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Finanza

La distanza delle banche

La rete di Ong europee Banktrack, della quale fa parte anche l’italiana CRBM, oggi ha reso pubblico il suo nuovo rapporto “Close the Gap”. Ovvero un chiaro invito a colmare il vuoto, correggere gli errori, rivolto a 49 tra i…

La rete di Ong europee Banktrack, della quale fa parte anche l’italiana CRBM, oggi ha reso pubblico il suo nuovo rapporto “Close the Gap”. Ovvero un chiaro invito a colmare il vuoto, correggere gli errori, rivolto a 49 tra i principali istituti di credito mondiali in merito alle loro politiche sugli investimenti e alla qualità dei prestiti. Sette i campi d’azione delle banche tenuti in considerazione, tra cui il commercio di armi e le attività estrattive, e ben nove le tematiche sensibili analizzate, partendo dai diritti umani per poi proseguire sulla lotta ai cambiamenti climatici e alla corruzione.

I risultati dello studio sono tutt’altro che incoraggianti, anche considerando che a essere valutate sono state le politiche esistenti e non la loro applicazione, che non sempre rispecchia l’impegno preso in prima istanza dalle banche. Per Jora Volterink, principale estensore del rapporto “Nonostante la confusione e l’incertezza creata dalla crisi, alcuni istituti hanno messo in piedi delle linee guida all’insegna della sostenibilità, però se si eccettuano dei casi virtuosi, il quadro di insieme non è esaltante”.

Rispetto al 2007, sono aumentate le banche che rendono pubbliche le loro politiche – sul commercio delle armi e sul settore estrattivo siamo passati rispettivamente dal 27 al 49 per cento e dal 9 al 22 per cento. Tuttavia nessuno dei 49 soggetti esaminati ha delle linee guida su tutti i settori e le questioni indicate in Close the Gap e in generale anche lì dove presenti, tali politiche si meritano un giudizio molto negativo – su una scala da uno a cinque la maggior parte prende il voto più basso, specialmente sulla corruzione. Su 49 banche, 28 hanno provato a darsi delle regole sugli investimenti che possono avere degli impatti diretti sui cambiamenti climatici. Ma la loro azione al riguardo è ampiamente deludente e inadeguata.

“Per intraprendere la retta via servono più politiche sostenibili e una loro corretta applicazione” ha affermato Johan Frijns, coordinatore di Banktrack. “Continuando di questo passo non si farà abbastanza per tutelare gli interessi delle popolazioni locali e dell’ambiente”.

Info: http://www.banktrack.org/

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