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Altre Economie

La tangenziale scende in campo

Se i finanziamenti sono incerti, l’impatto devastante delle autostrade lombarde è assicurato. L’opposizione dei comitati passerà anche tramite Bruxelles. Pubblichiamo l’articolo tratto dal numero di ottobre di Ae, dopo che ieri sera c’è stato un tentativo di sgombero ai danni del Presidio permanente Martesana per far spazio alla Tangenziale Est esterna di Milano. Un progetto che non ha le risorse per tenere aperti i cantieri oltre dicembre 2012

Tratto da Altreconomia 142 — Ottobre 2012

È ufficiale: sono aperti i cantieri della nuova Tangenziale Est esterna di Milano. Da Agrate Brianza (a Nord) fino a Cerro al Lambro (a Sud), si sbanca, si trivella, si bonifica. Tutto per costruire una nuova autostrada che unirà l’A1 e l’A4, attraversando per una trentina di chilometri molti Comuni del Parco agricolo Sud Milano.  Tagliando in due i campi coltivati. Alla modica cifra di (quasi) 80 milioni di euro a chilometro.
Di ufficiale, però, c’è anche altro: Tangenziale Esterna spa, che è la società concessionaria per la progettazione, la realizzazione e la gestione dell’infrastruttura, a metà settembre ha in cassa 20-25 milioni di euro. Sono “mezzi propri”, come vengono definite le risorse apportate dai soci della società, che vanno dalla Provincia di Milano a Banca Intesa fino alle otto sorelle delle costruzioni (Impregilo, Pizzarotti, Coopsette, Cmb, Unieco, Cmc, Itinera, Pavimental). Ciò significa che se nessuno inietta nuova liquidità, entro dicembre i cantieri aperti a luglio potrebbero chiudere di nuovo. Se ciò accadesse, qualcuno dovrà spiegarlo ai contadini di Casalmaiocco, primo comune del lodigiano al confine con la provincia di Milano: quest’estate hanno perso il loro mais, falciato un mese prima della maturazione per fare spazio alle ruspe, ai primi carotaggi e alla bonifica dei terreni. “Qui la tangenziale dovrebbe passare in galleria -spiega Luigi Visigalli, del Comitato ‘No Tem’ di Casalmaiocco-, per poi proseguire in sopraelevata e superare così la discarica di Vizzolo Predabissi, il comune confinante, già nel milanese”. Luigi Cattaneo è titolare, insieme ai fratelli, di un’azienda agricola, Cascina Colombara: “Sono entrati sui miei terreni a luglio, con un decreto di occupazione temporanea. Mi hanno offerto 100 euro per ogni ‘pertica milanese’ (pari a circa 650 metri quadrati, ndr). Ma io il mais lo uso in azienda, per alimentare le mucche del mio allevamento. E se devo acquistarlo sul mercato, costa circa il doppio. Per questo abbiamo rifiutato la compensazione che ci hanno proposto. Il raccolto, non completo, l’ho portato a casa: l’alternativa sarebbe stata farlo buttar giù da loro. Un altro problema, qualora l’occupazione si trasformasse in esproprio, è che in stalla gli animali sono in proporzione al terreno, perché una legge mi obbliga ad avere una superficie adeguata per smaltire il letame prodotto in azienda. Se avessi una proprietà più piccola, mi ritroverei con troppi animali”.   
Proprio a Casalmaiocco domenica 9 settembre c’è stata una manifestazione “No Tem”, ma “le organizzazioni di categoria degli agricoltori, Coldiretti e Cia, non hanno partecipato -sottolinea Luigi Visigalli-. Anzi, avrebbero suggerito ai propri iscritti di non ‘esporsi’ troppo, per non correre il rischio di perdere le compensazioni”. Chi non si è rassegnato alla vittoria dell’asfalto è il Comitato verso il Distretto di economia solidale della Brianza (DesBri, des.desbri.org), promotore -insieme alla Retina dei Gas della Brianza– di “Spiga&madia”, un progetto di produzione di frumento biologico, molitura, panificazione e distribuzione in un raggio di 20 chilometri (vedi Ae 127 e Ae 101). Dopo l’ultimo raccolto, hanno trovato ruspe, picchetti e sondaggi (“buchi”) sui campi di Caponago (Mb), una decina di ettari a due passi da Agrate Brianza, la “porta Nord” della Tangenziale Est esterna di Milano. E hanno deciso di reagire presentando un’istanza indirizzata alla Direzione generale Ambiente della Commissione europea, resa pubblica il 7 ottobre nel corso di un convegno a Osnago (Lc). DesBri e Retina chiedono a Bruxelles di chiarire se un’infrastruttura vale più del diritto a un’alimentazione sana e biologica e alla tutela della biodiversità: “È il primo atto del genere -racconta l’avvocato Domenico Monci, esperto di diritto e giurisprudenza agraria, alimentare e dell’ambiente dell’Università del Molise, che ha redatto l’istanza per conto di ‘Spiga&madia’-, e da un punto di vista giuridico ha una portata rivoluzionaria”.
