Esteri / Reportage
La comunità in lotta per difendere il fragile ecosistema delle lomas nella periferia di Lima

Reportage da San Juan de Lurigancho, il distretto con l’aria più contaminata dell’America del Sud. Alcuni residenti si battono per tutelare le colline minacciate dal traffico di terra e dall’espansione urbana incontrollata. Promuovendo anche un progetto di turismo locale che ha garantito entrate per gli abitanti e rilanciato gli sforzi di una riqualificazione dal basso. Le autorità peruviane latitano ma persone come Estephanie de Jesus e Jorman Cabello non si rassegnano
Da anni a San Juan de Lurigancho, nella periferia orientale di Lima, gli sforzi per conservare il patrimonio naturalistico locale si scontrano con le conseguenze delle disuguaglianze che affliggono il Perú.
In questo distretto della capitale, che è uno dei più popolosi dell’America Latina, sorgono le lomas: ecosistemi fragili che al mondo sono presenti solamente sulle coste peruviane e cilene. Allo stesso tempo però San Juan de Lurigancho è uno dei distretti limeños più soggetti all’espansione urbana incontrollata, la quale è alimentata dall’attività di gruppi criminali che lucrano su persone in condizioni svantaggiate in cerca di una casa e migliori opportunità.
Mentre racconta di come è arrivata nell’affollata capitale peruviana dieci anni fa, partendo dal villaggio amazzonico in cui è cresciuta, lo sguardo di Estephanie de Jesus finisce spesso sulle imponenti pareti di roccia che formano il profilo delle lomas El Mirador.
“Quando parti nessuno ti dice che puoi anche andare a Lima ma non puoi sapere dove effettivamente vivrai. Mai mi sarei immaginata che sarei venuta a vivere in una metropoli, però sulla cima di una collina”, racconta Estephanie dal cortile della sua casa di legno e lamiera, arroccata sul versante roccioso in cui sorge l’insediamento Asociación de porcicultores.
Estephanie ha trentadue anni, vive insieme al marito e ai due figli. La sua casa, così come quelle dei suoi vicini, non ha accesso ai servizi essenziali. Il sistema di scarico è irregolare e unico per tutte le 80 famiglie che vivono nell’insediamento, l’acqua viene pompata e fatta confluire in una cisterna a cui attingono gli abitanti, ma non arriva direttamente nelle loro case. La sua storia ricalca quella di tante persone che hanno trovato uno spazio in cui vivere arrampicandosi sui versanti scoscesi di queste alture.

Le lomas sono ecosistemi collinari molto particolari, che si sviluppano tra i 100 e i 1.000 metri di altitudine e ricoprono lo 0,23% del territorio peruviano. Si tratta di aree che si tingono di verde grazie a una ricca varietà di flora che sboccia durante l’inverno, tra giugno e ottobre, e si dirada lasciando che il paesaggio si colori del tipico marrone grigiastro delle rocce nude durante l’estate latina, da novembre a maggio. In un paesaggio normalmente arido come quello delle periferie di Lima, la presenza di queste aree verdeggianti si deve all’umidità tipica dell’inverno limeño, quando supera l’80%.
Ufficialmente il loro valore è ampiamente riconosciuto, così come i rischi a cui sono esposte: le lomas di Lima infatti rientrano nella categoria di ecosistema fragile del Servizio nazionale forestale e di fauna silvestre (Serfor), cioè tra i territori ad alto valore di conservazione che si trovano in condizioni di vulnerabilità a causa di attività antropiche che mettono a rischio i servizi ecosistemici che forniscono. Quando si parla di servizi ecosistemici ci si riferisce ai benefici forniti dagli ecosistemi naturali al genere umano. Nel caso delle lomas, questi vantaggi sono vari e includono la stabilizzazione del suolo per evitare il rischio di smottamenti e il fatto che costituiscono l’habitat di specie minacciate.
La funzione che più di tutte le rende un ecosistema irrinunciabile per gli abitanti che vivono a San Juan de Lurigancho, però, è la purificazione dell’aria realizzata dalla copertura di vegetazione stagionale di queste colline. Nel 2023 San Juan de Lurigancho è stato classificato come il distretto con l’aria più contaminata dell’America del Sud dall’Istituto di Politica energetica dell’Università di Chicago. Tra le cause di questo record spicca la conformazione territoriale del distretto: le alture che lo delimitano fanno sì che gran parte delle sostanze contaminanti provenienti dalla zona urbana costiera e dal centro di Lima si concentrino nella zona, trasportate dai venti che soffiano dall’oceano verso l’entroterra. Inoltre, un secondo fattore che gioca a sfavore del distretto è la sua densità abitativa: con oltre un milione di residenti, sia formali sia irregolari, San Juan de Lurigancho è una delle zone urbane più popolose dell’America Latina.
L’attività antropica che più di tutte rende fragile l’ecosistema delle lomas di Lima è proprio l’espansione urbana incontrollata resa possibile dai trafficanti di terreni che lucrano sulle disuguaglianze che affliggono il Paese. Secondo il report “Migrazioni interne e dinamica sociodemografica” dell’Istituto nazionale di Statistica e informatica del Perù, la macroregione della costa centrale, dove si trova Lima, rappresenta la meta principale per i migranti interni al Paese a causa del suo importante peso economico. D’altro canto, l’incidenza dell’attività dei gruppi criminali che si accaparrano terreni e li vendono illegalmente è consistente nelle dinamiche di espansione urbana nazionale. Secondo lo studio “Mapeo y tipología de la expansión urbana en el Perú”, dal 2011 al 2018 la creazione di nuovo suolo urbano nelle 43 città più popolose del Paese è stata determinata per il 47% da occupazioni illegali e per il 46% da lottizzazioni informali, a fronte di un 6% di urbanizzazione formale e di un 1% reso possibile da progetti di edilizia popolare.

