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Ambiente / Opinioni

L’acqua non è ancora passata

L’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha evidenziato che 71 gestori del servizio idrico integrato dovranno restituire ai cittadini 55 milioni di euro, riportando l’attenzione su tariffa e remunerazione del capitale investito a quasi tre anni dai referendum contro la privatizzazione dei servizi pubblici. Intanto, sabato 17 maggio a Roma la manifestazione "per i beni comuni contro le privatizzazioni" promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua _ _ _
 

Tratto da Altreconomia 160 — Maggio 2014

Settantuno gestori del servizio idrico integrato dovranno restituire 55 milioni di euro a circa 11 milioni di utenti. Lo ha stabilito l’Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG), l’11 aprile, ed è un effetto del secondo quesito votato a maggioranza dai cittadini nel referendum del giugno di tre anni fa, quello che ha cancellato dalla tariffa la componente della “remunerazione del capitale investito”. Tuttavia per cinque mesi -dal 21 luglio 2011, quando è stato proclamato il referendum, al 1° gennaio 2012, quando è entrato in vigore il metodo tariffario transitorio elaborato dall’AEEG- i gestori hanno continuato ad incassare la vecchia tariffa. “La somma restituita -spiega un comunicato diffuso dall’Autorità- è stata calcolata prendendo come riferimento la remunerazione del capitale investito indicata dai Piani degli enti d’Ambito […] al netto degli oneri finanziari e fiscali effettivamente sostenuti e degli accantonamenti per la svalutazione crediti nella misura efficiente”. Secondo il Forum italiano dei movimenti per l’acqua, perciò, i 55 milioni di euro rappresentano una cifra “decisamente sottostimata rispetto a quella che effettivamente andrebbe restituita dai gestori”. Secondo il Forum -che raccoglie l’eredità del Comitato promotore dei referendum “2 sì per l’acqua bene comune”, www.acquabenecomune.org– gli oneri e gli accantonamenti non avrebbero dovuto essere sottrati dal calcolo della restituzione, e ciò avrebbe per lo meno raddoppiato la somma da corrispondere agli utenti, 20 e non 10 milioni di euro al mese.

I destini del Forum e quelli dell’Autorità si erano incrociati anche due settimane prima della delibera sulla “restituzione”: il 27 marzo, il Tribunale amministrativo regionale (TAR) della Lombardia aveva bocciato il ricorso presentato dai comitati contro la delibera AEEG che aveva sancito l’entrata in vigore di un “metodo tariffario transitorio”, in vigore nel biennio 2012-2013.
Secondo la tesi del Forum, rigettata dal TAR, l’Autorità avrebbe inserito -con un’altra denominazione- la voce della remunerazione del capitale, per garantire il rispetto del principio comunitario del full cost recovery, quello che prevede che gli utenti debbano pagare tutti gli investimenti (e i relativi costi e oneri). Secondo il Forum italiano dei movimenti per l’acqua, la “sanzione” di 55 milioni di euro a carico dei gestori spiegherebbe perché  non fosse possibile accogliere il ricorso presentato dai movimenti, perché altrimenti la somma da restituire agli utenti avrebbe dovuto essere calcolata dal 21 luglio 2011 al marzo 2014, e invece di 55 milioni sarebbero stati almeno 300 milioni di euro (secondo l’interpretazione dell’Autorità) o 600, secondo il calcolo del Forum. Che scrive: “Comprendiamo la resistenza [dei gestori] ad attuare il referendum”.

Sabato 17 maggio, a poche settimane dal terzo anniversario dei referendum contro la privatizzazione dei servizi pubblici locali,  e a otto giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo, il Forum ha promosso una manifestazione nazionale contro “una nuova stagione di privatizzazione dei beni comuni, di attacco ai diritti sociali e alla democrazia” alle porte. Secondo l’appello “la crisi, costruita attorno alla trappola del debito pubblico, ha riproposto con forza e ferocia l’ideologia del privato è obbligatorio e ineluttabile”, e in tale direzione sembra andare anche il governo guidato da Matteo Renzi. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan a fine marzo ha annunciato un nuovo piano di privatizzazioni, il presidente di Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini si è dichiarato pronto “a sostenere con equity il processo di consolidamento delle utility locali” attraverso il Fondo strategico italiano, cioè a favorire con i soldi del risparmio postale le aggregazioni che comportino una diluizione del pubblico. Intanto sui media mainstrem è ripartita la campagna stampa contro le ex municipalizzate (e i suoi azionisti pubblici): sarebbero tutte in perdita. —

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