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La strage degli “innocenti” in Lombardia. L’illusione di salvare i più forti sacrificando i più fragili

© Vincent Ghilione-Unsplash

Alle persone più fragili -anziani, disabili- nella ricca Lombardia è negato l’accesso alle cure per il Covid 19. Una volta contratta la malattia, viene negato l’accesso ai pronto soccorso e agli ospedali, lasciandole morire nei loro letti. La denuncia dal Forum Terzo Settore Lombardia

Questa volta gli “innocenti” non sono i bambini, ma le persone più fragili, quelle anziane e con disabilità. “Muoiono a centinaia, tanti a casa loro, molti di più nelle residenze socio-sanitarie regionali. In Lombardia in queste settimane, alle persone con disabilità e fragilità, soprattutto anziane ma non solo, è stata negata ogni forma elementare di difesa dal Covid19 e ora stanno pagando con la vita questa negligenza”. La denuncia viene dal Forum Terzo Settore Lombardia, insieme a Ledha, Uneba Lombardia e Alleanza Cooperative Italiane-Welfare Lombardia e a un nutrito gruppo di organizzazioni firmatarie.
“A queste persone, una volta contratta la malattia, viene negato l’accesso ai pronto soccorso e agli ospedali, lasciandole morire nei loro letti”, spiega Valeria Negrini, portavoce del Forum Terzo Settore Lombardia. “Muoiono nelle case o nei servizi residenziali, senza poter avere accesso a tutte le cure a cui vengono invece sottoposte le persone che riescono ad essere ricoverate”.  Verrebbe attuato così, in modo silenzioso, quanto già previsto dalle “linee guida” degli anestesisti italiani: di fronte alla carenza di posti letto in terapia intensiva viene data la precedenza alle persone giovani e senz’altre patologie rispetto a quelle anziane con patologie pregresse.

Le persone che li assistono -rileva FTS Lombardia- si tratti di parenti o di operatori sociosanitari, rimangono inoltre ancora sprovvisti delle mascherine e dei dispositivi di protezione necessari per evitare di contagiare e di essere contagiati. Anche nella distribuzione “pubblica” dei DPI, infatti, sono state privilegiate, sinora, le strutture sanitarie rispetto a quelle sociosanitarie. “Sono persone – continua Negrini – che muoiono nel silenzio: spesso non rientrano neanche nel conteggio dei “decessi per Covid19” perché a loro è stato negato anche il diritto alla diagnosi, come già alcuni sindaci stanno denunciando. Si dice che queste persone ‘sarebbero morte lo stesso’ ma invece, lo sappiamo e lo dicono anche le statistiche, se curate in modo adeguato avrebbero potuto continuare a vivere chi per uno, chi per due, chi per dieci o vent’anni”.

L’appello delle organizzazione è forte e chiaro: “Non vi è nulla di naturale in questa scelta crudele di sacrificare le persone più fragili, illudendosi così di salvare quelle più forti. Con le loro vite stiamo sacrificando anche la nostra dignità, la dignità di ognuno di noi. Per alcuni, per molti di loro, siamo ancora in tempo a cambiare rotta. Facciamolo. Forniamo subito agli enti gestori tutti i presidi di protezione, i medici, i farmaci necessari per garantire diagnosi e cure tempestive. Permettiamo alle persone con disabilità di qualunque età di poter accedere, almeno in condizioni di parità rispetto al resto della popolazione, alle terapie intensive quando utile e necessario”.

L’appello è firmato da Forum Terzo Settore Lombardia, con Ledha, Uneba Lombardia, Alleanza Cooperative Italiane-Welfare Lombardia. Sottoscrivono il documento: Acli Lombardia, Aism Lombardia, Ancescao Lombardia, Anffas Lombardia, Anteas Lombardia, Arci Lombardia, Arlea, Associazione Banco Alimentare Lombardia, Auser Lombardia, Cnca Lombardia, Ceal, Federazione Regionale Lombarda Società San Vincenzo de’ Paoli, Movimento Apostolico Ciechi Milano, Movimento Apostolico Ciechi Varese, Uildm Comitato Lombardo

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