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L’epopea Gkn, al quarto anno del suo movimentato percorso, è a un altro bivio

La proprietà della fabbrica di Campi Bisenzio vuole sgomberare il presidio operaio e destinare lo stabilimento a un nuovo polo della logistica. A opporsi al progetto “grandi superfici e poca occupazione” è il Collettivo di fabbrica, tramite la nascente cooperativa Gff, che ha pronto da tempo un piano per fare pannelli solari e cargo-bike. Sono momenti decisivi in cui il ruolo di Comuni e Regione è fondamentale. L’11 e il 12 luglio ci sarà una grande mobilitazione a Firenze
È un bivio esistenziale per la ex Gkn. Da una parte, come noto, c’è il progetto operaio di conversione ecologica delle produzioni -dai semiassi per automobili ai pannelli solari e alle cargo-bike-, dall’altra parte, sempre più nitida, la dismissione industriale e la destinazione dei grandi spazi di via Fratelli Cervi a Campi Bisenzio (Firenze) a un nuovo polo della logistica.
La novità degli ultimi giorni è la concreta possibilità di uno sgombero del presidio operaio, evocato nel decreto del Tribunale di Firenze del 20 giugno scorso, emesso all’indomani dell’avvio della procedura di concordato preventivo. Il decreto sposa la visione della proprietà (la società Qf, che l’anno scorso ha comunque ceduto gli immobili a due società del “gruppo”, Tuscany industry e Società toscana immobiliare), sostenendo che “l’occupazione” della fabbrica ha reso “impossibile ogni progetto di rilancio produttivo”, e affida ai custodi giudiziali il compito di prendere possesso dello stabilimento, anche, se necessario, “avvalendosi della forza pubblica”.
È noto, in realtà, che Qf non ha mai elaborato alcun piano di ripresa delle produzioni, nonostante decine di incontri istituzionali e numerose promesse cadute nel vuoto. Si profila piuttosto un futuro non industriale per l’area ex Gkn: a garantire il concordato preventivo, e quindi il pagamento dei 18 milioni di euro di debiti (per lo più verso i dipendenti, tra stipendi arretrati e Tfr), è una società, Idea Sgv, che fa parte di IdeaGroup, nato -come si legge sul suo sito- nel 2005 con “investimenti nella riqualificazione di aree industriali dismesse e nella conversione in logistica di terreni adiacenti ad aree industriali nel Lazio” e oggi “specializzato e altamente qualificato nella realizzazione di piattaforme logistiche e industriali”.
La logistica -quindi grandi superfici e poca occupazione- sembra dunque il destino pensato da Qf per lo stabilimento, che si trova a breve distanza da due ingressi autostradali: Calenzano sulla A1, Sesto Fiorentino sulla A11.
Il processo di concordato preventivo potrebbe arrivare a compimento tra novembre e dicembre ma in parallelo procede il progetto promosso dal Collettivo di fabbrica tramite la nascente cooperativa Gff: un dettagliato piano di investimenti da 12 milioni di euro (1,5 milioni da azionariato popolare) elaborato con qualificate competenze solidali e approvato da banche e altri investitori, un progetto che contende a Qf e Idea Sgv la disponibilità dello stabilimento.
È questo il bivio: che fine deve fare l’area di via Fratelli Cervi? Entrare nel gorgo della speculazione edilizia, come il Collettivo di fabbrica definisce i piani della controparte, o divenire una “fabbrica pubblica socialmente integrata” come vorrebbe Gff?
Un ruolo decisivo, nella scelta della via da imboccare, spetta alla Regione Toscana, che sta costituendo in questi giorni, con la Città Metropolitana di Firenze e i Comuni di Campi Bisenzio, Calenzano e Sesto Fiorentino, un Consorzio pubblico per reindustrializzare l’area della ex Gkn. Il Consorzio potrebbe proporre a Qf l’acquisto o l’affitto dell’area, o arrivare perfino all’esproprio con indennizzo, e quindi destinare lo stabilimento a nuove produzioni, sapendo di poter già contare, per una porzione della superficie, su un affittuario pronto a installare nuovi macchinari: la cooperativa Gff, appunto.
Lo snodo è dunque tecnico -il concordato preventivo e i suoi possibili sviluppi- ma anche politico e sociale, ed è su questo secondo aspetto che il Collettivo di fabbrica intende giocare le proprie carte. Giovedì 26 giugno sera, durante un’assemblea molto partecipata, è stato ribadito che il presidio non si tocca e che sarà difeso, ma con una precisazione: “Resistiamo -ha detto in apertura Danio Dainelli a nome del Consiglio di fabbrica- perché abbiamo un piano”. Un piano industriale, l’unico esistente. “Sulla repressione -ha aggiunto Dario Salvetti, membro della ex Rsu- alla lunga vincono loro; sul progetto e sulla visione possiamo ancora sperare di vincere noi”.
Un “noi”, questo, che oggi include gli operai, i solidali ma anche se non soprattutto la Regione e gli altri enti locali, che hanno già fatto molto, con la legge sui consorzi pubblici industriali e la sua imminente attuazione, ma sono ora chiamati ad andare fino in fondo, sfidando il piano dismissivo di Qf.
La Giunta guidata da Eugenio Giani, a pochi mesi dalle elezioni regionali del prossimo autunno, vorrà e saprà fare “qualcosa di sinistra”, per il bene comune? È il tema politico dell’estate fiorentina, ma la nascita della “fabbrica pubblica socialmente integrata” sarebbe inevitabilmente un fatto politico di rilievo nazionale, un precedente di cui il centrosinistra dovrebbe tenere conto nel necessario ripensamento delle politiche industriali e del lavoro al tempo del collasso ecologico e delle “nuove” economie di guerra. Una sfida nella sfida.
Intanto la mobilitazione continua: l’11 e 12 luglio la piazza Poggi di Firenze sarà l’epicentro di una grande manifestazione popolare, a quattro anni dai licenziamenti decisi dal fondo Melrose (9 luglio 2021), con un concerto serale (sul palco, fra gli altri, Bandabardò e Piero Pelù), un piccolo corteo notturno e l’assemblea dell’azionariato popolare; il Collettivo di fabbrica chiama anche a una “tendata”, con teli e sacchi a pelo a manifestare un modo d’essere e di pensare opposto al soffocante modello della città-vetrina.
Lorenzo Guadagnucci è giornalista del “Quotidiano Nazionale”. Per Altreconomia ha scritto, tra gli altri, i libri “Noi della Diaz”, “Parole sporche” e “Un’altra memoria”.
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