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Economia

L’editoria è un gioco

Tra gli sponsor del meeting 2013 di Comunione e Liberazione, in corso a Rimini fino al 24 agosto, c’è anche Lottomatica: il colosso delle scommesse fa parte del gruppo De Agostini, che non è più solo "editore" ed ha interessi che spaziano fino all’immobiliare e al credito al consumo —

Tratto da Altreconomia 149 — Maggio 2013

Leggi “De Agostini” e in automatico pensi “editore”. E chiunque abbia percorso l’A4 tra Milano e Torino, è pure in grado di immaginarsi un luogo fisico per la produzione. Dietro la “copertina”, però, c’è dell’altro: in nome della diversificazione, il gruppo ha allargato la propria sfera di azione, e le attività originarie valgono poco meno del quaranta per cento del bilancio consolidato di De Agostini spa, chiuso nel 2011 (l’ultimo disponibile) con un fatturato di 5,11 miliardi di euro, in crescita del 18 per cento rispetto al 2010. In termini assoluti, significa più 796 milioni di euro, che in un anno di crisi sono arrivati in larga parte (660 milioni di euro in più) dalla controllata Lottomatica, società quotata alla Borsa di Milano, il cui business è legato a lotterie online, istantanee (i Gratta e vinci) e tradizionali (Lotteria Italia), concorsi pronostici, scommesse a totalizzatore e a quota fissa, giochi interattivi, apparecchi da intrattenimento, soluzioni di gioco, prodotti e servizi d’intrattenimento multi canale.
Partiamo da Lottomatica, che -essendo quotata- ha già depositato il bilancio 2012, chiuso con un fatturato di 3.075.685.000 di euro, ancora in crescita rispetto al 2011 (2,97 miliardi). Il 58% del fatturato -1,79 miliardi di euro- deriva dalle attività italiane, mentre quasi un miliardo di euro dalle lotteria gestite attraverso la “controllata” americana Gtech. Scritto tra virgolette perché in mezzo c’è una società di diritto lussemburghese, Invest Games S.A., che controlla Gtech Holdings Corporation, che raggruppa molte società e ha sede negli Usa, nel Delaware, Stato a “fiscalità agevolata”, per usare un eufemismo.
L’assemblea di maggio 2013, dovrebbe confermare una cedola di 0,73 euro per azione: significa che quasi 75 milioni di euro andranno alle famiglie Drago e Boroli (44 azionisti della accomandita B&D sapa, che fanno parte della terza e quarta generazione delle due famiglie secondo Milano Finanza), mentre agli altri azionisti rilevanti, Generali e Polaris (Cariplo) toccano rispettivamente 3,58 milioni e poco più di 2,5 milioni di euro. 
Del gruppo De Agostini fa parte un’altra società quotata. Si chiama DeA Capital, e la holding dei Drago e dei Boroli ne controlla il 58,3% (un altro 4,81, invece, è di Mediobanca). DeA Capital opera attraverso una società di gestione del risparmio immobiliare, IdeaFimit, che ha 31 fondi e immobili per un valore di circa 10 miliardi di euro. La sgr starebbe trattando l’acquisto da Risanamento dell’area di Santa Giulia, oggi di proprietà delle banche. In quest’avventura, il gruppo De Agostini è affiancato dall’Inps, da Enasarco (l’ente previdenziale degli agenti di commercio) e da Inarcassa (quello di architetti e ingegneri liberi professionisti). DeA Capital controlla anche DeA Capital Investment, che ha sede in Lussemburgo: è attraverso questa società che il gruppo detiene alcune partecipazioni strategiche: c’è il 42,89% di Générale de Santé (GDS), società leader nel settore della sanità privata in Francia; c’è il 17,03% di Migros, che gestisce 850mila metri quadrati di supermercati in Turchia, dov’è leader della grande distribuzione organizzata (il valore della partecipazione è cresciuto di 96,5 milioni di euro nel 2012, grazie all’aumento della quotazione alla Borsa di Istanbul); c’è, infine, il 41,39% di Sigla Luxembourg, che anche in Italia si occupa di prestiti personali e cessione del quinto dello stipendio (www.siglacredit.it). Soggetti cui, sempre più spesso, devono ricorrere coloro che si “ammalano” di  gioco. —

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