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La giustizia sa di cacao

Dal 16 al 18 ottobre Città di Castello (PG) ospita Altrocioccolato: la mostra mercato dedicata alla filiera equa del cioccolato è giunta alla 15esima edizione. Ci saranno 125 espositori, tra produttori locali, produttori di biologico e artigiani. Tra le novità il Choco Museum, esposizione a cura di Umbria EquoSolidale (che organizza la manifestazione insieme a Regione e Comune)

Tratto da Altreconomia 175 — Ottobre 2015

Non c’è nulla di buono nei dati che riguardano l’impiego di bambini nella filiera che porta sulle nostre tavole il cioccolato. Non meno di 2,26 milioni di bambini e ragazzi tra i 5 e i 17 anni in Costa d’Avorio e Ghana, infatti, sono stati impiegati nell’industria della produzione del cacao. Oltre due milioni di questi -secondo la dicitura dell’Organizzazione mondiale del lavoro (ilo.org)- addirittura in hazardous work, ovvero con mansioni rischiose od oltre il limite legale di orario.
È il risultato di uno studio pubblicato ad agosto dalla Tulane University di New Orleans (tulane.edu) che ha preso in considerazione gli anni 2013 e 2014 comparandoli con quelli del quinquennio precedente. I risultati non sono confortanti.

Nel mondo si producono quasi 4,2 milioni di tonnellate di fave di cacao: poco meno di tre in Africa, in particolare da Costa d’Avorio (1,74 milioni) e Ghana (696mila tonnellate, dati dell’International Cocoa Organization, www.icco.org). Dai due Paesi dipende quindi il 58% della produzione totale. Per ogni tonnellata c’è però un minore che lavora. E il numero è peggiorato: rispetto al biennio 2008/2009 le stime della Tulane University parlano di 440mila persone impiegate in più, in particolare in Costa d’Avorio. Tra i maggiori rischi che i ragazzini corrono, ci sono quelli legati al trasporto di carichi molto pesanti e all’utilizzo di utensili taglienti, ma ad esempio in Ghana si calcola che un terzo dei minori al lavoro nella produzione di cacao sia esposto ai rischi di prodotti chimici.  Secondo la ricerca, la crescita dell’impiego di minori nella filiera è direttamente legata alla crescita della produzione (solo in Costa d’Avorio il balzo è stato del 43% nel quinquennio).

Il contrasto al lavoro minorile e allo sfruttamento passa lungo tutti gli anelli della filiera, fino ai consumatori. Come documentato dal Fair Trade Advocacy Office (www.fairtrade-advocacy.org) nel settore oltre il 40% del valore rimane in mano ai 5 marchi che detengono il 50% del mercato (tra i quali Nestlé e Ferrero), e due rivenditori globali (Cargill e Olam) controllano il 35% del mercato. Ai 14 milioni di lavoratori del settore arriva poco più del 5% della ricchezza generata.
Anche per questo a Città di Castello (Perugia), dal 16 al 18 ottobre, torna Altrocioccolato (altrocioccolato.it), la manifestazione umbra dedicata al commercio equo e solidale e all’economia sostenibile, giunta ormai alla quindicesima edizione.

Una mostra mercato con circa 125 espositori, tra produttori locali, produttori di biologico, artigiani; un totale di 400 metri quadrati di stand dedicati al commercio equo e ai cioccolatieri artigianali che invaderanno il centro della cittadina. Lo scorso anno parteciparono alla quattordicesima edizione oltre 30mila persone.
La manifestazione è il controaltare equo di Eurochocolate, il “festival” sul cioccolato che si svolge ogni anno a Perugia dal 1993 (quest’anno dal 16 al 25 ottobre, www.eurochocolate.com) e che quest’anno è stata “fornitore ufficiale” del cluster sul cacao e il cioccolato all’Expo di Milano che volge al termine.
E mentre a Eurochocolate chiederanno di farsi un selfie leccandosi i baffi, ad Altrocioccolato andrà in scena un ricco programma culturale, laboratori, spazi per bambini (da non perdere la giostra a pedali) ma pochi convegni in pompa magna: piuttosto, molti piccoli incontri, anche di solo mezz’ora, attorno a un tavolo, per esaltare la convivialità. Anche Altreconomia sarà presente con uno stand.

Da segnalare inoltre il Choco Museum, esposizione a cura di Umbria EquoSolidale (che organizza tutta la manifestazione insieme a Regione e Comune), e le mostre “Donne di Palestina” (a cura di Ponte Solidale) e “I frutti della madre terra” (a cura di LiberoMondo). “Dopo 14 edizioni abbiamo scelto di cambiare strategia” spiega Elide Ceccarelli, che di Umbria EquoSolidale è presidente da febbraio 2014. “Non abbiamo scelto un tema -lo scorso anno il cibo, quello prima la povertà- per declinarlo, ma ci presentiamo per quello che siamo. Ovvero portatori di contenuti, racchiusi nel nostro slogan ‘Dove la giustizia sa di cacao’. È l’affermazione dei principi del commercio equo e solidale: la manifestazione è il messaggio”.
La tensostruttura centrale sarà di consueto nel cuore della città, in piazza Matteotti. Per la prima volta anche un punto ristoro, dal significativo nome “Soul Food”.
“Nonostante il tempo trascorso e l’affermazione del nostro ‘marchio’, Altrocioccolato resta sempre un’avanguardia -aggiunge Elide Ceccarelli-. Il passo in avanti oggi consiste in una rete internazionale che prima non c’era, resa possibile anche grazie alla Settimana mondiale del commercio equo di Milano, a maggio. Questa rete fa dei tre giorni di eventi un momento di un percorso che ormai si dipana per tutto l’anno”. —

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