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Diritti / Attualità

La risposta del pm Zucca a Gramellini che il Corriere non ha (ancora) pubblicato

Pubblichiamo la richiesta di smentita che il pm Enrico Zucca ha inviato al direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, in risposta a Massimo Gramellini, che alle frasi del Sostituto Procuratore Generale di Genova aveva dedicato il 21 marzo la sua rubrica sul quotidiano milanese

Pubblichiamo la richiesta di smentita che il pm Enrico Zucca ha inviato al direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana, in risposta a Massimo Gramellini, che alle frasi del Sostituto Procuratore Generale di Genova aveva dedicato il 21 marzo la sua rubrica sul quotidiano milanese.

A oggi, 23 marzo 2018, nonostante sia doveroso farlo, il Corriere non ha pubblicato la missiva del dr. Zucca.
La richiesta di smentita da parte di Enrico Zucca è stata pubblicata in data 26 marzo 2018 dal Corriere della Sera


Egregio Direttore,
Le sottopongo le seguenti considerazioni in replica al commento di Massimo Gramellini apparso oggi, in prima pagina, sul suo giornale con il titolo “Sale in Zucca”.
La prego di considerare comunque la presente come una smentita ai sensi delle leggi sulla stampa essendomi attribuiti nell’articolo parole e pensieri, come dimostrabile dalla registrazione dell’intervento, del tutto arbitrari.
Grazie della attenzione.

Le democrazie occidentali dopo l’11 settembre hanno purtroppo relativizzato i principi su cui si fondano. I Giudici continuano a sostenerne invece l’assolutezza ad ogni costo, pur rendendosi conto che il mondo reale non è quello che dovrebbe essere. Spesso non si è raggiunto l’elevato standard posto a tutela dei diritti umani ed anche l’Italia ha violato convenzioni facendo prevalere la c.d. ragion di Stato. L’ha fatto nel caso Abu Omar, consentendo la tortura per conto terzi e per questo è stata condannata dai Giudici di Strasburgo. L’ha fatto in altre occasioni e, infine, con il reintegro di funzionari condannati per aver coperto torture, commesse dalla polizia durante il G8. Punire e rimuovere i funzionari coinvolti è un obbligo convenzionale, non un’opinione. Ho ben sottolineato la diversa valenza dei fatti di Genova, ma ciò rende più biasimevole la violazione accertata dalla Corte Europea. L’Italia nel suo passato remoto ha tuttavia storie più gravi d’impunità di torturatori istituzionali. Se adesso la democrazia è più solida, lo si deve non a quelle torture, ma alla scelta di fondo del ricorso alla sola forza della legge. Oggi l’indifferenza per la violazione delle convenzioni che dimostriamo, in un contesto internazionale che ha visto vacillare i valori di civiltà, è in grado di minare lo standing morale per pretendere dai paesi dittatoriali “amici” il rispetto delle stesse convenzioni, che impongono di scovare e punire i torturatori, indipendentemente dalla convenienza delle ragioni di Stato. Se le istituzioni non hanno sempre fede nei principi, non la possono avere i cittadini. Io non posso che parlare con la bocca dei Giudici che, grazie al cielo, da questa parte del mondo, quella fede la testimoniano. Concordo quindi con Gramellini, che però ha confutato un suo (cattivo) pensiero, non il mio.

Enrico Zucca Sostituto Procuratore Generale Genova

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