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La destra spinge per cancellare la legge toscana che tutela i diritti degli immigrati

L’innovativa legge sull’immigrazione della Regione Toscana (vedi Ae 108) rischia di aver vita breve. A poco più di tre mesi dalla sua approvazione (avvenuta il 1° giugno di quest’anno) è partito l’iter per il referendum abrogativo. Ad opporsi fermamente alla…

L’innovativa legge sull’immigrazione della Regione Toscana (vedi Ae 108) rischia di aver vita breve. A poco più di tre mesi dalla sua approvazione (avvenuta il 1° giugno di quest’anno) è partito l’iter per il referendum abrogativo. Ad opporsi fermamente alla legge è la divisione toscana del partito Popolo della Libertà (Pdl), che il 19 ottobre ha depositato presso la presidenza del Consiglio regionale 3.770 firme raccolte in tutta la regione, ed ha richiesto l’avvio della procedura abrogativa.
La legge regionale n°29 del 2009 prevede l’equità di trattamento fra cittadini italiani e stranieri (regolari e irregolari) nell’accesso all’assistenza sanitaria d’emergenza e ai servizi sociali. Il Pdl trova che una tale equiparazione potrebbe creare una “discriminazione al rovescio” (come ha spiegato il partito annunciando il deposito delle firme): gli immigrati potrebbero sottrarre diritti assistenziali ai cittadini italiani, e questo sarebbe in grado (secondo le stesse parole del centro destra) di “offendere la loro sensibilità”.
Il Pdl motiva la richiesta di abrogazione sostenendo che la legge in questione sia anticostituzionale: violerebbe, infatti, gli articoli 10 e 117 della Costituzione, che affermano l’esclusiva competenza statale nel legiferazione in materia di immigrazione. La giunta di Claudio Martini sarebbe quindi "sconfinata" in una materia che non le compete. Il Pdl inoltre teme che l’applicazione del provvedimento possa trasformare la Toscana in una “terra promessa” che attira immigrati e addirittura incoraggia la clandestinità, tutto a danno dei “cittadini regolari” che vedrebbero crescere sensibilmente il proprio livello di "insicurezza percepita".
La richiesta di referendum abrogativo è solo l’ultimo ostacolo che la legge toscana si trova ad affrontare. Il centro-destra aveva provato ad opporsi all’approvazione facendo ostruzionismo in sede di Consiglio regionale, e il giorno del voto (il 1° giugno) molti consiglieri del Pdl avevano abbandonato l’aula dichiarando di non voler “essere complici di questo atto grave”. Anche il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, si era opposto alla legge, minacciando nel luglio scorso di impugnarla perché anticostituzionale.

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