etica.
Si certo come dice lo stesso presidente non sono per i militanti, cioè quelli più consapevoli, responsabili, informati, sono per quelli che in Borsa si chiamano “ parco buoi”. Non capisco se sono veramente, per usare le stesse parole del Presidente Biggeri, per quelli che non possono a questo punto più dire che non c’è alternativa alla finanza tradizionale oppure che non c’è differenza ad investire in Banca Etica. Stiamo dando cioè un’alternativa all’investire da una finanza tradizionale o invece stiamo dando, nella sostanza, semplicemente un’alternativa a dove investire? Io credo che i fondi è provare a far soldi con i soldi, delegare le scelte, facilitare la speculazione e non ridurla, “dare” danari a società che riescono a finanziarsi, tranquillamente, da sole sul mercato e che oltre a non riuscire ad incidere concretamente nelle scelte delle stesse (l’azionariato attivo non mi sembra finora così efficace e poi, tra l’altro, basterebbe un’azione) e troppo spesso, ma non è un accidente, un’eccezione unica, capitano spesso e con rimedi troppo lunghi di trovarsi come titoli etici "Telecom Italia, France Telecom, Indesit, Mark & Spencer… BP, Veolia…”. Certo questi miei discorsi -preconcetti e a prescindere- possono fare poco nel provare a convincere un presidente di Banca Etica che trova normale affermare 6) "non vedo contraddizione tra investire in una utility che ormai è all’interno di un mercato esistente ed essere a favore dell’acqua pubblica in Italia”. Mi sia permesso la domanda un poco cruda che credo calzante. Ma è come non vedere contraddizione investire in armi se queste servono per una guerra legittimata dall’Onu? Ma basterebbe pensare al tabacco, alla pornografia…basta non vendere i fondi ai minorenni… Biggeri, mi sembra, ed è preoccupante, affogare in un bicchiere d’acqua??

update: su finansol.it Ugo Biggeri ha risposto

«Caro Paolo, hai speso molte più parole e congetture per commentare una mia frase che per tutto il resto dell’intervista.
Tranquillizzati! All’atto pratico le posizioni non sono così distanti. Proverò nei prossimi giorni a spiegarmi meglio perché evidentemente ce n’è bisogno. Diciamo che negli anni di finanza etica ho imparato che porsi domande che vadano a fondo delle questioni è un buon metodo per riportare buon senso nella finanza e favorire discussioni vere…

Comunque è curioso come si cerchino di piegare sempre le parole: se non si indicano i problemi si è falsi, o peggio, se lo si fà si fanno accuse pesanti a cui (in barba alla partecipazione) dovrei subito dare risposte da solo…Le idee ce le ho è ci sono in banca etica, si accettano pure suggeriementi. Cerco solo di dare alle idee i tempi necessari in un organizzazione complessa e democratica»

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