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Ambiente / Opinioni

La svendita di Serravalle

Terzo bando della Provincia di Milano per cedere la propria partecipazione nella società che gestisce le tangenziali milanesi, e che è azionista di TEM e Pedemontana. L’ente rischia di incassare meno di 300 milioni di euro per il 52% delle azioni: 8 anni fa, Filippo Penati ne aveva pagati 238 per il 15%. A incassare, allora, fu il gruppo Gavio, che potrebbe essere il "nuovo" acquirente insieme al fondo F2i

Ci risiamo: ASAM, la holding di partecipazioni della Provincia di Milano, pubblica un bando per la cessione della sua partecipazione in  Serravalle, cioè la società che ha in gestione le tangenziali milanesi, la Rho-Monza ed è a sua volta azionista di Tangenziale Est Esterna di Milano (TEM) e di Pedemontana spa. L’azienda -finora controllata dal pubblico, visto che il 70% delle azioni appartengono a Provincia e Comune di Milano- che rappresenta, cioè, il fulcro intorno a cui ruota la mobilità dell’area metropolitana milanese, da oggi ai prossimi 50 anni (tanto è lunga la concessione della TEM).

Il bando -pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale- prevede la cessione del 52% di Serravalle (la quota di proprietà della Provincia), un valore di 4 euro per azione e la possibilità di presentare offerta al ribasso. L’apertura delle buste è prevista il 6 dicembre, e secondo un articolo de Il Sole 24 Ore sarebbero in corso trattative che coinvolgerebbe il gruppo Gavio e il fondo F2i di Vito Gamberale, che potrebbero presentare un’offerta congiunta.

Alla fine, la situazione potrebbe presentarsi ancor più disastrosa di quella cui avevamo dato conto su Altreconomia di giugno 2013, in occasione del secondo bando di gara promosso congiuntamente da Provincia e Comune di Milano: allora le azioni erano in vendita a 4,45 euro ad azione, una cifra che rappresentava già la metà, circa, degli 8,831 euro pagati nel 2005 dalla Provincia di Milano che aveva acquistato il 15% della società proprio dal gruppo Gavio. "Ciò significa che se tutto va bene la Provincia di Milano incasserà circa 424 milioni di euro, per il 52,9% delle azioni, quando ne ha spesi oltre 238 per il 15% -scrivevamo-. E per l’operazione del luglio 2005 non vale, almeno secondo la Corte dei Conti della Lombardia, la giustificazione addotta dalla Provincia di Milano, ovvero che in quel modo si affermava il controllo pubblico sulla società: esisteva un Patto di sindacato tra i due principali azionisti pubblici (appunto Provincia e Comune di Milano), che insieme già detenevano oltre il 50 per cento del capitale della società". Oggi, se tutto va bene, la Provincia di Milano incasserà 380 milioni di euro, ma -scrive Il Sole 24 Ore- "si ipotizzerebbe un valore leggermente inferiore ai 3 euro per azione, per un esborso complessivo inferiore ai 300 milioni".      

La giornalista de Il Sole 24 Ore, Sara Monaci, ricorda che la Provincia di Milano e ASAM hanno
bisogno di vendere perché "deve restituire 180 milioni alle banche". Vale la pena ricordare che quei soldi sono una parte del prestito di 250 milioni contratto con Intesa Sanpaolo da Filippo Penati per acquistare, nel luglio 2005, il 15% del capitale sociale, pagandolo ben 238.437.000 euro al gruppo Gavio.

A qualcuno deve girar la testa, altri penseranno che un cerchio si sta (semplicemente) chiudendo, nonostante un processo in corso (quello a carico proprio di Filippo Penati per la vicenda Serravalle, di cui ho scritto ampiamente nel libro "La caduta di Stalingrado").  

Intanto il fondo F2i, già partner strategico del Comune di Milano, da cui ha acquistato la società che gestisce Malpensa e Linate, si avvia a salvare anche la Provincia di Milano, che se non vende Serravalle avrà difficoltà a star dentro il Patto di stabilità. Il fondo d’investimento promosso da Cassa depositi e prestiti, come spieghiamo nel libro "La posta in gioco" scritto a 4 mani con Antonio Tricarico, va sempre più delineandosi come un "ente caritatevole", che interviene a favore delle pubbliche amministrazioni "in difficoltà" che devono cedere le proprie società partecipate. Sarà per questo che Palazzo Marino, riconoscente nei confronti di Vito Gamberale, non ha speso parole di fuoco contro la decisione della Provincia di Milano, che rischia di lasciare nelle mani del Comune di Milano un pacchetto di azioni di minoranza -il 18 per cento di Serravalle- inservibile.

Intanto, "compie" un anno l’esposto per danno erariale nei confronti della Provincia di Milano presentato alla Corte dei Conti da Massimo Gatti, capogruppo per lista un’Altra Provincia-PRC-PdCI.  Per lui, nessuna risposta.

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