Per il centro di ricerca UrbesLab, nelle lomas de Amancaes che includono anche le lomas El Mirador dove sorge l’Asociación de porcicultores, dal 2009 al 2020 sono stati persi 92 ettari di questo ecosistema prezioso a causa della compravendita illegale di terreni e dell’espansione urbana. Nello stesso periodo però in questo angolo di Lima sono sorte anche iniziative dal basso per proteggere il territorio e venire incontro alle necessità degli abitanti. Tra queste, dal 2016 opera l’associazione Haz tu mundo verde, che promuove il turismo sostenibile e investe i ricavi dell’attività nella costruzione di opere per le comunità che vivono su questa collina.
Dopo aver percorso una salita ripida, l’attivista e fondatore di Haz tu mundo verde Jorman Cabello, cresciuto arrampicandosi su questi sentieri, si siede su un masso in un punto panoramico e ripercorre gli ultimi undici anni di lotta. Grazie a grandi sforzi l’associazione è riuscita ad arrestare l’espansione dei trafficanti su questo versante delle lomas. Per iniziare, racconta di aver mappato, insieme al team della sua organizzazione, tutte le abitazioni delle comunità che si estendono lungo questa porzione della collina: San Francisco de Asis, Ampliación San Francisco e Asociación de porcicultores. Quest’ultima, la più alta, è quella la cui espansione avrebbe causato la distruzione di questo ecosistema. Proprio qui, un decennio fa, i trafficanti di terreni si stavano allargando con la costruzione di baracche sempre più in alto sulla collina, che lasciavano disabitate fino a quando non trovavano degli acquirenti. “All’inizio litigavamo con i residenti irregolari e ci scontravamo con i trafficanti. Io salivo qui con il cherosene e bruciavo le baracche disabitate in modo che non le potessero vendere. A un certo punto mi minacciarono di morte”, racconta l’attivista.
Jorman prosegue spiegando di averci messo anni a cercare di risolvere il rompicapo che vedeva scontrarsi, da un lato, le necessità di accesso a una casa dei residenti negli insediamenti e dei migranti e, dall’altro, l’imperativo di proteggere questo ecosistema. Così Haz tu mundo verde si è strutturata e ha cominciato nel 2016 a lanciare attività di turismo sostenibile. Iniziando con le passeggiate guidate sulla loma e arrivando, a inizio 2023, a inaugurare un ponte sospeso. A quel punto le lomas El Mirador hanno raggiunto le 3.500 visite di turisti in un solo mese. Il ricavato di queste iniziative, insieme ai fondi di un progetto sviluppato con l’appoggio della municipalità di Lima, ha permesso di costruire per esempio delle scale in cemento dove precedentemente esistevano solo sentieri pericolanti.
L’idillio è durato fino a quando, nell’estate 2023, la municipalità distrettuale di San Juan de Lurigancho si è resa conto dell’afflusso di turisti e ha denunciato Jorman Cabello per attività economiche illecite. La sua associazione operava attraverso i permessi della municipalità di Lima e con essa collaborava, ma era sprovvista di quelli della municipalità di San Juan de Lurigancho dato che quest’ultima, non essendo dotata di un’ufficio per il turismo, non poteva fornire una licenza. Dopo sei mesi di trattative legali, la municipalità distrettuale ha riconosciuto la regolarità dell’associazione. Nel frattempo, il flusso di turisti era colato a picco e gli abitanti erano rimasti senza entrate.
Nonostante le difficoltà, ad oggi l’attività è in ripresa e tanti residenti degli insediamenti come Estephanie continuano a riconoscerne il potenziale: “Quando sono arrivati i turisti noi come abitanti ne abbiamo beneficiato. Siamo anche coscienti che in questo distretto non ci sono molti spazi verdi, uno dei pochi luoghi che ci permettono di respirare aria pulita sono le nostre lomas. La domanda è: come possiamo prendercene cura?” e dopo un momento di silenzio conclude: “Evitando il sovraffollamento”. La contraddizione, insomma, si tramanda di generazione in generazione, ma non basta a fermare i tentativi di riscatto di questa comunità.
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