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La storia di Randy e Dallas

Randy ha 36 anni dieci dei quali passati nel torsolo della Grande Mela, a New York, a fornire servizi ai broker di Wall Street. Assieme alla sua compagna Dallas le giornate erano scandite dal Blackberry, e gli occhi erano costantemente…

Randy ha 36 anni dieci dei quali passati nel torsolo della Grande Mela, a New York, a fornire servizi ai broker di Wall Street. Assieme alla sua compagna Dallas le giornate erano scandite dal Blackberry, e gli occhi erano costantemente puntati sull’andamento delle società d’investimento e delle banche perché quando la crisi arriva e tocca i big i primi a saltare sono proprio loro, i piccoli fornitori di servizi. Ed i primi anni duemila, con la bolla dell’e-economy e con quell’aereo che è entrato nella seconda torre del World Trade Center portandosi via migliaia di persone tra cui molti colleghi di Randy, sono stati la prima avvisaglia di un qualcosa che non stava funzionando.

Un tarlo che ha lavorato fino a due anni fa, a pochi mesi dalla peggiore crisi del secolo, quando Randy e Dallas decisero di mollare gli ormeggi uscendo dalla società e, definitivamente, da Wall Street. Hanno posato il Blackberry ed hanno preso la vanga scegliendo Fraconalto, piccolo comune nell’entroterra di Genova, per raccogliere patate ed imparare a coltivare biologico.

“Non ne potevamo più di quel modo di vivere stressante, sempre sotto pressione – racconta Randy – volevamo capire se c’è un altro modo. Lo stiamo trovando”.

L’obiettivo è concludere l’anno sabbatico e poi tornare negli Stati Uniti, in California, per continuare il lavoro iniziato in Liguria.

Randy e Dallas sono ospiti della rete Wwoof (World Wide Opportunities on Organic Farms), una rete mondiale di piccolissime aziende agricole biologiche nata in Inghilterra nel 1971, che si occupa di ospitare volontari che in cambio di vitto e alloggio danno una mano al lavoro nei campi, e che ha partecipato alla Fiera “Fa’ la cosa giusta” (a Genova a fine settembre) con i propri gruppi locali.

Genova per tre giorni è stata capitale dello stile di vita sostenibile. Ed il percorso che ha permesso tutto questo si è consolidato un vero e proprio manifesto approvato da oltre venti organizzazioni e gruppi locali la sera del 25 settembre, a Fiera appena avviata.

L’obiettivo è ricominciare a costruire reti locali dal basso, partendo dalle reali esigenze dei territori, che diventino interlocutori di istituzioni e decisori politici. Gli appuntamenti futuri, la Wto a Ginevra e il summit sul clima a Copenaghen, potrebbero essere l’occasione per riattivarsi. A cominciare dal quotidiano.

 

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