Una voce indipendente su economia, stili di vita, ambiente, cultura
Ambiente / Attualità

L’alleanza degli atenei milanesi per il consumo responsabile di acqua

Al via dal 13 ottobre il progetto “BeviMi” che premierà gli studenti più virtuosi di Bicocca, Statale e Politecnico. In ogni polo universitario verranno installati distributori di “acqua del sindaco” e di eco-compattatori per ridurre il consumo di plastica. Un’app dedicata permetterà di misurare i consumi

© Greg Rosenke - Unsplash

A partire dal 13 ottobre le università milanesi di Bicocca, Statale e Politecnico premieranno i più virtuosi per quanto riguarda il consumo di acqua di rete e il riciclo di plastica, tra i loro 150mila studenti e dipendenti. L’iniziativa fa parte del progetto “BeviMi- acqua del sindaco e consumi responsabili”, proposta dai tre atenei in collaborazione con il Comitato italiano contratto mondiale sull’acqua (Cicma), Fondazione Cariplo e il Consorzio per la promozione del riciclo della plastica (Coripet). L’iniziativa consiste nell’istallazione di una serie di distributori di “acqua del sindaco” e di eco-compattatori in ogni polo universitario, per il riciclo delle bottiglie in plastica. In parallelo verrà rilasciata un’app, da utilizzare ogni volta che ci si rifornisce a un distributore, che permetterà a studenti e personale universitario di monitorare i propri consumi e il conseguente risparmio in termini di emissioni. Per misurare queste informazioni è sufficiente, quando ci si rifornisce a un distributore, inserire il volume della borraccia che si sta utilizzando e l’app calcolerà la plastica che si è risparmiata rispetto al consumo di acqua in bottiglia.

“Secondo i dati Istat, Milano è una delle città con i più alti consumi di acqua in bottiglie di plastica. Nonostante vi sia un’acqua di buona qualità, un milanese su tre non si fida e preferisce quella in bottiglia”, spiega ad Altreconomia Rosario Lembo, presidente del Cicma. Per contrastare questo fenomeno sono già stati attivati, sul territorio del Comune, diversi distributori di acqua pubblica, le cosiddette “Case dell’acqua”.  Per raggiungere gli obiettivi della direttiva Ue sulla plastica, che prevedono il raggiungimento del 77% di riciclo della plastica Pet entro il 2025, però, si è deciso di puntare sui giovani e in particolare sugli studenti universitari, tramite il lancio del progetto BeviMi.

Dopo aver vinto il bando “Plastic Challenge, sfida alle plastiche monouso” della Fondazione Cariplo, l’avvio del progetto era previsto per il marzo 2021 ma a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, la sua attivazione è stata rimandata a ottobre. “Gli obiettivi del progetto sono due -afferma Lembo-: promuovere il consumo di acqua di rete e incoraggiare il riciclo delle bottiglie di plastica”.

Una parte importante del progetto consiste in una ricerca congiunta delle tre università che analizzerà, tramite le informazioni ottenute dagli eco-compattatori e dagli erogatori, la partecipazione all’iniziativa. Questo permetterà di realizzare, per ogni polo universitario, una stima del volume di plastica riciclata e della riduzione di emissioni. A giugno 2022 verranno pubblicati i risultati della ricerca e agli atenei verrà consegnato un certificato che attesterà i risultati conseguiti in termini di sostenibilità ambientale. Questi verranno condivisi attraverso la Rete universitaria per lo sviluppo sostenibile (Rus) per permettere la diffusione dell’iniziativa ad altre università.

L’app BeviMi, fornita dall’azienda tecnologica Genuine Way, rappresenta una parte fondamentale del progetto, permetterà di monitorare la quantità di acqua consumata dai distributori e di lanciare una vera e propria competizione, che vedrà ricompensati con un attestato gli utenti più virtuosi. Usando presso i distributori il codice QR generato dall’app ogni utente potrà registrare il proprio contributo all’iniziativa. Gli eco-compattatori, invece, non sono legati all’app e le bottiglie riciclate in questo modo conteranno solo per lo sforzo collettivo dell’ateneo. “Gli eco-compattatori sono una sfida al Comune -aggiunge Lembo- per mostrare come sia possibile effettuare una seria raccolta differenziata del Pet”.

Il punto di forza del progetto sta nel coinvolgimento e nella responsabilizzazione degli studenti. “Utilizzando il senso di appartenenza a un ateneo, si punta a coinvolgere i giovani verso politiche di sostenibilità” racconta Lembo. Si tratta, inoltre, di una novità assoluta a livello europeo, in quanto è il primo progetto per la promozione del consumo dell’acqua di rete. “Quando abbiamo registrato il marchio BeviMi -aggiunge Lembo- non risultavano progetti simili. Si tratta di un’idea innovativa e sperimentale: sono convinto che gli studenti risponderanno con entusiasmo e partecipazione”.

Rispondendo alla domanda sul futuro del progetto e sulle sue possibili applicazioni, Lembo sostiene che molte delle iniziative del Cicma, come le case dell’acqua, sono state imitate a livello europeo e si aspetta che questo succeda anche per BeviMi. “Per il momento abbiamo presentato il progetto ai gestori dei servizi pubblici milanesi, pensiamo di applicare un sistema simile alle diverse case dell’acqua presenti sul territorio, perché i cittadini possano toccare con mano e in tempo reale gli effetti delle proprie azioni sull’ambiente” conclude.

 © riproduzione riservata

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Altreconomia per non perderti le nostre inchieste, le novità editoriali e gli eventi.