Le previsioni di sviluppo dei combustibili fossili a dieci anni dall’Accordo di Parigi

di Daniele Pernigotti — 20 Ottobre 2025

La nuova edizione del “Production gap report” esamina i piani dei primi venti Paesi per produzione e consumo della fornitura primaria di combustibili fossili. Emerge un quadro antitetico alla necessaria decarbonizzazione. Resistenze a parte, le rinnovabili attirano comunque più investimenti rispetto alle fossili, con un incremento del 70% rispetto a dieci anni fa. Segnando il 92% di nuova potenza installata. Un messaggio per i negoziatori della Cop30 di Belém

La recente pubblicazione del Production gap report 2025, in cui sono analizzati i piani di sviluppo dei combustibili fossili dei principali Paesi produttori, mette in seria discussione la possibilità di raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Come è noto, il patto globale sul clima del 2015 impegna tutti gli Stati firmatari a mantenere l’innalzamento della temperatura del Pianeta “ben al di sotto dei 2 gradi, cercando di restare entro 1,5 gradi, rispetto ai livelli preindustriali” e ciò equivale a una drastica riduzione dell’utilizzo dei combustibili fossili, fino ad arrivare al loro completo abbandono.

Lo ricorda anche Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea): “Stiamo assistendo all’inizio della fine dei combustibili fossili e dobbiamo prepararci alla nuova era”.

La necessità di attuare la “transizione dai combustibili fossili e raggiungere emissioni nette zero entro il 2050” è stata confermata anche in occasione della