Un’eventuale risposta “positiva” della Commissione europea verrà utilizzata nell’ambito dei ricorsi presentati al Tribunale amministrativo regionale da Roberto Brambilla, gasista di Concorezzo (Mb) e proprietario dei terreni affittati a Co.A.Fra di Cascina Nibai, che conduce i campi per conto del DesBri.
Intanto, si tampona: l’avvocato Monci discute con Tem anche il riconoscimento di un’indennità aggiuntiva per i quattro anni di occupazione dei campi, una decina di ettari su 18, che tenga conto delle colture di pregio e “bio”.
“Qui dovrebbe esserci uno svincolo della nuova Tangenziale -spiega Franco Viganò, di Co.Afra-, eppure la Tem ha ‘invaso’ i campi di Spiga&madia con un decreto di occupazione temporanea. In ogni caso, dopo 4 anni di cantieri tornare a fare ‘biologico’ sarà difficile. E non credo nemmeno che i ‘gasisti’ acquisterebbero volentieri la mia farina”. I picchetti che disegnano un grande cerchio li ha messi Coopsette, che gestisce il cantiere e fa parte del Consorzio costruttori Tem, che riunisce le imprese di costruzione socie del concessionario. Le stesse che realizzeranno senza gara tutti i lavori della nuova Tangenziale, il cui costo (compresi gli oneri finanziari) è stimato intorno a 2,5 miliardi di euro. Franco Viganò racconta che i tecnici di Coopsette sono stati comprensivi: non hanno picchettato i campi di soia, in attesa del raccolto. “Ma ‘Spiga&madia’ su quei campi è finita: è impossibile fare agricoltura in quelle condizioni. Passeranno mezzi pesanti, che compattano il terreno. Ci sono gli scarichi. Altro che bio”. Ecco: cinque anni di lavoro volontario, una microeconomia virtuosa (la “granella” vale 42 euro al quintale, poco più di 12mila euro) cancellati da una rotonda.
A meno che Tangenziale Esterna non decida di “aderire” alla proposta di Legambiente, spending review per tutte le nuove autostrade lombarde (vedi Ae 136) che per la Tangenziale Est esterna significherebbe sospendere il progetto al di fuori del cosiddetto “Arco Tem”, ovvero il collegamento tra Rivoltana, BreBeMi e Cassanese. La riduzione dei costi è stimata in 1,4 miliardi di euro, da 2,5 a 1,1. “I tempi sono maturi per sottoporre ad una ragionevole revisione i sogni di gigantismo autostradale con cui la Lombardia è entrata nel nuovo millennio” spiega Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia, e il riferimento è anche alla Pedemontana (vedi box), un’altra grande opera ferma ai box per mancanza di finanziatori.
Che cosa ne sarà davvero della Tangenziale Est esterna di Milano, però, lo capiremo nei prossimi sei mesi. E tutto, o quasi, dipende dalla Provincia di Milano, che oggi attraverso la holding Asam è il primo azionista di Tem spa, che a sua volta controlla Tangenziale Esterna. Una matrioska il cui meccanismo s’inceppa perché l’ente non ci sta a garantire (oggi) un aumento di capitale di 120 milioni di euro da versare entro giugno 2013 nelle casse di Tangenziale Esterna. La Provincia dovrebbe sborsare 30 milioni di euro.
Senza questo apporto di “mezzi propri”, equity, verrebbe meno anche la possibilità di accedere a un prestito ponte da 120 milioni di euro, garantito da Banca Imi (Intesa Sanpaolo), Ubi Banca e Bpm. I soldi necessari a tenere aperti i cantieri fino a giugno 2013, quando dovrebbe essere (finalmente) sottoscritto il cosiddetto prestito senior, da 1,4 miliardi di euro.
È per questo che la Provincia non può attendere oltre, perché “le banche -spiegano da Tangenziale Esterna- non terranno aperte le linee di credito per sei mesi; ci danno un mese e mezzo, due al massimo. I soci costruttori lo farebbero domani, l’aumento di capitale: per loro è un investimento, dà loro garanzia di continuità dei lavori”. Ecco spiegato, in due righe, chi ci guadagna, a prescindere dall’utilità o meno dell’infrastruttura. A ciò si aggiunge che Cassa depositi e prestiti sarebbe pronto a “prestare” a tasso agevolato 500-600 milioni di euro a Tangenziale Esterna, un altro “apporto” subordinato al “prestito ponte”.         
Intanto, i cantieri aperti -ad esempio quello di Riozzo, nel comune di Cerro al Lambro- si mantengono anonimi: senza insegne né l’indicazione delle imprese appaltatrici, della direzioni dei lavori, della durata e dell’importo. Come a dire che siamo sempre pronti a chiudere tutto. A ripristinare, forse. Per poi a tornare a casa. Il sogno delle nuove autostrade è finito. —

