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La mano destra e la sinistra – Ae 84

La Nazionale cantanti distribuisce in beneficenza i proventi delle partite ma è sponsorizzata da Nestlé. Ora le si chiede di prendere posizione Martedì 24 ottobre, nella casa milanese di Enrico Ruggeri, s’incontrano una delegazione della Rete italiana boicottaggio Nestlé, i…

Tratto da Altreconomia 84 — Giugno 2007

La Nazionale cantanti distribuisce in beneficenza i proventi delle partite ma è sponsorizzata da Nestlé. Ora le si chiede di prendere posizione

Martedì 24 ottobre, nella casa milanese di Enrico Ruggeri, s’incontrano una delegazione della Rete italiana boicottaggio Nestlé, i rappresentanti della Nazionale italiana cantanti, e una delegazione di Sanpellegrino-Nestlé. Ogni squadra ha tre giocatori: per la Ribn ci sono Adriano Cattaneo (medico pediatra di fama internazionale, autore dell’articolo che pubblichiamo in queste pagine), Luisa Mondo e Vincenzo Puggioni; per la nazionale cantanti Enrico Ruggeri, Luca Barbarossa e Gianluca Pecchini.

Da molto tempo la Ribn sta facendo pressione sulla Nazionale cantanti perché si tolga la Nestlé di dosso. L’incontro dimostra che qualche disponibilità e attenzione al tema da parte dei cantanti c’è. Ma poi tutto finisce nel silenzio. Adesso Ribn invita al pressing sulla Nazionale perché a sua volta prema sullo sponsor. E perché, se la Nestlé non cambia politica sul marketing dei prodotti per la prima infanzia, i cantanti possano pensare di cambiare sponsor. (mi.gi)

Il 24 ottobre 2006, dopo una lettera aperta, numerosi messaggi di posta elettronica, una serie di contatti con il manager delle “partite del cuore”, e la minaccia di presenziare ad una di queste partite con striscioni, una delegazione della Rete italiana boicottaggio Nestlé (Ribn, www.ribn.it) è finalmente riuscita ad incontrare, a Milano a casa di Enrico Ruggeri, presidente della Nazionale italiana cantanti (Nic, www.nazionalecantanti.it), una delegazione della Nestlé. La Nic infatti, sponsorizzata da Acqua Vera (Sanpellegrino-Nestlé), si era interessata alle denunce della Ribn riguardanti le sistematiche violazioni del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno da parte della multinazionale elvetica e si era resa disponibile a far incontrare le parti. In quell’incontro milanese, dopo una lunga e cordiale discussione, si è deciso che la Ribn avrebbe sottoposto per iscritto alla Nestlé una serie di richieste (nel box a pagina 18) come è stato fatto con una lettera del 9 novembre.

La multinazionale ha risposto il 28 dicembre negando, come sempre, qualsiasi violazione del Codice internazionale. Il 5 febbraio 2007 la Ribn ha scritto nuovamente alla Nestlé, dichiarando la propria delusione per l’ennesimo rifiuto ad adeguare il marketing ai dettami del Codice internazionale, fornendo prove di violazioni del Codice per ognuno dei 6 punti aperti, ed annunciando un aumento della pressione sulla Nazionale cantanti, cui era inviata per conoscenza tutta la corrispondenza, perché rinunci allo sponsor Nestlé, rendendone note le ragioni.

