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Ambiente / Attualità

L’autostrada “spagnola” pronta a sventrare le Alpi

Abertis acquista per quasi 600 milioni di euro la società che gestisce l’autostrada Brescia-Padova e l’A31 Valdastico. Il “pacchetto” prevede la possibilità di completare a Nord il collegamento fino a Trento, scavando numerose gallerie (la più lunga di 14 chilometri). Un investimento che -nonostante quanto affermato- non è ancora autorizzato

Uno striscione contro la costruzione della Valdastico Nord

Le montagne che cingono la Valdastico e l’altipiano di Lavarone, tra Veneto e Trentino, hanno un prezzo: 594 milioni di euro. Tanto ha pagato la multinazionale spagnola Abertis, specializzata nella gestione di reti autostradali, per diventare socio di maggioranza di A4 Holding spa, che ha in gestione l’autostrada A4, nella tratta tra Brescia e Padova, e l’autostrada A31, che oggi corre tra Piovene Rocchette, nel vicentino, e Badia Polesine (RO).

Nei prossimi anni, però, l’A31 dovrebbe essere ampliata fino al Trentino, scavando appunto nuove gallerie sotto le Alpi. Ed è solo grazie alla possibilità di realizzare questo investimento, un intervento il cui costo stimato è di circa due miliardi di euro, che A4 Holding potrà infatti continuare a gestire fino al 2026 anche l’autostrada Brescia-Padova, che è una delle più trafficate (e redditizie) del Paese, dato che ogni giorni vi passano in media 91mila veicoli.
Se questa opportunità non venisse confermata, infatti, la concessione risulterebbe scaduta ormai da tre anni, come era indicato in origine nell’atto di concessione tra ANAS spa e società concessionaria.

Difficilmente, in tal caso, Abertis avrebbe valutato circa 600milioni di euro le azioni acquistate dal socio di maggioranza di A4 Holding -cioè Re. Consult Infrastrutture spa, partecipata dalla banca Intesa Sanpaolo e dalla società di costruzioni Astaldi- e dai Tabacchi, una famiglia di industriali veneti.

La chiusura dell’operazione è stata annunciata l’8 settembre con un comunicato stampa: si specifica che Abertis nominerà 6 dei 9 consiglieri d’amministrazione della società, e che Carlos del Río, direttore generale e membro del Comitato di direzione di Abertis, sarà il nuovo presidente esecutivo del gruppo. La società specifica che il closing dell’acquisizione è avvenuto una volta ricevuto il “sostegno del governo italiano alla realizzazione di un corridoio di interconnessione tra la Valle dell’Astico, la Valsugana e la Valle dell’Adige”.

Il testo del comunicato stampa diffuso da Abertis in data 8 settembre 2016
Il testo del comunicato stampa diffuso da Abertis in data 8 settembre 2016

Secondo Astaldi, questo “sostegno” sarebbe legato all’esito della riunione del 10 agosto scorso del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE). Leggendo il documento presente sul sito dell’organismo, che è presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti, si nota però come il Comitato abbia in tale data esclusivamente “recepito” alcune informative relative all'”esito lavori del Comitato paritetico”, ovvero dell’organismo creato nel tentativo di far coincidere gli interessi del Veneto e quelli della Provincia autonoma di Trento, che in passato ha più volte manifestato la propria contrarietà all’opera, con tanto di ricorsi alla Corte Costituzionale.

Estratto dal documento del CIPE, che fa seguito alla seduta del 10 agosto scorso
Estratto dal documento del CIPE, che fa seguito alla seduta del 10 agosto scorso

Il progetto della Valdastico Nord, almeno quello sottoposto a valutazione d’impatto ambientale (VIA), prevede, tra l’altro, la realizzazione di una galleria lunga 14 chilometri, più del trafoto del Gran Sasso. Il tutto su una infrastruttura che oggi è attraversata da appena 12mila veicoli al giorno.
Dal vicentino è comunque possibile raggiungere Trento in autostrada lungo l’A4 e poi percorrendo l’A22.

Un’incognita sull’investimento di Abertis resta, poiché la concessione -molto chiara- spiegava che “in caso di mancata approvazione del progetto definitivo relativo alla realizzazione della Valdastico Nord entro il 30.06.2013, verrà conseguentemente definito dalle Parti, entro la medesima data, il valore di subentro, ferma restando la scadenza della concessione al 30 giugno 2013”.
E siccome nessun progetto definitivo è mai stato approvato, la concessione sarebbe scaduta.

Inoltre, il piano economico e finanziario dell’opera (che la società spagnola dovrebbe aver letto) ne suggerisce l’insostenibilità: l’equilibrio sarà raggiunto solo nel 2046. In ogni caso, vent’anni dopo la scadenza dell’attuale concessione, se anche la scadenza venisse fissata al 31 dicembre 2026.

Solo 3 anni prima, nel 2023, Abertis “salderà” l’impegno nei confronti di Intesa Sanpaolo e Astaldi. Il pagamento del prezzo è fissato tra sette anni. Ecco l’affare che apre -per la prima volta- ad aziende straniere la gestione della rete autostradale italiana, un monopolio pubblico malamente privatizzato.

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