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Opinioni

Le ragioni della mia candidatura

L’Italia e l’Europa sono, nell’ordine, un Paese sotto ipnosi e un continente impazzito. L’Italia è sotto il sortilegio delle larghe intese. L’Europa è divenuta un’agenzia di funzionari a disposizione dei Mercati.
A farne le spese sono i territori e le comunità concrete, costrette a difendersi strenuamente dalla progressiva sottrazione di diritti, beni comuni, paesaggi, possibilità di far fiorire relazioni autentiche.
Il commento di Roberto Mancini

La menzogna dice che bisogna sacrificare i servizi, i diritti, le persone, il lavoro e la democrazia perché costano troppo, mentre occorre favorire la libertà della finanza e delle banche perché ci porteranno fuori dalla crisi e ci daranno la crescita.
E’ vero il contrario. In un contesto come questo i pericoli maggiori vengono dalla credulità e dalla rassegnazione di massa.

Una candidatura che nasce dall’impegno di molti
Mi chiamo Roberto Mancini, insegno filosofia all’Università di Macerata, provengo dal mondo del volontariato sociale, non sono iscritto a nessun partito, svolgo la mia ricerca nell’ambito dell’individuazione delle condizioni di un’economia alternativa.
La mia candidatura nella lista L’altra Europa per Tsipras nasce non da me, ma in primo luogo dal legame con quanti da anni agiscono perché l’Europa sia una comunità democratica, ospitale, capace di cambiare in meglio l’economia.
Per me vale anzitutto il legame con soggetti quali il movimento dell’altreconomia, le esperienze che promuovono l’equità e la solidarietà, quella parte del sindacato che è fedele alla difesa dei diritti di chi lavora e di chi dal lavoro è escluso, le associazioni impegnate nella giustizia che restituisce la dignità agli esclusi e ai senza dimora, i gruppi di insegnanti che lottano per la rinascita della scuola e per una svolta interculturale, le scuole di pace, gli studenti che si organizzano per capire e per cambiare la società, i gruppi che cercano un modo fraterno e sororale di vivere le fedi, nel rispetto della laicità che tutti ci accomuna, le reti che sui territori cercano ogni giorno di difendersi dagli attacchi contro il paesaggio e i beni comuni riconfigurando gli spazi con pratiche che resistono alla colonizzazione neoliberista.
Ho pensato a tutte queste persone tenaci, creative giorno per giorno. Ho pensato non tanto che avrei potuto “rappresentarle”, quanto che dovevo osare più del solito per continuare la strada insieme a loro e rafforzare anche nel Parlamento Europeo il loro metodo di azione politica. Perché per loro la politica è la cura del bene condiviso, non una gara a chi conquista più potere. Credo nel metodo di questi movimenti e nella visione di un’Europa fatta di persone, di popoli, di incontri con chi europeo non è e viene qui a cercare un’altra vita. Un’Europa dove la natura non è solo “ambiente”, ma è la sorella che ci ospita e richiede un’opera di armonizzazione.

Una scelta di sinistra aperta, europea e aperta al mondo
Tutto questo non si riassume solo nella categoria della “sinistra”, ma senza una coscienza collettiva orientata a sinistra – che per me vuol dire alternativa al liberismo e protesa a una democratizzazione delle istituzioni e della società – tutto questo è impossibile.
Il respiro di una scelta simile porta a guardare sia al valore irrinunciabile dell’Europa unita e solidale, sia alla responsabilità per promuovere la nascita di un vero e pacifico ordine del mondo, che finora l’umanità non ha mai conosciuto. La crisi e i problemi sociali non vengono dall’Europa, ma sia dall’ubriacatura neoliberista che disgrega il tessuto umano della società, sia dalle reazioni nazionaliste, populiste, razziste e neofasciste.

Le priorità
Le aree di impegno a me più vicine sono:
a) la politica per un’economia democratica, dove la crescita vera sia la giustizia che dà modo a tutti di vivere con dignità nel rispetto del mondo naturale, contro le oligarchie e l’illegalità delle mafie;
b) la lotta all’esclusione sociale ed etnica e lo sviluppo del modello sociale europeo a tutela dei diritti fondamentali di chiunque;
c) la politica di disarmo e di cooperazione internazionale a partire dall’area del Mediterraneo e dai confini orientali dell’Unione Europea, nell’impegno per una rinascita dell’ONU su basi di autentica democrazia internazionale;
d) la politica per la liberazione delle nuove generazioni, per il rilancio della scuola e dell’università viste non come aziende privatizzate ma come soggetti di conoscenza, educazione e rinnovamento della società intera.

La giustizia risanatrice come metodo della politica
Queste motivazioni e queste aree di impegno prioritario richiedono nel contempo l’adozione di un metodo che renda la politica non una tecnica per conquistare il potere, bensì un’opera di cura del bene condiviso e dei beni comuni, forte di pratiche e relazioni del tutto rinnovate. Tale metodo implica la scelta dell’energia della nonviolenza, l’impegno a favorire la più ampia partecipazione possibile dei cittadini, l’impiego delle conoscenze più avanzate, l’ascolto dei bisogni e delle proposte che vengono dalla società, il controllo sull’operato degli eletti e la limitazione temporale del loro ruolo in cariche pubbliche, impedendo che tali incarichi diventino una professione.
Questo metodo comporta l’adozione di quella giustizia restitutiva che ridà i diritti a chi ne è stato privato, riattribuisce i propri doveri a chi li ha elusi, risana le situazioni anziché aggravare le iniquità.

Dare il voto a “L’altra Europa per Tsipras”
Al di là della mia persona, votare per la lista “L’altra Europa per Tsipras” significa scegliere di costruire con pazienza, senza settarismi né narcisismi, un futuro abitabile per tutti, invece di rassegnarsi o, peggio ancora, di continuare a votare per personaggi e partiti che ci fanno del male e che in questo trovano le loro larghe intese.
La mia candidatura, nata dal legame con i movimenti che ho ricordato, nasce nel contempo dalla fiducia che il cambiamento sta maturando e dal piacere di poter dare una mano a coloro che lottano per la liberazione. La liberazione da un’oppressione che, attraverso l’economia impazzita e la politica servile verso le oligarchie, grava sull’Europa intera e toglie il respiro al mondo.
 

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