Diritti
La pena aggiuntiva di Sarkozy
In Francia è cominciata la discussione parlamentare del nuovo, radicale progetto di Nicolas Sarkozy sulla “rétention de sureté”, una sorta di pena extragiudiziale inflitta ad autori di crimini particolarmente efferati e a sfondo sessuale – quindi pedofili, violentatori, assassini di…
In Francia è cominciata la discussione parlamentare del nuovo, radicale progetto di Nicolas Sarkozy sulla “rétention de sureté”, una sorta di pena extragiudiziale inflitta ad autori di crimini particolarmente efferati e a sfondo sessuale – quindi pedofili, violentatori, assassini di minori – che abbiano subìto pene di almeno quindici anni.
Il progetto è nato sull’onda dell’emozione, nell’estate scorsa, all’indomani di un nuovo crimine compiuto da un pedofilo recidivo. L’amministrazione Sarkoy, e in particllare la ministra della Giustizia Rachida Dati, hanno investito molto, anche sul piano dell’immagine, nell’ambito delle politiche della sicurezza, e l’inasprimento delle pene per i recidivi è uno dei cavalli di battaglia.
Sarkozy, in sostanza, punta all’inasprimento delle pene, vuole mostrare all’opinione pubblica che lo stato sa usare il pugno duro e quindi non esita a cavalcare quelle ondate emotive che facilmente si formano di fronte a delitti particolarmente crudi e offensivi: in Italia ne sappiamo qualcosa, con il varo delle norme anti rumeni (razziste e anti costituzionali) poche ore dopo l’uccisione di Giovanna Reggiani, il primo novembre scorso.
Il progetto Dati-Sarkozy prevede in sostanza la possibilità di infliggere la detenzione in “ospedali-prigioni” a carico di persone condannate per certi tipi di reati, in aggiunta alla pena inflitta dal giudice. La “détention de sureté” sarebbe decisa da una speciale commissione, sulla base della “pericolosità sociale” del detenuto.
Come ha notato Le Monde in un editoriale, in questo modo vengono accantonati concetti fondamentali delle democrazie europee, come l’idea che la pena deve mirare al reinserimento sociale del reo; per non parlare del fatto che si finirebbe per infliggere condanne sulla base di reati potenziali: è assai dubbio che si tratti di norme coerenti con la costituzione francese.
Ma di questi tempi – si sa – si bada più alla sostanza che alla forma, e se una legge è anticostituzionale la si approva lo stesso, magari sotto forma di decreto (com’è avvenuto in Italia in materia di espulsioni), in modo da cominciare subito ad applicarla, prima che intervengano gli eventuali ricorsi.
I deputati francesi hanno cominciato a discutere; sappiamo quanto Sarkozy sia ammirato dai politici italiani: stiamo in guardia.