Certo è difficile rinunciare a ingenti sponsorizzazioni, o a donazioni, ma talvolta avviene. Le buone azioni e le buone cause sono parte integrante della strategie di comunicazione di Nestlé. Che a volte però riceve dei no, come quando Breakthrough Breast Cancer, un’organizzazione di aiuto per donne con tumori al seno, ha rifiutato la donazione di un milione di sterline offerte per affiancare il logo dell’organizzazione a quello della Nestlé su alcuni prodotti. Ma più spesso le va bene, come quando la Croce Rossa britannica ha accettato una grossa somma per progetti in Africa. Nel 2002 uno scivolone: Oxfam rivela che Nestlè pretende dal governo dell’Etiopia un risarcimento di 6 milioni di dollari per un episodio risalente al 1975, quando l’allora “rivoluzionario” governo etiope aveva nazionalizzato una fattoria appartenente ad un gruppo tedesco poi assorbito dalla multinazionale. Dopo lunghi negoziati, condotti tra le proteste di tutto il mondo, il governo etiope offre un risarcimento di 1,5 milioni di dollari. La Nestlé, per recuperare la brutta figura, si affretta a comunicare che la somma sarà in parte donata all’Alto Commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite per rifornire d’acqua alcuni campi profughi, ed in parte alla Croce Rossa etiope ed alla Caritas per altri progetti nel settore dell’acqua. In Etiopia Nestlé avvia anche un progetto nel settore del caffè che, assieme ad un progetto simile realizzato in El Salvador, porterà nel 2005 al lancio di un caffè “equo e solidale”.

Anche in Italia la Nestlè ha bisogno di rinfrescare l’immagine, imbrattata, oltre che dalla crescente diffusione del boicottaggio, dalle due multe inflitte dall’Antitrust.

Quale alleato migliore della Nazionale italiana cantanti? Personaggi noti al pubblico che indossano divise col marchio Acqua Vera bene in vista, riprese televisive assicurate per le partite del cuore e relativa pubblicità, sito internet che mostra chiaramente il sostegno della multinazionale alla Nic, decine di associazioni dedite ad opere buone che accettano a braccia aperte di beneficiare dei fondi raccolti.

La Nic accoglie di buon grado il nuovo sponsor e ne trae a sua volta vantaggi: Nestlé finanzia molte delle spese associate all’organizzazione ed alla gestione delle partite del cuore.

La Nazionale cantanti non si accorge però che si tratta di un tranello. Lo sponsor approfitta di quello che in gergo si chiama “image transfer”: l’immagine buona dei progetti di beneficenza delle varie associazioni legate alla Nazionale si trasferisce, tramite i cantanti, che a loro volta appaiono più buoni agli occhi del pubblico, alla multinazionale, contribuendo a far dimenticare le sue malefatte. Ci cascano anche molte associazioni beneficiarie.

Sappiamo che Mani Tese, che pure all’inizio aveva attinto ai fondi raccolti, si è poi dissociata da quest’iniziativa. Ma molte altre associazioni continuano a partecipare, probabilmente in buona fede. Così troviamo tra i più recenti beneficiari gruppi impegnati per la pace, scuole di musicoterapia, comunità alloggio per disabili, progetti per i giovani e la legalità, associazioni per la lotta alla talassemia. Se alcune iniziative possono sollevare dei dubbi, altre sono decisamente serie, come per esempio quella della Fondazione Rita Levi-Montalcini per sostenere la formazione di personale medico, paramedico e di assistenza all’infanzia in Africa (“formazione che si rivolge in modo esclusivo alle donne”) o quella in favore di don Luigi Ciotti e Libera in occasione della recente giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie (Polistena, Piana di Gioia Tauro, 21 marzo 2007).

La Nazionale cantanti e le associazioni che beneficiano degli incassi delle partite del cuore non si rendono conto di prestarsi a questo “image transfer” e a quell’operazione che va sotto il nome di “whitewashing”: sbiancare un’immagine annerita da precedenti malefatte. Ma forse non si rendono nemmeno conto di usare con la mano destra, quella che distribuisce i soldi della beneficenza, fondi che la mano sinistra ha guadagnato sulla pelle di milioni di neonati, sulla loro denutrizione, malattia e morte. L’ong britannica Save the Children ha appena pubblicato un rapporto che ribadisce, se ce ne fosse bisogno, che Nestlè e le altre compagnie produttrici di latte artificiale continuano, 25 anni dopo la sua promulgazione, a violare il Codice internazionale, contribuendo alla morte di circa 3.800 bambini al giorno

(www.savethechildren.org.uk/scuk/jsp/resources/details.jsp?id=5011). Il giornale britannico The Guardian pubblica il 15 maggio 2007 un articolo di una corrispondente dal Bangladesh: Nestlé continua a violare il Codice e oltre 300 bambini muoiono ogni giorno perché non sono allattati al seno (www.guardian.co.uk/g2/story/0,,2079613,00.html).

