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Diritti

La Festa della Repubblica, patrimonio di tutti i cittadini

In vista del 2 giugno alcune organizzazioni, tra cui Rete italiana per il disarmo e "Sbilanciamoci!" scrivono al presidente Giorgio Napolitano: "Si valorizzino lavoro e Servizio Civile, e non si celebri questa giornata con la parata militare"

"Egregio Presidente, nell’avvicinarsi della celebrazione della Festa della Repubblica, il prossimo 2 giugno ci permettiamo di scriverle ancora una volta per sollecitare e valorizzare un’altra forma di celebrazione, che non associ simbolicamente la nostra Repubblica alla sola forza militare". Comincia così la lettera che Rete italiana per il Disarmo (Controllarmi),
Conferenza nazionale enti di servizio civile (CNESC), Forum nazionale per il servizio civile, Tavolo interventi civili di pace e Campagna "Sbilanciamoci!" hanno indirizzato a Giorgio Napolitano, per segnalare che la Festa della Repubblica deve essere patrimonio di tutti gli italiani e di tutte le categorie di cittadini, non solo simboleggiata con la parata militare. Questa è l’iniziativa, la prima di una serie di altre azioni, che le principali reti che lavorano sul tema del servizio civile, della pace e disarmo hanno deciso di intraprendere in questi giorni. Una lettera per sottolineare al Capo dello Stato, e con lui a tutta l’opinione pubblica, un forte e profondo desiderio delle numerose associazioni di questa area: che si riportino al centro del 2 giugno i valori fondanti della Repubblica e della nostra Costituzione. Valori rappresentati da quelle categorie sociali che sono vere e proprie forze vive dell’Italia e hanno pieno diritto di essere celebrati in occasione del 2 Giugno: le forze del lavoro, i sindacati, i gruppi delle arti di mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, i ragazzi e le ragazze del Servizio Civile Nazionale. Un passaggio importante anche per cambiare i simboli (che sono rilevanti per il vivere comune) legati a questa che non è la Festa delle Forze Armate ma di tutta la Repubblica.

Sono poi oltre 100 gli organismi di varia natura che hanno sottoscritto esplicitamente la missiva inviata alla Presidenza della Repubblica.
L’impegno delle associazioni ed organizzazioni che hanno inviato la lettera al Presidente Napolitano è quello di rendere vivo il 2 giugno su tutti i territori in cui le diverse realtà sono presenti. Con l’intendo di celebrare nelle sedi degli organismi e richiamandone le attività quotidiane l’Italia che “ripudia la guerra” aprendo le porte nello spirito dell’articolo 11 della nostra Costituzione. “Cercheremo inoltre di valorizzare le storie di tanti giovani che hanno scelto di mettersi al servizio del bene comune, dei nostri territori e delle nostre comunità – sottolineano i promotori in un passaggio della missiva – Giovani che dal sud al nord del Paese, in ambiti diversi d’intervento, testimoniano con vivacità ed entusiasmo una voglia di mettersi in gioco e di rendersi protagonisti che riteniamo preziosa per il presente e il futuro della nostra Patria”.

L’appuntamento per tutti è quindi per il 2 giugno.
Molte delle sedi delle organizzazioni promotrici e sottoscrittrici della lettera rimarranno aperte ed in alcune di essi saranno presenti anche giovani in Servizio Civile, in particolar modo nei Comuni colpiti dal terremoto emiliano del Maggio 2012. Un modo aperto per testimoniare il contributo concreto che il Servizio Civile Nazionale porta alla coesione sociale e alla difesa del Paese così come l’iniziativa in programma a Roma per festeggiare la Repubblica con le categorie già prima ricordate e premiando esempi di cittadini al servizio reale di questa nostra Italia.

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