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Inchiesta

L’Auser mette in comune il saper fare

L’associazione coinvolge nelle sue attività 45mila volontari “anziani”. Dalle sarte ai medici in pensione

Tratto da Altreconomia 182 — Maggio 2016

Quando il ritiro dal lavoro coglie le persone in forze e in salute, e la pensione garantisce loro di vivere serenamente, donare il tempo a disposizione per gli altri, e non solo per la famiglia, vale molto. I volontari anziani non sono molti: anche se gli over 65 in Italia sono il 23,9% della popolazione, del totale di chi fa volontariato dentro le associazioni sono il 19%. Altrettanto alta, in percentuale (il 19,3%, per la precisione) è la fetta degli over 65 che si impegnano in attività non organizzate sempre di volontariato. A coinvolgerli sono tante associazioni, una di queste è l’Auser che ha raccolto tutte le sue belle pratiche in una guida intitolata “Il saper fare”. 

L’ago e filo non si fermano mai nelle 54 Sartorie della Solidarietà che l’Auser -l’associazione per l’invecchiamento attivo che conta 305.000 soci e più di 45.000 volontari in tutta Italia- tiene aperte in Toscana. Si trovano a Firenze, Prato, Pisa, Lucca, Piombino e Livorno. 800 volontarie esperte nelle arti del cucito e del ricamo lavorano per finanziare progetti di solidarietà internazionale, cucendo migliaia di coperte, bende sanitarie e capi di vestiario.

Col tempo questi laboratori sono diventati luoghi di inclusione per le donne, soprattutto immigrate, a cui vengono insegnate le tecniche tradizionali di cucito e maglia e anche la lingua italiana. Dieci sartorie si sono trasformate in centri culturali: organizzano corsi di pittura, di lingua per migranti, di teatro e di canto. 

Le Sartorie della Solidarietà “esportano” capi in tutto il mondo e vendono bambole e prodotti per raccogliere fondi. 

A sostenerle sono le imprese tessili toscane che forniscono gran parte del materiale. Altre capacità i volontari dell’Auser di Crema le utilizzano per “L’Officina dell’Aiuto”. Dal 2013 hanno raccolto, riparato e fornito gratuitamente per 500 anziani e disabili gli ausili ortopedici o medicali offerti da privati cittadini e da case di riposo. 

Il Comune di Crema ha dato un capannone con uffici e locali per le riparazioni e le manutenzioni e i sei volontari meccanici sistemano e recuperano. Anche in questo caso la rete è protagonista: aziende sanitarie locali, i servizi sociali, Comune e associazione donatori tempo libero di Cremona che svolge la stessa attività e con la quale si scambiano i materiali. Ne hanno beneficiato 500 persone.

All’Aquila anziani e donne sole vittime del terremoto che abitano nei Moduli abitativi provvisori (MAP) e nei Complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili (CASE) ricevono il sostegno domiciliare dei volontari Auser. Il progetto degli interventi di domiciliarità si rivolge alle famiglie ad alto rischio di emarginazione e di esclusione sociale, che abitano in zone degradate e prive di servizi, e che a tale disagio cumulano difficoltà economiche. Con i servizi del Comune, ottengono aiuti alimentari e il pagamento di utenze o locazioni, acquisto di vestiario per bambini. I volontari Auser impegnano i più piccoli in attività ricreative e coinvolgono i disoccupati lunga durata in iniziative di orientamento alla ricerca di un nuovo lavoro, offrendo supporto alle persone anziane nelle loro abitazioni. Ne hanno già beneficiato 57 persone. 

Novemila sono invece le prestazioni mediche fornite da 20 medici volontari in pensione a Cosenza: l’ambulatorio “Senza confini” apre le porte a chiunque non abbia la disponibilità economica per sostenere cure mediche o il diritto di accesso al Servizio sanitario nazionale: migranti stanziali, di passaggio, o in attesa dello status di rifugiato, ma anche cittadini italiani in condizioni di disagio economico.Il servizio è finanziato dall’Auser di Cosenza mentre le attrezzature sanitarie sono frutto di donazioni. E del tempo donato agi altri. 

 

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