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Ambiente

L’incubo dei porticcioli

A Ventimiglia si discute della nuova struttura, pensata per accogliere anche le barche di Montecarlo. L’ultimo tassello di un disegno che sta cementificando la Liguria

Tratto da Altreconomia 97 — Agosto 2008

Per ottobre è attesa la decisione finale della Regione Liguria sulla costruzione del nuovo porto di Ventimiglia.
Il progetto presentato nel 2006 dalla società Cala del Forte (del gruppo Cozzi-Parodi), prevede la costruzione di 539 posti barca e di altre opere a mare e a terra per una spesa complessiva attorno agli 80 milioni di euro. La vendita di nuovi posti barca garantisce oggi ampiamente la spesa per la costruzione della struttura, soprattutto in una zona a poche miglia dal porto di  Montecarlo, che ha problemi di sovraffollamento e di spazio. Un progetto importante a pochi passi da una delle spiagge più belle della zona, quella delle Calandre (nelle foto). La discussione sul progetto ora si è però arenata: la zona è franosa e l’ambito costiero è protetto per la presenza della Posidonia. Non solo: la zona dove si intende realizzare l’opera si inserisce in un contesto unico in Liguria per la presenza di ville storiche, l’area archeologica dei Balzi Rossi, i Giardini Hanbury, il Forte dell’Annunziata e la zona della Calandrea. Il progetto andrebbe a modificare profondamente e irreversibilmente il paesaggio.
Ma non ci sono soltanto problemi ambientali. Sul porto di Ventimiglia si verificherà un impegno preso dalla giunta Burlando, la quale ha dichiarato che i porti non devono rappresentare l’occasione per costruire opere a terra. Che però costituiscono il vero guadagno per i costruttori dei porti. 
Con il porto di Ventimiglia si completa il disegno. L’autostrada A10 da Savona a Ventimiglia divide in due uno dei paesaggi più belli del mondo: da una parte la costa e il mare con una fila ininterrotta di condomini e dall’altra l’entroterra con i segni di una terra strappata pezzo a pezzo alla natura,
le terrazze e la presenza dominante dell’ulivo, che dà al paesaggio il suo colore. Ora che sulla costa non esiste più la possibilità di edificare, si comincia a costruire sul mare. Si cerca di strappare metri quadrati edificabili al mare imitando Montecarlo o Dubai. Le opere maggiori, insieme al raddoppio della ferrovia, sono infatti i porti. Nel giro di pochi anni sono impennati i posti barca disponibili: con il via ai lavori a Ospedaletti, Marina di San Lorenzo e Imperia siamo passati da poco più di 3.500 a oltre 5mila posti barca e con le proposte del nuovo porto di Ventimiglia, di Diano Marina e dell’ampliamento di Bordighera possiamo ragionevolmente puntare a superare quota 6mila.
Significa un posto barca ogni 30 residenti. Per giustificare la costruzione di nuovi porti sono stati promessi migliaia di posti di lavoro. Ad Imperia, ad esempio, ne erano stati annunciati oltre 2mila: a oggi se ne contano poche decine. La generosità non è mancata invece sulle cubature: insieme alle opere a terra del porto (negozi , uffici, residence ecc.) è stato presentato un progetto di 120.000 metri cubi di cemento nell’area delle ex ferriere dall’impatto ambientale devastante. Amministratori e imprenditori uniti da una cultura da ricostruzione anni 50.

La nostra striscia di Gaza
“La nostra striscia di Gaza, senza bombe ma tutta asfalto e cemento”. Così definisce la Liguria Marco Travaglio nella prefazione di Il partito del cemento, il libro di Marco Preve e Ferruccio Sansa (Chiarelettere 2008). I due giornalisti hanno ricostruito la tempesta speculativa, fatta di porti e porticcioli, waterfront, alberghi e seconde case, che si è abbattuta sulla Regione negli ultimi 15 anni. Una colata di 3 milioni di metri cubi di cemento che ha dimezzato tra il 2000 e il 2005 la superficie di suolo non costruito (è il record italiano, vedi Ae 91) e che deriva da precise responsabilità: quelle degli amministratori locali ma anche dei due “Claudii” (il presidente della Regione, Burlando, e il ministro dello Sviluppo economico, Scajola, già sindaco di Imperia). Senza contare le numerose imprese costruttrici, tra le quali la Cozzi-Parodi impegnata nel porto di Ventimiglia (vedi sopra).
 

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