Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Economia

Latte: chi è fuori norma – Ae 22

Numero 22, novembre 2001I produttori di latte artificiale continuano a violare il Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. Lo conferma “Il codice violato”, indagine svolta tra giugno e settembre 2000 dall'Italian Code Monitoring Coalition (Icmc) e presentato…

Tratto da Altreconomia 22 — Ottobre 2001

Numero 22, novembre 2001

I produttori di latte artificiale continuano a violare il Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno. Lo conferma “Il codice violato”, indagine svolta tra giugno e settembre 2000 dall'Italian Code Monitoring Coalition (Icmc) e presentato il mese scorso.

Lo studio segue la condanna di sei compagnie da parte dell'Autorità garante per la concorrenza e il mercato (Antitrust) nel marzo dell'anno scorso (vedi AltrEconomia n. 6), confermata a giugno 2001 dal Tar del Lazio dove le aziende avevano fatto ricorso.

L'Icmc raccoglie quattro organizzazioni, l'Associazione amici di Raoul Follerau, il Movimento allattamento materno italiano, la Rete italiana boicottaggio Nestlè e il Servizio civile internazionale, e nasce su impulso dell'International Baby Food Action Network (www.ibfan.org). I dai raccolti in Italia sono stati inseriti anche in “Breaking the rules 2001”, il rapporto curato da Ibfan sulle violazioni del Codice nel mondo, disponibile in versione integrale sul sito www.ibfan.org/english/codew00.html

“Il codice violato” prova le infrazioni, in Italia, di dieci compagnie: Nestlè (marchi Nestlè e Guigoz), Numico (Nutricia e Milupa), Heinz (Plasmon, Dieterba e Nipiol), Humana (Humana e Milte), Star, (con il marchio Mellin, non inclusa in “Breaking the rules 2001” perché presente solo in Italia) e poi anche Abbot, Gerber, Sicura, Dicofarm, Medifood.

“Colpevoli” di violazione anche produttori di biberon e tettarelle: Artsana, (Chicco, Neobaby, Prénatal), Ico Hatù (MisterBaby), Cannon (Avent), Luv'n Care (Disney Baby) e Super Tex.

Ma quali sono le infrazioni riscontrate? La prima riguarda la promozione dei prodotti attraverso i canali del sistema sanitario, come ospedali, medici, infermieri. La pratica viene proibita dal Codice in modo esplicito. L'Italia ha sottoscritto il Codice nel 1981 e nel 1994 ha approvato la legge numero 500 su questo argomento. Ma la normativa italiana permette comunque alle aziende la fornitura gratuita di campioni di latte artificiale alle strutture sanitarie. Basta che ne faccia richiesta un responsabile, come un primario o il direttore sanitario.

E questa fornitura, come ha sottolineato l'Antitrust, viene gestita con un sistema di turnazione tra le varie aziende. Per ingraziarsi i medici, poi, le aziende inviano regali agli operatori: penne (Mellin, Nestlè, Nutricia), quaderni e materiale da ufficio (Abbot, Mellin, Milupa, Nestlè, Nutricia), cioccolata (Nestlè), calendari, poster e altro materiale con il logo dell'azienda (Abbot, Artsana, Heinz, Humana, Mellin, Milte, Milupa, Nestlè, Nutricia, Sicura).

Per le strutture sanitarie gli omaggi “firmati” sono materassini da ginnastica (Artsana), computer, fax, materiale per l'ufficio (Milupa), telefoni senza fili (Nestlè) stampanti (Nutricia), bilirubinometro, computer (Plasmon).

Fuori dagli ospedali, dice il rapporto dell'Icmc, gli “obiettivi prioritari” sono le mamme. Oltre alla classica pubblicità diretta con spot in Tv e l'invio di materiale promozionale a casa (buoni sconto, campioni gratuiti, riviste), molti produttori di latti artificiali si affidano alla tecnica del “baby club”. In Italia i club sono quelli di Milupa, Nestlè e Plasmon: le mamme forniscono indirizzo, nome e data di nascita del bambino compilando cartoline presenti nei negozi specializzati, su Internet o durante la degenza in ospedale. Le aziende inviano poi a domicilio pacchi regalo con buoni sconto, campioni gratuiti, biberon o tettarelle.

Altre strategia quella delle guide alla puericultura, come la ventennale “È nato – Plasmon” (con informazioni sulla nutrizione del bambino che l'Icmc definisce “ambigue”) o l'opuscolo “Mamma e lattante” della Silvana editoriale che Milupa regala alle mamme prima che escano dall'ospedale. La guida riporta informazioni “piuttosto corrette” ma inserisce tra le pagine anche una scheda per raccogliere le prove d'acquisto di prodotti Milupa. Solo completando la scheda, la mamma potrà ricevere il secondo fascicolo, che spiega “come integrare il latte materno”.

Il testo di “Il codice violato” è su http://digilander.iol.it/icmc

Info: e-mail icmc@libero.it

!!pagebreak!!
Biberon e sostituti del latte: cosa dice il codice

Il Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno è promosso dall'Organizzazione mondiale della sanità e dall'Unicef, l'organizzazione delle Nazioni Unite per l'infanzia. Il documento è stato approvato nel 1981 per proteggere la salute dei bambini e prevenire il marketing improprio dei sostituti del latte materno. Per questo si concentra su infant formula, latti di proseguimento, alimenti complementari come cereali, tè e succhi e anche su biberon e tettarelle. Ecco le prescrizioni principali:

• informazioni chiare: il materiale informativo e didattico sulla nutrizione dei bambini deve sottolineare i benefici e la superiorità del latte materno;

• divieto di promozione al pubblico dei prodotti monitorati dal codice con distribuzione di campioni gratuiti o buoni sconto, per esempio

• vietati gli omaggi delle aziende a mamme e personale sanitario

• vietata la promozione dei prodotti nelle strutture sanitarie

• vietata la promozione agli operatori sanitari

• divieto ad aziende e personale sanitario di distribuire campioni alle mamme

• vietata la promozione di alimenti complementari

Il testo completo è su: www.ibfan.org/English/resource/who/fullcode.html e in italiano su http://digilander.iol.it/icmc

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.