Il blocco della Pedemontana
Entro fine anno potrebbe arenarsi (anche) la più costosa tra le nuove autostrade lombarde, una striscia d’asfalto di 87 chilometri tra Cassano Magnago (Va) -dove sono aperti i cantieri- e Dalmine (Bg), più le nuove tangenziali di Como e Varese. “Pedemontana, cantieri a rischio” ha titolato Il Sole 24 Ore, a inizio settembre. È così: si è lavorato, finora, grazie a un “prestito ponte” e a un finanziamento pubblico per circa 1,2 miliardi di euro, ma mancano risorse perché per completare l’opera servono ben cinque miliardi. Le banche -tra cui Intesa Sanpaolo, secondo azionista della concessionaria Autostrada Pedemontana Lombarda spa- non ce le mettono, mentre la Provincia di Milano non ha risorse per ri-capitalizzare la società (un approfondimento sul numero di novembre di Ae).

I passi della Tem
21 dicembre 2001. È approvata la “Legge obiettivo”, secondo cui la Tem è opera “strategica e di preminente interesse nazionale”.
Autunno 2006. Prima semina di frumento nell’ambito di “Spiga&madia”.
18 marzo 2007. Firmato un Patto di collaborazione ed economia solidale tra Co.A.Fra e Comitato verso il Des della Brianza per dar vita a una filiera corta e solidale.
Estate 2007. Prime pagnotte distribuite.
10 Novembre 2008. Aggiudicata la gara per la Tem. Alla scadenza non è depositata alcuna offerta, e prevale quella “vincolante” di Tem Spa.
14 gennaio 2009. Viene costituita Tangenziale Esterna spa.
Primavera 2009.Convertiti al biologico i terreni di Spiga&madia.
8 aprile 2011. Il Comitato verso il Des della Brianza invia al ministero dell’Ambiente una serie di osservazioni in merito al tracciato definitivo. 
3 agosto 2011. Il Cipe approva il progetto definitivo.
13 gennaio 2012. Nasce il Presidio permanente Martesana, spazio “No Tem”.
10 giugno 2012. Manifestazione a Melzo, contro l’apertura dei cantieri: i “gasisti” distribuiscono fette di pane.
11 giugno 2012. Inaugurazione dei cantieri con una cerimonia presso la sede della Provincia di Milano.
Luglio/agosto 2012. Ruspe nei campi di mais del Parco agricolo Sud.
9 settembre 2012. Manifestazione “No Tem” a Casalmaiocco.
15 settembre 2012. Vengono recintati i terreni di Spiga&madia.
 

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