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L’appello a Regione Lombardia per approvare la legge sull’economia sociale e solidale

I sostenitori della proposta di legge di iniziativa popolare, che nel 2019 aveva raccolto più di novemila firme, chiedono che il testo passi al vaglio del Consiglio. L’obiettivo è colmare il vuoto normativo sull’economia solidale e dunque rafforzarla. “È necessario fare un passo avanti nell’iter istituzionale anche per costruire un’alleanza nuova tra istituzioni e società civile”

© Res Lombardia

Una lettera indirizzata a tutti i rappresentanti delle istituzioni di Regione Lombardia per chiedere che il Consiglio discuta e approvi in tempi certi la proposta di legge di iniziativa popolare sull’economia sociale e solidale. A firmarla sono stati il Forum del terzo settore, Cittadinanza sostenibile, il Biodistretto dell’agricoltura sociale di Bergamo e Res Lombardia: rappresentano la società civile che nel 2017, insieme alla presidenza della Provincia di Bergamo e alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bergamo, aveva avviato il percorso per la stesura di una proposta di legge volta a offrire un riconoscimento giuridico al movimento dell’economia sociale e solidale e ai soggetti che vi operano. Tra marzo e agosto 2019 erano state raccolte più di novemila firme, depositate in Regione il 2 settembre dello stesso anno, ottenendo il numero più alto di sottoscrizioni mai registrato in Lombardia per una proposta di legge popolare. Questa, denominata “Norme per la valorizzazione, la promozione e il sostegno dell’economia sociale e solidale”, è stata affidata alla IV Commissione permanente “Attività produttive, istruzione, formazione e occupazione” e alla I Commissione permanente “Programmazione e bilancio”. Già quasi un anno fa, il 17 dicembre 2019, i suoi promotori avevano inviato una lettera ai capigruppo consiliari per avviare un confronto nelle sedi istituzionali.

“Durante gli ultimi mesi il dramma della pandemia e il lockdown hanno reso di fatto impossibile mantenere una relazione costante tra i promotori e il Consiglio regionale, utile sia per approfondire le proposte sia per dare evidenza ai sottoscrittori di eventuali passi in avanti”, scrivono i firmatari della lettera. “Eppure proprio il periodo e le esperienze che abbiamo vissuto hanno messo più che mai in evidenza la necessità di un nuovo modello di sviluppo sostenibile”, aggiungono. Per aiutare l’economia solidale a crescere, secondo i promotori del testo di legge occorre agire con uno specifico provvedimento legislativo che la normi e ne preveda il riconoscimento da parte delle Regioni. Anche se finora sono stati ottenuti alcuni risultati -come il riconoscimento giuridico dei Gruppi di acquisto solidale attraverso la Legge finanziaria 2007 o la legge regionale della Lombardia sul commercio equo e solidale (la numero 30 del 2015)- “è necessario fare un passo avanti nella discussione e nell’iter istituzionale anche per costruire un’alleanza nuova tra istituzioni e società civile”.

La proposta di legge elaborata a Bergamo, infatti, prevede specifici interventi per sostenere lo sviluppo del modello di economia sociale e solidale. Tra questi c’è l’istituzione di un forum regionale -che avrebbe il compito di elaborare pareri e proposte, organizzare attività di divulgazione e sensibilizzazione e fornire dati per le strategie di sviluppo- e di un comitato scientifico per svolgere ricerche e indagini di settore su richiesta del forum. Il testo di legge propone anche la creazione di distretti territoriali finalizzati a favorire l’incontro tra la società civile e i soggetti dell’economia sociale e solidale per fare conoscere i beni e i servizi che possono offrire alla comunità e agli enti locali. Inoltre gli ideatori della proposta di legge intendono promuovere l’organizzazione di iniziative sui territori con le scuole e gli studenti.

“Nella storia dell’umanità l’azione dal basso è sempre stata fondamentale per ridisegnare il volto del mondo, per vedere un ‘cambiamento’ -affermano i promotori-. Ma occorre anche il sostegno delle istituzioni per far funzionare le cose e per cambiare le politiche governative. Insieme si è più forti. Insieme si possono raggiungere risultati che singolarmente mai riusciremmo a sognare”.

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