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Esteri / Intervista

Le rinnovabili sembrano c’entrare poco con l’imponente blackout avvenuto in Spagna

Barcellona il 28 aprile 2025 durante il blackout © Davide Bonaldo / IPA

A fine aprile la Spagna (e in second’ordine il Portogallo) è stata colpita da un distacco clamoroso che ha interessato il 60% della generazione elettrica, creando disagi enormi per oltre 55 milioni di persone. Gianluca Ruggieri, tra i soci fondatori della cooperativa energetica ènostra, spiega perché è difficile imputarne la colpa alle rinnovabili, come invece fanno alcuni osservatori

Ma davvero sono le inaffidabili energie rinnovabili la causa dell’imponente blackout che il 28 aprile tra Spagna (soprattutto) e Portogallo (in second’ordine) ha determinato enormi disagi per oltre 55 milioni di persone?

Lo abbiamo chiesto a Gianluca Ruggieri, attivista energetico, ricercatore in Fisica tecnica ambientale e tra i soci fondatori della cooperativa energetica ènostra.

Ruggieri, che cos’è accaduto in Spagna e Portogallo?
GR
La premessa da fare è che al momento sono più le cose che non sappiamo di quelle che conosciamo. Stando alle informazioni rilasciate dalle autorità, sembra che siano saltati due importanti punti di produzione elettrica nel Sud della Spagna, nella regione dell’Estremadura, e si sono scollegati a un secondo e mezzo di distanza l’uno dall’altro, perciò è mancata in pochissimo la disponibilità di energia in due punti diversi. Questo probabilmente ha fatto perdere alla rete elettrica l’equilibrio istantaneo tra domanda e offerta, causando uno scarto della frequenza, diminuita in pochi secondi dai normali 50 Hertz (Hz). La frequenza deve essere mantenuta con una certa stabilità, altrimenti gli impianti di produzione potrebbero andare in crisi, e per evitarlo in Spagna si è deciso di scollegare gran parte della rete per evitare eventuali danni. In pratica, circa il 60% della generazione elettrica della Spagna è stato distaccato dalla rete, pari a 15 GigaWatt, e ha causato quindi un blackout totale. Quando succede un evento simile per ripristinare il funzionamento della rete ci vogliono varie ore perché bisogna iniziare da alcuni impianti e da lì ricollegarli al sistema per poi ristabilirlo tutto.

Si conosce qualcosa dell’origine del blackout?
GR
Le autorità spagnole finora non hanno fornito spiegazioni approfondite sull’origine dell’interruzione dell’energia e probabilmente ci vorrà ancora qualche giorno prima di saperne di più. Secondo me, in base a come funziona la rete elettrica, questo blackout non è spiegabile solamente con i fatti che si conoscono sulla rete, ma ci vorrà del tempo per approfondire i fattori esterni. Per esempio, nelle prime ore si è parlato di un possibile attacco informatico o hacker alla rete nazionale, ma è stato escluso che i computer che gestiscono il sistema siano stati presi di mira. Invece potrebbe esser accaduto che i due impianti di produzione siano stati colpiti, ma ripeto al momento non è ancora chiaro.

Qual è la situazione delle fonti di produzione di energia elettrica in Spagna?
GR
Stando ai dati del think tank Ember, nel 2024 in Spagna l’energia è stata prodotta da una serie diversificata di fonti. Il 23% circa dell’elettricità proviene da fonti alimentate dai combustibili fossili, mentre il 20% arriva dalle cinque centrali nucleari, con sette reattori attivi, presenti nel Paese. Il resto dell’energia deriva da fonti rinnovabili, tra cui il 22% dall’eolico e il 21% dal solare, seguiti dall’idroelettrico e dalle biomasse, una produzione energetica chiaramente diversificata tra le varie fonti.

Su alcuni giornali italiani è stato scritto che le energie rinnovabili, a causa della loro intermittenza, potrebbero aver avuto un ruolo nel blackout.
GR
Per quello che conosciamo l’interruzione di energia non è stata causata dalle fonti rinnovabili poiché è avvenuto un improvviso calo di offerta energetica e non un problema di intermittenza delle fonti, una questione che esiste ma che non può aver causato un’interruzione di questa portata. In Spagna ci sono cinque centrali nucleari, se anche un paio di queste si fossero scollegate dalla rete sarebbe avvenuto qualcosa di simile, oppure gli impianti che si sono staccati potrebbero essere fotovoltaici, ma il problema è che non sappiamo ancora cos’è avvenuto di preciso. Infatti durante il blackout i reattori, le centrali idroelettriche e quelle alimentate a combustibili fossili sono state per lo più spente per evitare danneggiamenti. Oltre al fatto che i sistemi elettrici si basano sulle previsioni di produzione e consumo del giorno successivo a cui far fronte con un’adeguata produzione.

Carico energetico totale in Spagna del 28 aprile 2025. In giallo la previsione del carico totale giornaliero, in blu il carico totale effettivo. Fonte: Entso-e, gestore del sistema elettrico europeo, 2025

Se si guardano i grafici della piattaforma dei gestori di energia elettrica europea Entso-e, si nota che fino al momento del blackout la previsione fatta il giorno prima e i consumi attuali erano sostanzialmente in linea, ovvero non c’era un divario tra la previsione e i consumi. Invece, tra le 12:30 e le 12:45, il carico elettrico in Spagna è diminuito da circa 25mila Megawatt a 16mila, scendendo infine sotto i 12mila Megawatt, e la ripresa del carico è ricominciata attorno alle 14. Chiaramente è mancata una fetta importante di produzione in tempi molto rapidi ed è difficile imputarne la colpa alle rinnovabili. Per esempio nel fotovoltaico può capitare che si rompano alcuni pannelli, ma questo mette in difficoltà la produzione degli altri pannelli sicuramente non dell’intero sistema.

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