Basterebbe che Nestlé e le altre smettessero di spingere i loro prodotti, per raggiungere gli “Obiettivi del millennio” riguardanti la mortalità infantile, conclude la giornalista.

Per questo la Ribn ha deciso ora di aumentare la pressione sulla Nazionale cantanti: si invitano coloro che condividono queste richieste -cittadini e associazioni- a inviare una mail alla Nazionale cantanti (www.reteromanaconsumocritico.org/RRCC/

azione/acqua_minerale.htm) e si sta programmando una protesta nel corso di una partita del cuore. Allo stesso tempo la Ribn chiede alle associazioni che beneficiano degli incassi delle partite del cuore di prestare attenzione anche alla mano sinistra, non solo alla destra. Sappiamo quanto questi soldi siano necessari alle associazioni per realizzare i loro progetti. Ma certi soldi sarebbe meglio non lasciarli passare dalle proprie tasche. La Ribn chiede anche agli avversari sportivi della Nazionale cantanti, ai sindaci dei comuni che ospitano le partite del cuore ed a tutti i patrocinatori di riconsiderare le loro decisioni. La speranza è che un’alleanza di persone, e di cantanti, consapevoli dei danni causati dalle violazioni del Codice internazionale possa contribuire a costringere Nestlé, e le altre compagnie di latte artificiale, a rinunciare ad una minima parte dei loro profitti in favore di qualche milione di vite di neonati.

Chi volesse mettersi in contatto con la Ribn per partecipare alle iniziative in corso e per pre-iscriversi a un’assemblea che avrà luogo in autunno, può scrivere a ribn@yahoo.com o telefonare al numero 348-149.12.79.

La battaglia del latte

Ecco le richieste della Ribn alla Nestlé:

1. Porre fine alle donazioni ed alle forniture a basso costo di prodotti coperti dal Codice agli ospedali ed a tutte le altre strutture del Sistema sanitario nazionale, comprese le strutture private convenzionate con lo stesso.

2. Eliminare dalle etichette di tutti i latti di proseguimento, normali o speciali che siano, e dei prodotti per l’alimentazione complementare la scritta “Da 4 mesi” e sostituirla con la scritta “Da 6 mesi compiuti”.

3. Astenersi dall’inviare a domicilio di donne che hanno partorito da meno di 6 mesi pacchi contenenti informazioni sull’alimentazione infantile, campioni di prodotti difesi dal Codice e buoni per la richiesta o l’acquisto degli stessi.

4. Eliminare qualsiasi forma di pubblicità di prodotti coperti dal Codice dalle riviste scientifiche (per pediatri, ostetriche, infermiere, ecc) e sostituirla con informazioni basate su fatti scientificamente appurati.

5. Porre fine a pratiche scorrette di incentivazione dei professionisti della salute, pediatri in particolare, a promuovere sostituti del latte materno.

6. Evitare qualsiasi forma di promozione commerciale di prodotti coperti dal Codice per mezzo di sconti ed offerte speciali.

Un impero “vero”

Acqua Vera, lo sponsor della Nazionale italiana cantanti, è l’ottavo marchio di “minerale” più venduto in Italia e uno dei brand di punta di Nestlé Waters.

La multinazionale svizzera, che nel 2005 ha venduto 19 miliardi di litri di acqua in tutto il mondo, nel 1998 ha acquisito il gruppo Sanpellegrino, che controlla il 23,3% del mercato italiano dell’acqua in bottiglia. Nel 2005 Sanpellegrino ha distribuito circa 2,8 miliardi di litri con i marchi S.Pellegrino e Panna (internazionali), Levissima (la più venduta in Italia), S.Bernardo, Pejo, Recoaro e Claudia. Nel 2006 Nestlé divisione acque si è confermata tra i primi 100 investitori pubblicitari in Italia, con una spesa di oltre 21 milioni di euro.

Del gruppo fa parte anche Nestlé Waters Direct Italia, una società che si occupa della distribuzione dell’acqua in boccioni con il marchio Nestléw Aquarel.

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